MUSICA STONATA – MICHELE TORPEDINE SI TOGLIE QUALCHE MACIGNO DALLA SCARPA E LI TIRA IN TESTA AGLI ARTISTI CHE HA PORTATO AL SUCCESSO E L'HANNO POI ABBANDONATO: “MA QUALE VOCE AMMALIANTE! I DUETTI DI ZUCCHERO LI HO PAGATI IO!" - "BOCELLI L’HO SCOPERTO IN UN PIANOBAR DI PONTEDERA, MI HA FATTO PASSARE COME UN IMPRESARIO DI FESTE DI PIAZZA”
Giulia Cherchi per "ilgiornaleoff.ilgiornale.it"
Giorni fa ha ricevuto il premio “Dietro le Quinte” assegnato a chi ha contribuito a rendere più prestigioso il Festival di Sanremo e la musica italiana nel mondo. Per il resto, qual è il bilancio di questo Festival?
Rispetto agli artisti che c’erano (un rinnovo totale di rapper), eravamo un po’ distanti da questo festival, e quindi già l’essere rientrati sul podio vuol dire che è andata bene. Fino a venerdì avremmo anche vinto ma siamo stati penalizzati dalla Commissione Qualità, sostantivo che andrebbe tolto da quella commissione, perché di qualità non ha niente.
Hanno le loro professioni personali, ma non dovrebbero parlare di musica. Dovrebbero essere eliminate sia la votazione dei giornalisti che la commissione qualità. Non ha senso tenere questi personaggi e penalizzare artisti che lavorano tutto l’anno per quel progetto. Poi è emerso quell’episodio di Bastianich, che mandava i messaggi affinché tutti votassero quel suo amico. Credo che non si farà più vedere in Italia!
Lei in passato è stato anche batterista. Oltre a suonare con tanti artisti italiani, ha addirittura fatto da supporter a Jimi Hendrix e si è esibito con Ray Charles. Che ricordo ha di questi due miti?
Con Jimi Hendrix per me è stato come andare in chiesa. Lui ha stravolto la musica, la chitarra, e vederlo di persona è stato molto emozionante, come un miracolo. Con Ray Charles invece è stata una pura casualità. Era stata organizzata una grande serata a Rimini, all’Altro Mondo, un locale che negli anni ‘60/ ‘70 andava di moda e portava i più grandi artisti. Lui e il suo gruppo una sera sono andati ad esibirsi nel locale in cui suonavo io. La fortuna ha voluto che mancasse il batterista e così abbiamo suonato una mezz’ora insieme. Una cosa del genere può capitare massimo due volte nella vita!
Poi ha intrapreso la carriera come manager di cantanti divenuti poi celebri nel panorama musicale. Come è avvenuto questo passaggio?
A differenza di altri miei colleghi, io ero musicista. Ho finito di suonare con Gino Paoli. Ero il suo batterista e insieme inventammo la tournée Vanoni-Paoli anche per un’esigenza particolare: eravamo tutti e due rovinati. Così in un locale di Bologna una sera gli ho dato questa idea che ha cambiato la vita un po’ a tutti e due. Quando ho intrapreso la carriera da manager la prima cantante in assoluto è stata Gianna Nannini, era il 1980.
Io lavoravo in una agenzia dove si produceva Pino Daniele. Andavo sempre con lui nei vari tour in giro e lì ho imparato a conoscere il più grande artista che l’Italia abbia mai prodotto. E da lì ho cominciato a seguire Gino Paoli, sono tornato a suonare con lui: è stato il primo a darmi la possibilità di fare questo lavoro, aveva capito per primo certe mie intuizioni, certe idee. Poi sono arrivati Zucchero, Giorgia, Bocelli, Biagio Antonacci e tutto il resto.
Dei molti cantanti con cui ha lavorato chi le ha lasciato un po’ di amarezza?
Quasi tutti, tranne IlVolo. Ormai sono dieci anni con loro. Mi hanno dato un respiro nuovo, mi hanno dato la voglia di rimettermi ancora in gioco. Loro sono diversi, magari anche perché quando li ho conosciuti erano molto giovani, ma adesso c’è un bellissimo rapporto, anche con i genitori. Sono gli unici genitori che non si intromettono nel lavoro e guardano con molta intelligenza quello che facciamo. I tre ragazzi sono giovani e spero che la mia salute regga così da fare anche il ventennale con loro.
Che cosa hanno questi ragazzi di diverso rispetto agli altri artisti con cui ha lavorato?
Il Volo insieme ad artisti come Laura Pausini, Eros e Bocelli, sono i quattro veri artisti del panorama musicale italiano che fanno successo in tutto il mondo. E nonostante il successo sono persone molto umili che si preoccupano ancora di chiedere scusa se un giornalista scrive male di loro. Dicono: scusa mi fai leggere quella cosa orribile che hai scritto su di me? Sono persone ancora molto umili.
A loro ha anche dedicato il titolo del suo libro Ricomincio dai Tre. Come è nata l’idea di scriverlo?
Avevo voglia di mettere un po’ di chiarezza nell’ambiente, volevo che non venissero raccontate più bugie. Ho voluto mettere dopo tanti anni di musica un po’ di verità nell’ambiente. Ho sperato molto che i miei colleghi prendessero la palla al balzo per affiancarmi e fare chiarezza, ma vedo che c’è molta diplomazia (chiamiamola “diplomazia”) nel mio ambiente. Nessuno ha voglia di mettersi in gioco, di rischiare, di parlare, di mettere a posto le cose, di mettere a posto Sanremo e la musica. È un popolo che si adatta quello italiano, basta che non gli togli il campionato di calcio.
