MOHAMMAD ABEDINI, NON UNO QUALUNQUE - L'ATTO DI ACCUSA DELL'FBI DIMOSTRA CHE IL 38ENNE INGEGNERE IRANIANO DETENUTO IN ITALIA E’ STATO DETERMINANTE NELL’INDUSTRIA MILITARE DEGLI AYATOLLAH - CON UNA SOCIETÀ SVIZZERA AGGIRAVA LE SANZIONI DEGLI STATI UNITI A TEHERAN E SI FACEVA INVIARE TECNOLOGIA DALLE AZIENDE AMERICANE PER SVILUPPARE IL SISTEMA DI NAVIGAZIONE SEPEHR PER I DRONI "UAV" DEI PASDARAN (NEL 2022, CON LA GUERRA IN UCRAINA E LA VENDITA DI DRONI A MOSCA LE VENDITE DEL SEPEHR SONO AUMENTATE DEL 556% E I CONTRATTI CON I PASDARAN RAPPRESENTANO IL 99,5% DEI PROFITTI DELLA SOCIETA’ DI ABEDINI) – IL RUOLO DI CONSULENZA PER L'ENTE DI RICERCA PER L'AUTOSUFFICIENZA DEL JIHAD, UN'ORGANIZZAZIONE COLLEGATA ALLE FORZE AEROSPAZIALI DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE…
Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “la Stampa”
Sono intrecciati, ormai, i destini di Cecilia Sala e di Mohammad Abedini, il cittadino iraniano arrestato il 16 dicembre scorso all'aeroporto di Malpensa su mandato degli Stati Uniti. Teheran pretende che non venga consegnato agli Usa. Washington invece ha già chiesto l'estradizione ed entro 21 giorni invierà alla Farnesina il fascicolo dell'inchiesta sulla base del quale la Corte d'appello di Milano deciderà del destino di Abedini.
La Stampa è in possesso di un resoconto delle indagini portate avanti dal controspionaggio americano su cui si fonda l'accusa contro Abedini e contro Madhi Sadeghi. Entrambi sono imputati di aver cospirato per esportare tecnologia statunitense in Iran, aggirando le sanzioni, e di aver supportato le Guardie rivoluzionarie che gli Usa considerano un'associazione terroristica.
Quella che segue è la ricostruzione della rapida ascesa di Abedini nel mondo dei pasdaran […] Ne emerge un personaggio che supera la semplice definizione di «ingegnere dei droni». Come risulta chiaro, ad esempio, dal ruolo di consulente, dal 2019 al 2021, al servizio dell'Ente di ricerca per l'autosufficienza del jihad, un'organizzazione collegata alle Forze aerospaziali delle Guardie rivoluzionarie.
In questo ramo delle milizie pasdaran vengono sviluppati sistemi missilistici, veicoli militari, equipaggiamento per cyber attacchi, radar, e ha tra i suoi "clienti" organizzazioni terroristiche come Hamas e Hezbollah. La carriera di Abedini inizia prestissimo. Ed è folgorante.
Nel 2010, mentre sta svolgendo un dottorato in ingegneria meccanica all'università Sharif di Teheran, viene avvicinato dal dipartimento per le Relazioni industriali dell'ateneo, grazie al quale nel 2011, appena 24enne, fonda insieme a due soci l'azienda San'at Danesh Rahpooyan Aflak, nota come "Sdra". E ottiene il ruolo di amministratore delegato, oltre al 32% delle quote della società.
Non sembra una start-up qualunque, almeno a giudicare dall'identità di uno dei due soci, Amid Fazeli, già amministratore dell'Agenzia spaziale iraniana. Dal 2011 al 2013 l'azienda di Abedini raccoglie soprattutto informazioni, struttura l'azienda, abbozza i primi progetti. È un periodo che coincide con gli anni centrali del dottorato di Abedini alla Sharif University.
IL TWEET DELL AMBASCIATA IRANIANA IN ITALIA SU CECILIA SALA E MOHAMMAD ABEDINI
Per l'intelligence americana, già dal 2014 il giovane Ceo della Sdra è a conoscenza del divieto di esportare in Iran tecnologia statunitense. Manda infatti una mail a un'azienda in Massachussets - che chiameremo A.D. -, vuole farsi spedire dei sensori per la sua tesi di dottorato in robotica e meccatronica. Un dipendente di A.D. gli risponde, però, che non può fornirglieli a causa del divieto di esportazione dovuto alle sanzioni.
