paty

LA VERSIONE DI MUGHINI - NON MI INTERESSA IL PEZZO DI MERDA CHE ERA IL DICIOTTENNE CECENO CHE HA SCANNATO L'ONESTO E GENTILE PROFESSORE FRANCESE CHE HA SPIEGATO ALLA CLASSE COSA FOSSE LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE. AL CUORE DI QUEL FATTO ATROCE C'È IL PADRE DI UNA DELLE STUDENTESSE DEL LICEO, E IL SUO IMAM, CHE INSIEME SI SONO PRESENTATI AL PRESIDE E…

Giampiero Mughini per Dagospia

 

samuel paty

Caro Dago, da quanto ho amato Parigi (dove ho vissuto due anni) e la cultura francese (sono laureato in Lingua e letteratura francese) quello che accade in Francia sempre mi tocca particolarmente da vicino. Mi brucia, eccome. Figuriamoci poi la vicenda di questo onesto e “gentile” (così lo ricorda chi lo ha conosciuto) professore quarantasettenne, Samuel Paty, il quale è stato scannato perché aveva avuto l’impudenza di spiegare “gentilmente” agli studenti del suo liceo che cosa fosse la libertà di satira e dunque la libertà di espressione. Spiegare che la satira non è fatta per offendere ma per sorridere. Che se ironizzi sulle debolezze di questo o di quello non è perché lo vuoi morto. E bensì perché vuoi accendere un confronto, un discussione.

 

Paty voleva spiegare che le vignette pubblicate da “Charlie Hebdo” (e che già sono costate un mucchio di morti innocentissimi) non erano volte ad annientare le credenze dei musulmani, la loro fede, e bensì solo sorridere sugli aspetti di quelle credenze che suscitano dubbi in noi “laici”. Erano vignette che invitavano a sfottere i musulmani? Forse sì, ma questo avviene tutti giorni a tutte le ore e avviene ai danni di tutti. Chiunque ha il diritto di sfottere me, per gli aspetti che del me stesso televisivo non gli piacciono o lo irritano. Voi mi direte “Ma tu sei un povero signor nessuno mentre Maometto è il faro accecante di tutta una religione, e con lui non si può scherzare”.

giampiero mughini

 

E invece no, Paty voleva spiegare ai suoi alunni che si può scherzare anche su Maometto, come su chiunque altro, e che questo è un valore fondante della società come tanti di noi la vorrebbero. E a non dire che Paty è stato talmente “gentile” da dire ai suoi alunni musulmani che se lo volevano – perché talmente forte era la loro sensibilità religiosa – potevano uscire dall’aula. In molti lo hanno fatto tranne una, una studentessa mi pare.

 

Ora io non voglio spendere neppure una parola su quello sterco vivente che era il diciottenne accoltellatore ceceno. Su un tale pezzo di merda non c’è da spendere una sola parola, più che sufficienti le pallottole che gli hanno tolto la vita. (Di pezzi di merda ce n’è su tutte le sponde e in qualsiasi etnia, poteva essere un protestante, un cristiano, un interista, uno juventino, un biondo, un bruno.)

 

Quello che mi colpisce di più e che merita attenzione è l’atteggiamento del padre non so se di uno studente o di una studentessa musulmana (quella che era rimasta in aula?), il quale si è precipitato – accompagnato da un iman radicale – dal direttore della scuola in cui Paty insegnava a dirgli che il professore era “un delinquente” e che andava cacciato via dalla scuola. E’ lui l’epicentro di quello che è accaduto, non l’assassino diciottenne.

 

omicidio di samuel paty 8

E’ lui quello con cui non sono ammessi compromessi di sorta, intendo con il suo modo di pensare. Con il modo di pensare secondo cui un giornale francese che esce in un Paese in cui i musulmani sono milioni non ha il diritto di pubblicare delle vignette sfottitorie nei confronti del Profeta. Ho detto “sfottitorie” dando a questo termine il contenuto semantico il più garbato possibile, un contenuto che esclude assolutamente qualsiasi irrisione.

 

Sfottere, ironizzare, mirare al sorriso, tutto questo è il sale di una società e della sua vita. Poi magari dire che quella vignetta è più riuscita di quell’altra. Avessi qui di fronte a casa mia dei musulmani, porterei ovviamente il massimo rispetto ai loro usi e costumi e credenze religiose. Ovviamente. Non al punto però di togliermi il diritto di trovare su un giornale italiano delle vignette satiriche nei confronti dei loro usi e credenze. Vignette di cui poi tutti hanno il diritto dire bene o male, che sono riuscite o che sono un tantino volgari.

 

Il punto è esattamente questo. Non accettare che qualcuno, tipo il padre del liceo francese dove insegnava Paty, quel diritto ce lo voglia togliere. Lui e l’iman che lo accompagnava. Togliere quel diritto ai francesi come agli italiani. E’ lui che sta al cuore dell’atroce racconto di vita francese vissuta. Non il macellaio diciottenne.

 

 

 

emmanuel macron

GIAMPIERO MUGHINI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…