E LA MOSCHEA DOVE LA MAO-METTO? AL POSTO DI UNA CHIESA! - LA DIOCESI DI FIRENZE VENDE I PROPRI TERRENI ALLE COMUNITA’ ISLAMICHE PER 300 MILA EURO – L’OPERAZIONE BENEDETTA DAL SINDACO RENZIANO DI FIRENZE, DARIO NARDELLA, E DA QUELLO BERSANIANO DI SESTO FIORENTINO - E I FEDELI? S'INCAZZANO
Christian Campigli per “la Verità”
Sarà di oltre 8.000 metri quadrati il terreno sul quale sorgerà la nuova moschea di Firenze. Una notizia anticipata su queste pagine lo scorso 6 dicembre e che oggi trova ulteriore conferma nel comunicato ufficiale del Comune di Sesto Fiorentino. L' area sulla quale verrà edificato il luogo di culto appartiene alla curia fiorentina, che ha deciso di venderla alla comunità islamica, capeggiata da Izzedin Elzir.
Il protocollo d' intesa tra l' amministrazione guidata dal sindaco Lorenzo Falchi (vero regista di tutta l' operazione), l' arcidiocesi, l' università e l' associazione per la moschea di Firenze verrà firmato il prossimo 22 dicembre. Il terreno in questione è quello situato in via Pasolini, a poche centinaia di metri dal nuovo polo scientifico universitario. Un' area molto vasta, che potrà ospitare un fabbricato di oltre 2.500 metri quadrati e che verrà comprata dall' Ucoii (Unione delle comunità islamiche d' Italia) per una cifra vicina ai 300.000 euro.
La curia fiorentina, a sua volta, entrerà in possesso di un secondo terreno, decisamente più piccolo (circa 2.500 metri quadrati), stavolta di proprietà dell' università, nel quale verranno realizzati «fabbricati per attività religiose». Il Comune dovrà apportare le necessarie modifiche agli strumenti urbanistici affinché si possano realizzare fino a 1.250 metri quadrati di fabbricati per attività religiose. In sostanza la metà di quelli necessari per costruire la nuova moschea.
Nella nota, l' amministrazione sestese ha voluto precisare che non ci sarà alcun tipo di esborso di denaro pubblico. Izzedin Elzir, durante un' intervista con Andrea Marotta al Tgr Rai, ha chiarito che quella di Sesto sarà, almeno nelle sue intenzioni, solo la prima di una serie di edifici di culto islamico che verranno fatti sorgere sul territorio toscano.
La vicenda della moschea di Firenze ha avuto numerose puntate, ma il romanzo è ormai giunto all' ultimo capitolo. Il sindaco Dario Nardella ha cercato in ogni modo di venire incontro all' Ucoii. A novembre 2016 si fece largo l' ipotesi di costruire il luogo di culto in viale Europa, una delle zone residenziali più belle (e care) della città, a due passi da un cimitero cattolico e da una scuola privata materna ed elementare. Poi fu la volta di un terreno posto di fronte alla sede di Publiacqua.
Un progetto seguito immediatamente da due nuove ipotesi: Villa Basilewsky e Villa Fabbricotti, entrambe però ritenute non idonee per accogliere un centro culturale e una sala di preghiera dalla comunità islamica. Non sono andate in porto neanche le proposte provvisorie: il Mandela Forum e l' aula bunker di Santa Verdiana.
Ogni volta i soldi erano troppi e lo spazio insufficiente rispetto alle richieste degli islamici. E così si è fatta largo l' idea di spostarsi in periferia. Lo scorso 6 ottobre Izzeddin Elzir ha ammesso pubblicamente di essere stanco delle attese dettate, a suo dire, dalla giunta fiorentina. «Non possiamo aspettare per sempre gli altri: ora andiamo avanti per i fatti nostri». Pochi giorni dopo l' avvicinamento con la giunta sestese, che ha fin da subito assicurato ampia disponibilità.
Cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze
Tanti i commenti nei vari gruppi Facebook quando si è diffusa la notizia. Tra chi ricorda come sia indispensabile far piena luce sull' origine dei soldi con cui si concluderà l' acquisizione e chi sottolinea l' eccessiva vicinanza con un luogo di studio, pieno di giovani, e con l' aeroporto Amerigo Vespucci.
«Realizzare una moschea in una proprietà della diocesi è un raggiro a danno degli abitanti di Sesto Fiorentino: fino a ieri sapevano che quei terreni sarebbero stati utilizzati per il culto cattolico e invece tutto a un tratto scoprono che lì ne sarà realizzato uno islamico senza che i cittadini siano stati interpellati», afferma il capogruppo di Fratelli d' Italia nel consiglio regionale della Toscana, Giovanni Donzelli.
«È un brutto trucco di magia messo in scena penosamente dalle istituzioni che hanno trasformato una chiesa in una moschea. Da cattolico mi aspetto che la Chiesa si preoccupi di tutelare gli interessi dei cristiani, piuttosto che favorire la costruzione di nuove moschee a scatola chiusa».
Critiche anche da sinistra, soprattutto nei confronti di Dario Nardella e della sua giunta, accusata di aver lasciato alla curia l' onere della mediazione e del compromesso, prerogative stesse della politica. «La nostra amministrazione alla fine ha deciso di non decidere e ha dovuto attendere il soccorso di Sesto», sottolinea il consigliere di Alternativa libera, Miriam Amato.
«Nella nostra città da molti anni la comunità islamica aspettava di avere un luogo di culto adeguato e degno. Appare chiaro come il Pd sia stato mosso esclusivamente da motivi elettorali e abbia dimostrato di non aver il coraggio necessario per gestire una questione così importante e delicata».