QUAL E' IL COLMO PER LUCA MORISI, CHE PER ANNI HA FATTO PROPAGANDA CONTRO TOSSICODIPENDENTI E STRANIERI? CEDERE DROGA DELLO STUPRO A DUE RAGAZZI ROMENI! - LO SPIN DOCTOR DI SALVINI SI E' GODUTO UN FESTINO DI DUE GIORNI, NELLA SUA CASA DI VILLEGGIATURA VICINO VERONA, CON UN 50ENNE E I DUE RAGAZZI STRANIERI, CONOSCIUTI ONLINE, CHE LO ACCUSANO DI AVER DATO LORO DROGA DELLO STUPRO (CHE PRODUCE EFFETTI DI STORDIMENTO E VIENE CONSUMATA ANCHE NEI RAPPORTI SESSUALI CONSENZIENTI) - COSA HA COMBINATO LUCA MORISI CHIUSO A CASA, 12 ORE, CON DUE GIOVANI SCONOSCIUTI?
1 - NELLA CASA COLONICA DELLA "BESTIA" "QUEL FESTINO È DURATO DUE GIORNI"
Niccolò Zancan per "la Stampa"
In quell'appartamento non c'era mai nessuno. Il proprietario era soprannominato «il fantasma». Per questo motivo, la sera del 12 di agosto, la cagnetta Tesla ha incominciato a abbaiare. Stava succedendo qualcosa di insolito. «Sono arrivati tre ragazzi, ne ricordo uno con un berretto da baseball rosso. Non sapendo dove citofonare, hanno telefonato proprio qui davanti, sul prato. Si sono fatti aprire e sono saliti. Per tutta la notte abbiamo sentito rumori dal piano di sopra». Il piano di sopra, al numero 1 di via Corte Palazzo, è la casa di villeggiatura di Luca Morisi, l'uomo che ha inventato «la Bestia», cioè la feroce macchina comunicativa al servizio di Matteo Salvini e della Lega.
LA CASA DI VILLEGGIATURA DI LUCA MORISI
È un piccolo appartamento fra tanti altri, ricavato in una casa colonica del 1500: abitano qui 46 famiglie. Professionisti, sportivi, un pilota di aereo, alcuni studenti, alcuni profughi che fanno parte di un progetto seguito dalla prefettura. Si chiama Palazzo Moneta. È stato ristrutturato 12 anni fa. Sta su uno stradone fra vigne e frutteti, a mezz' ora da Verona. «Per due giorni quei ragazzi hanno abitato al piano di sopra», racconta l'inquilina Cristina Fioravanzo.
PERQUISIZIONE A CASA DI LUCA MORISI
«La cagnolina non ci faceva dormire la notte. Il fatto è che non c'era mai nessuno, lei sentiva i movimenti e correva nel giardino abbaiando. Poi, era il pomeriggio del 14 di agosto, abbiamo visto arrivare i carabinieri». Per quanto possa prestarsi a elucubrazioni, quello che è successo è semplice. Così lo spiega la procuratrice capo di Verona, Angela Barbaglia: «I carabinieri della stazione di San Bonifacio hanno fermato un'auto per un controllo. I tre ragazzi a bordo erano in possesso di quella che potrebbe essere droga liquida. Sono stati loro stessi a condurre i militari a casa del signor Morisi, lì dove hanno detto di aver preso quella sostanza di cui ancora aspettiamo il risultato delle analisi chimiche».
Dei ragazzi si sa poco. Fra i venti e i trent' anni. Non della zona. Non veneti. «Conoscevano Morisi», dice un investigatore. Ed ecco ancora la vicina di casa, la signora Fioravanzo: «I carabinieri sono arrivati e sono stati al piano di sopra per circa un'ora. Li abbiamo visti andare via con un borsone gonfio di roba. Dopo il pomeriggio del 14 agosto uno di quei ragazzi è tornato qui».