Nel libro racconta tante curiosità…c’è stata anche una reazione di Zucchero…
Sono anni che racconta bugie. Lui è stato uno dei motivi per cui ho fatto questo libro. Racconta episodi dove al posto mio con Pavarotti in America c’era lui. Oppure racconta che Joe Cocker è rimasto ammaliato dalla sua voce…E i soldi che ho speso io, non se li ricorda più? Allora il problema è che tutti possono anche far finta di non ricordare una cosa, ma così è impossibile.
Tutti i duetti pagati senza mai ricevere un grazie. Una volta ti può anche sfuggire per sbaglio un ringraziamento, ma non puoi tutta la vita raccontare che i grandi artisti sono arrivati perché sentivano questa voce meravigliosa. Va bene Sinatra, Tony Bennett o Pavarotti, ma non credo che per una voce normale soul impazzisca qualcuno.
Quindi mi sta dicendo che è stato Zucchero il cantante che le è stato più ingrato?
Sì, Zucchero è stato il peggiore. Su Andrea (Bocelli n.d.r.) non posso dire niente. Magari diciamo che nelle risposte successive non è stato molto corretto. Ha fatto un film in cui la mia figura di manager risultava molto più simile a quella di un impresario di feste di piazza. Diciamo che c’è stato poco rispetto dopo.
Invece i ragazzi de Il Volo mi pare la ringrazino sempre…
Anche in maniera esagerata. Poi anche Luca Carboni con cui ho lavorato, in un disco fortunato (Ci vuole un fisico bestiale ), è una persona meravigliosa, e anche Ron. Non ultimo ho visto in un programma di Bonolis, Jovanotti che ringraziava Cecchetto per avergli cambiato la vita.
Tanto di cappello a personaggi così! Tutti gli artisti che ho trovato partivano da zero, io non ho mai preso un artista già avviato, tranne Paoli (ma all’epoca era rovinato perché non faceva più niente, erano sette anni che non faceva un disco perché nessuno lo voleva più): Giorgia la vidi in un locale di Roma che si chiamava Il Classico, era in una balera che si esibiva con suo padre. Biagio Antonacci era a zero punti, Zucchero era in un locale di Forte dei Marmi, Bocelli in un pianobar di Pontedera. Io li ho presi tutti da zero e sono diventati ciò che sono diventati. Non ho mai preso un artista già formato.
Vuole dirmi che è stato lei la loro fortuna?
No, magari sarebbe arrivato anche qualcun altro ma non so se avrebbe fatto il lavoro che ho fatto io. Può darsi che non sarebbe riuscito o anche che avrebbe fatto meglio… però io ho fatto delle cose come uniche in Italia: ho inventato il Pavarotti International, insieme a Zucchero chiaramente, per dodici anni e non c’è stata più una rassegna così. I miei artisti sono ancora da trenta anni al primo posto quando escono. Noi vediamo abitualmente gli artisti che durano sei mesi, un anno, poi spariscono. Però nessuno si vuole convincere di questo. Dicono sempre che sono molto fortunato.
Dopo i tanti successi della sua carriera quale aneddoto OFF è ancora inciso nella sua memoria?
Venivo da una famiglia povera emigrante a Bologna. Ricordo che scappavo sempre in parrocchia a suonare e quando tornavo a casa prendevo tante botte da mio padre: eravamo una famiglia povera e io invece di studiare andavo a suonare, che non era certo un lavoro. Ero talmente convinto di fare qualcosa nella musica che non sentivo nulla. Era del tutto stabilito forse.
Attualmente a quali progetti sta lavorando?
Con IlVolo ne ho tanti. Adesso abbiamo il Giappone, Matera per la televisione americana e il tour mondiale. I ragazzi, insieme ad artisti come Bocelli, sono gli unici che girano tutto il mondo e che hanno successo ovunque. Sanremo è stato un episodio promozionale, anche se venerdì sera avremmo vinto noi il festival, poi succedono delle cose strane. Ma tutti gli anni succedono cose strane al festival, finché la canzone è in mezzo alla politica, agli affari, in mezzo al business. L’arte non dovrebbe essere così.
C’erano altre canzoni belle, ma è naturale che le cose vadano come sono andate se poi si confonde il festival di Sanremo con IL Club Tenco, con Il Primo Maggio. Se tu vuoi dare un taglio particolare della tua carriera poi non puoi venire a Sanremo. Infatti anni fa fecero Il Club Tenco, la Musicultura a Macerata e Il Primo Maggio. Se vuoi fare comunicazione politica vai al Primo Maggio.
Non c’è più la canzone italiana e quindi Sanremo non si può più chiamare il Festival della canzone italiana. Molti poi hanno paura di non andare in radio, è tutto condizionato al risultato successivo. Ad esempio con la voce di Arisa non si può fare un pezzo del genere! Quando venne fuori con La notte era un pezzo meraviglioso, la sua voce è quella! Cosa si mette a fare Jennifer Lopez adesso!
IL VOLO CON ARDUINI E DI CIANCIOil voloil volo fanno la festa a mahmood