CIAK, SI GIRA (LA REALTÀ) - DUE BOSS DELLA MAFIA CANADESE GIUSTIZIATI A PALERMO, I CORPI BUTTATI IN DISCARICA

Riccardo Arena per "la Stampa"

Come nei film di azione, nelle gangster story, come nelle guerre criminali fra italiani e ispano-americani, come nella New York delle affiliazioni formali a "La Cosa nostra", con tanto di rito della "punciuta", la puntura del dito mentre un'immaginetta sacra brucia. E di nuovo morte e cadaveri fatti sparire, come nella Palermo che fu.

Due mafiosi di origine spagnola uccisi con una trentina di colpi di pistola, bruciati e poi gettati in una discarica a Casteldaccia, uno dei tre paesi dell'hinterland del capoluogo siciliano che rappresentarono i vertici del "triangolo della morte". Gli altri due sono Bagheria e Altavilla Milicia, tristemente noti nel corso degli anni ‘80.

A morire in Sicilia sono venuti Juan Ramon Fernandez Paz, di 57 anni, spagnolo ma affiliato alla "famiglia" italocanadese guidata da Vito Rizzuto, 67 anni, e Fernando Pimentel, 36 anni, anche lui legato al clan del capomafia originario di un paese dell'Agrigentino, Cattolica Eraclea, ma diventato una potenza a Montreal, anche per l'alleanza Oltreoceano con un'altra famiglia di Siculiana, sempre in provincia di Agrigento, quella dei Cuntrera-Caruana.

Una potenza e un'icona dell'arroganza mafiosa, Vito Rizzuto, al punto che ha fatto seppellire il figlio Nick, ucciso nel dicembre 2009, in una bara d'oro. Pochi mesi dopo, a novembre 2010, gli ammazzarono anche il padre, l'ottantaseienne Nicola Rizzuto.

Tornano dunque gli omicidi della mafia brutale e le vittime sono pezzi grossi della criminalità. I carabinieri però hanno trovato la soluzione quasi in tempo reale: ieri stesso, infatti, gli uomini del Ros e del Nucleo investigativo del Comando provinciale hanno arrestato i presunti responsabili del duplice delitto, i fratelli di Bagheria Pietro e Salvatore Scaduto, di 48 e 51 anni.

I due erano vissuti per anni in Canada, da dove pochi mesi fa erano stati rimandati indietro, espulsi come indesiderabili, come del resto le loro vittime, cacciate dopo avere finito di scontare una condanna a dieci anni per traffico di stupefacenti. Dal 2012 i due iberici vivevano a Bagheria, dove ufficialmente Fernandez Paz gestiva una palestra, considerata però solo la copertura di un traffico di stupefacenti tra la Sicilia e il lontano Ontario.

Proprio dal Canada è arrivato l'ordine di morte, impartito agli Scaduto. Da decifrare però il possibile ruolo di Vito Rizzuto: non si capisce infatti se il boss abbia ordinato il delitto o lo abbia subito. La figura centrale di tutta la vicenda è Fernandez Paz, considerato capo della parte della famiglia insediata a Toronto, ma poco disposto a schierarsi nella lotta intestina fra don Vito e Raynald Desjardin, francofono del Quebec e anche lui, come lo spagnolo, ritualmente affiliato alla famiglia dei Rizzuto, con tanto di cerimonia della "punciuta".

La faida tra Desjardin e il suo ex capo ha già fatto una trentina di morti, tra i quali proprio Nick e Nicola Rizzuto, ma anche Paolo Renda e Agostino Cuntrera, altri elementi di spicco del clan.

La scoperta dei cadaveri e l'arresto degli Scaduto è legata a una complessa indagine che proprio l'altro ieri aveva portato a 21 fermi, ordinati dai pm della Dda Leonardo Agueci, Francesca Mazzocco, Sergio Demontis, Caterina Malagoli e Alessandro Picchi.

Due dei provvedimenti non erano stati eseguiti, perché i destinatari erano Fernandez Paz e Pimentel: apparentemente spariti, dopo essere stati a lungo monitorati dagli investigatori come pericolosi narcotrafficanti di ossicodone, un potente sedativo, erano stati attirati in un tranello e assassinati. Grazie alle intercettazioni i carabinieri avevano capito cos'era successo. Hanno atteso però, prima di eseguire i p r o v v e d i m e n t i dei pm, che i killer parlassero fra di loro e consentissero involontariamente la scoperta dei cadaveri.

L'operazione che unisce le due sponde dell'Oceano è stata chiamata Argo. Non c'entra niente col film di Ben Affleck, vincitore di tre statuette agli Oscar di quest'anno. Ma tutta questa storia sembra lo stesso il film del nuovo incubo che torna a calare sulla Sicilia.

 

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