Nonostante questo, secondo il business plan della Sdra ottenuto dall'intelligence, nel 2014 l'azienda di Abedini inizia comunque a stipulare contratti con i pasdaran tramite il Centro industriale di ricerca per la Marina e le Forze aerospaziali Shahed. Dalle carte dell'inchiesta risulta, poi, che i tecnici della Sdra abbiano lavorato con e per le Forze aerospaziali delle Guardie rivoluzionarie su progetti per la produzione di missili balistici.
Abedini, però, compie il primo salto di qualità quando, grazie anche al doppio passaporto iraniano e svizzero, nel 2015 ottiene un posto da ricercatore all'École polytechnique fédérale di Losanna, in Svizzera. Dunque, è in Europa. E dal gennaio 2016 […] è in grado di procurarsi materiale tecnologico americano. Si rivolge ancora all'azienda A.D., ma questa volta chiede di spedire tutto al nuovo indirizzo di Losanna. «Destinatario: Mohammad Abedini, Sdra», si legge sui pacchi che contengono componenti per sistemi di navigazione, utilizzabili su droni militari.
L'obiettivo successivo è riuscire a portarli in Iran. Sempre nel gennaio 2016 Abedini invia quindi una mail alle autorità dell'aeroporto di Ginevra chiedendo se può trasportare «campioni» di prodotti di A.D. sul volo per Teheran. Per i servizi Usa «mente alle autorità svizzere» quando sostiene che siano «prodotti generici, non coperti da restrizioni», utilizzati per progetti universitari. Gran parte di quei materiali - si legge nel report - erano invece soggetti a restrizioni. Sarebbe un reato, ma il viaggio è un successo.
Nei successivi due anni, Abedini inizia a ordinare materiale elettronico da molte aziende Usa, sempre con lo stesso metodo. Attraverso queste spedizioni ottiene - secondo l'intelligence - anche i microtelecomandi che utilizzerà per il futuro prodotto di punta della Sdra: il sistema di navigazione Sepehr per i droni "Uav" dei pasdaran.
Nel 2018 Abedini deve però superare un nuovo ostacolo. L'8 maggio l'allora presidente Donald Trump annuncia l'uscita degli Usa dal Jpcoa, l'accordo sul nucleare iraniano che, in cambio di restrizioni sullo sviluppo della tecnologia nucleare, allentava le sanzioni alla Repubblica islamica. Poco dopo, gli Usa tornano a imporre un massiccio sistema di sanzioni sull'export verso l'Iran.
Per Abedini è un problema serio. Non può continuare a farsi spedire materiale per scopi universitari dalle aziende americane. Il 9 agosto un professore universitario, suo amico, gli dice quindi che, «alla luce delle proposte di partnership e del ritorno delle sanzioni americane, deve spostare i suoi affari lontano dall'Iran. La Svizzera - lo consiglia - sembra una buona opzione».
E Abedini si è già dimostrato intraprendente. Appena un mese dopo, il 10 settembre 2018, insieme a un nuovo socio svizzero, invia un business plan in cui risulta cofondatore di una nuova società, la "SadraLab", che - si legge nel business plan - si occuperà di fornire sistemi di navigazione alle aziende. Viene omesso, invece, qualunque riferimento alla Sdra e ai collegamenti con i pasdaran.
A metà 2019 il nome SadraLab viene però bocciato dal "board" (l'intelligence pensa che si tratti del consiglio d'amministrazione della Sdra) , perché se l'azienda deve essere una "vetrina pulita" attraverso cui far arrivare materiale tecnologico dagli Usa, non può avere un riferimento così smaccato alla Sdra iraniana. Nasce, così, "Illumove". […] lo scopo principale di Illumove è quello di aggirare le sanzioni all'Iran […]
nasce quello che per gli Usa diventerà il cavallo di Troia attraverso cui Abedini e la Sdra si avvicineranno alle aziende tech americane, penetreranno al loro interno e riporteranno informazioni e tecnologie in Iran. Due anni dopo nasce il sistema di navigazione Sepehr e i pasdaran lo adorano. Nel 2021 l'87% di vendite del sistema di navigazione per droni della Sdra è rappresentato da contratti con le Guardie della rivoluzione. Nel 2022, con la guerra in Ucraina e la vendita di droni a Mosca - si legge nel resoconto - le vendite del Sepehr aumentano del 556% e i contratti con i pasdaran rappresentano, ormai, il 99,5% dei profitti della Sdra. Il trucco funziona.