Luca Morisi è conosciuto dagli inquilini perché è famoso. Perché qui vennero girate alcune scene di una vecchia puntata di Report in cui si ipotizzava un qualche collegamento con un inquilino russo, proprietario di una villetta, nell'ambito dell'inchiesta sui fondi russi alla Lega. Ma nessuno ricorda Morisi nel mondo reale, anche solo per averci scambiato due parole. «State cercando un fantasma», dice la signora Serafina Della Tomba. «Non ha mai partecipato a un'assemblea di condominio. Veniva una o due volte all'anno».
MATTEO SALVINI LUCA MORISI MEME
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, quei giorni prima di ferragosto «il fantasma» era in casa. Lui stesso ha ammesso di avere subito la perquisizione in cui è stata sequestrata una piccola quantità di cocaina per uso personale. Il suo avvocato, Fabio Pinelli del Foro di Padova, preferisce non rilasciare dichiarazioni. Il mondo di Luca Morisi era vasto in rete, ma ristretto nella geografia. Fra questo appartamento in mezzo alle campagne e Mantova, dove è nato nel 1973 e dove ha sede la «SistemaIntranetCom», la società di servizi per il web fondata assieme all'amico del cuore Andrea Paganella. Hanno fatto carriera insieme nella Lega, ora però sembrano entrambi soli.
«Paganella è emotivamente molto scosso per quanto è successo» è l'unico commento che trapela. Parla, invece, la militante Elena Gobbi, responsabile per la comunicazione del partito nella provincia di Mantova: «Da troppi giorni Luca non scriveva più su Facebook, era strano al punto che ci domandavo quale fosse il motivo. Sapere quello che è successo mi rattrista molto. Ma la mia stima nei suoi confronti non cambia. Capita nella vita di cadere». Certo, capita. Ma proprio Luca Morisi passava sulle debolezze altrui con la sua macchina da guerra. Con le sue ruspe. «È strano a pensarci. Perché lui è l'esatto contrario di come appariva nella comunicazione sul web. Lui è una persona affettuosa e riservata, tendente al timido». La stessa persona che scatenava la bestia per ghermire gli avversari politici.
MEME SU MATTEO SALVINI E LUCA MORISI
2 - IL FESTINO NELLA CASCINA CON LA "DROGA DELLO STUPRO"
Giuliano Foschini e Fabio Tonacci per "la Repubblica"
Al cascinale di Belfiore Luca Morisi non c'è. Le finestre grigio topo del suo appartamento al primo piano sono serrate. Suonare al campanello è inutile. «Non lo vediamo spesso da queste parti», dice la signora Cristina, che abita sotto all'alloggio dell'ex guru della comunicazione social di Matteo Salvini. «La sera del 14 agosto? Sì che me la ricordo, sono venuti i carabinieri...». Prima che il sole calasse, quel giorno i militari della compagnia di San Bonifacio si erano presentati davanti all'appartamento di Morisi accompagnati da tre uomini, di cui due di nazionalità romena, per perquisirlo.
Troveranno meno di due grammi di cocaina, un quantitativo compatibile con l'uso personale. Ma il blitz era soltanto l'esito di un pomeriggio che, per ora, ha messo fine alla carriera politica del 47enne spin doctor del leader della Lega. Un pomeriggio cominciato così.
DODICI ORE CHIUSI IN CASA
«Eravamo alla vigilia di Ferragosto e da un paio di giorni si sentiva qualche rumore, su al primo piano. Niente di particolarmente allarmante, ma insomma era il segno che qualcuno c'era», racconta la vicina di casa di Morisi, al piano terra di questo curioso condominio immerso nelle campagne e abitato da quaranta famiglie, soprattutto lavoratori fuori sede che nei weekend lasciano deserto il cascinale. «Morisi lo vediamo soprattutto tra il venerdì e il lunedì », riferisce un giovane a bordo di uno scooter.
