“IL SILENZIO SUGLI STUPRI IN ISRAELE E’ IL FALLIMENTO DI FEMMINISTE E DEL METOO” - LA MODELLA ISRAELIANA MORAN ATIAS: “CIÒ CHE HA COMPIUTO HAMAS VIENE RIMOSSO, PERCHÉ NON AIUTA UNA CERTA NARRAZIONE. IL SILENZIO DELLE FEMMINISTE È UNA CONDANNA A LORO STESSE. PARLO DELLE DONNE IN ITALIA, MA ANCHE IN AMERICA. PENSIAMO AL MOVIMENTO ME TOO: ZERO PAROLE. EPPURE SONO BRAVISSIME CON LE PAROLE. LO SLOGAN CHE SIAMO STATE COSTRETTE A CREARE NOI DONNE ISRAELIANE ORA È IL 'ME TOO NON VALE SE SEI EBREA'…”
Estratto dell’articolo di Mauro Evangelisti per “il Messaggero”
«Cosa sarà del Medio Oriente se vincerà Hamas? Cosa sarà del resto del mondo, di Londra, Parigi, Roma? Agli italiani vorrei dire che questa è una lotta per i valori comuni della libertà e della democrazia. Pensiamo veramente che ci possa essere un futuro per la popolazione palestinese in un "Hamasistan" governato da un regime fondamentalista islamico che stupra le donne?».
Moran Atias è un'attrice israeliana popolare in tutto il mondo e ha vissuto per un lungo periodo in Italia. La sua casa oggi è a Los Angeles [...]
Perché il giorno successivo al massacro compiuto da Hamas in Occidente centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a manifestare non per la Pace, ma contro Israele?
«In Occidente in tanti si rifiutano di vedere le immagini. Negano ciò che è successo. Non vogliono la verità. [...]».
Perché l'Onu ha aspettato 55 giorni prima di condannare gli stupri? Perché le femministe in Occidente non sono intervenute?
«Questa è una domanda chiave. Perché il 7 ottobre chi dirige Un Women non ha preso un aereo e non è venuto in Israele per indagare? Erano stati invitati. Io non mi rifiuto di vedere tutto ciò che sta avvenendo a Gaza. Ma ciò che ha compiuto Hamas viene rimosso, perché non aiuta una certa narrazione […]».
Cosa servirebbe ora?
«Condanne chiare, anche da parte dell'Italia. Indagare e processare. Serve educare, così come si condannano giustamente i femminicidi in Italia, perché non si condannano gli stupri e le uccisioni di Hamas?».
Non lo fanno neanche le femministe.
«Il loro silenzio è una condanna a loro stesse. Parlo del silenzio delle donne in Italia, ma anche in America. Pensiamo al movimento Me too: zero parole. Eppure sono bravissime con le parole. Lo slogan che siamo state costrette a creare noi donne israeliane ora è "Me too unless you are a jew", il "me too" non vale se sei ebrea».
[…] Israele con i bombardamenti uccide i bambini.
«Di nuovo: è come dare la colpa alla donna che è stata aggredita. In guerra non ci sono vincitori, perdiamo entrambi. Ho compassione per ogni bambino e per ogni madre. Ma se quella madre vuole uccidere mio figlio cosa devo fare?».
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