TWEET DI LUCA MORISI SULLA DROGA DATATO 2014
«Lo capisco dalla Maserati Levante parcheggiata nel suo posto auto, mi dicono essere sua». Morisi, dunque, decide di passare i giorni a cavallo del fine settimana del 15 agosto in quest' oasi di tranquillità. Non è solo, però. Cristina già nei giorni precedenti ha notato un signore sulla cinquantina che entra ed esce dal suo appartamento. Tra la notte del 13 e la mattina del 14, Morisi e il suo ospite ricevono due ragazzi romeni di circa venti anni, che vivono fuori dalla provincia di Verona, e che probabilmente hanno conosciuto online.
«Non sappiamo i dettagli del rapporto di Morisi con queste due persone, ma si tratta di una frequentazione assolutamente saltuaria», spiegano gli investigatori. Si conoscono appena, in altre parole. O, comunque, non da molto tempo. E tuttavia i ragazzi trascorrono a casa Morisi almeno 12 ore.
tweet su luca morisi indagato 6
IL GIALLO DELLA DROGA
È tardo pomeriggio, infatti, quando i due ospiti lasciano il cascinale, si mettono in macchina e prendono la strada di casa. Dopo neanche pochi chilometri, su una delle provinciali che tagliano le vigne, vengono fermati dai carabinieri a un posto di blocco.
È un controllo casuale, come se ne fanno tanti. I due però sono nervosi. I militari li fanno scendere, si fanno dare i documenti, poi ispezionano l'auto. Incastrata nel portaoggetti, c'è una fiala di vetro, con dentro del liquido. I ragazzi non esitano un attimo. «È nostra, è Ghb». Ghb, comunemente detta "droga dello stupro". Produce effetti di sedazione e stordimento e viene consumati anche nei rapporti sessuali consenzienti insieme con la cocaina.
tweet su luca morisi indagato 5
Per la legge, non basta la dichiarazione del possessore per certificare la natura della sostanza, quindi la fiala è stata mandata al laboratorio di analisi del Comando provinciale dei carabinieri di Verona. Il risultato, visto l'arretrato accumulato dalla struttura, non arriverà prima di uno-due mesi. I romeni aggiungono di averla avuta, gratuitamente, da Luca Morisi, nel corso di un festino a casa sua. E indicano su Google Maps il cascinale di Belfiore. «Venite con noi», ordinano i carabinieri prima di salire sulla volante. L'indagine da nascondere I militari arrivano al cascinale.
tweet su luca morisi indagato 1
E Morisi capisce subito che è l'inizio della fine. In casa trovano della cocaina, nemmeno due grammi. Ci sono le accuse dei ragazzi. Arriva la segnalazione in Prefettura. E la denuncia in Procura. «Non ho commesso reati, la mia è stata però una grave caduta come uomo», dice Morisi, che ancora non è stato sentito dai magistrati. A Repubblica risulta però che da Ferragosto fino a ieri, quando abbiamo pubblicato la notizia dell'inchiesta di Verona, Morisi - dimessosi dalla Lega non ieri come riferito dal partito ma il primo settembre - abbia cercato, a tutti i livelli, di tenere sotto silenzio la storia.
Con alcuni suoi interlocutori sostiene che il controllo dei carabinieri sui due ragazzi romeni non sia stato casuale, ma una maniera per incastrarlo. «Non abbiamo nulla da aggiungere alle parole della procuratrice Angela Barbaglio» dice l'avvocato padovano di Morisi, Fabio Pinelli. «Il fatto, per l'Autorità giudiziaria, è banale».
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CACCIA AL FORNITORE
Sarà banale, ma Morisi è indagato per cessione in base all'articolo 73 del Testo unico sugli stupefacenti in una vicenda che associa il suo nome a due tipi di droga, la cocaina e - forse - il Ghb. Tale familiarità con le sostanze per gli inquirenti è significativa. Così come ritengono importante capire chi è il suo fornitore. «Non mi pare risulti altra pregressa attività di spaccio», sostiene la procuratrice Barbaglio. «Né che Morisi risulti mai indicato da nessuno come ipotetico spacciatore». È bastata la notizia dell'inchiesta, però, a fare crollare il castello di anni di ipocrisie politiche.
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