NEL XXI SECOLO ANCHE IL SESSO È DIVENTATO DIGITALE - UN RAGAZZO SU TRE PRATICA ESCLUSIVAMENTE SESSO ONLINE: OLTRE UN MILIONE E 600 MILA GIOVANI TRA I 18 E I 35 ANNI, CIRCA UNO SU SEI, È ANCORA VERGINE - LA METÀ DEI RAGAZZI FRA GLI 11 E I 24 FA "SEXTING", CIOÈ MANDA MESSAGGINI SCONCI AL PROPRIO PARTNER. IL TERMINE SEXTING DERIVA DALLA PAROLA "SESSO" (SEX) E "MESSAGGIO" (TEXT) IN INGLESE...
Estratto dell’articolo di Morgana Sgariglia per www.leggo.it
[…] Il sexting, l'invio e la condivisione di materiale sessualmente esplicito in forma verbale, fotografica o video tramite cellulare o computer, ha illustri antenati nella lettera ottocentesca e nella polaroid del Ventesimo secolo ma segna la prima volta nella storia dell'uomo in cui un messaggio esplicito è allo stesso tempo testuale e visivo.
Ne parliamo come secondo argomento della mini rubrica sessuale di Leggo, "Gen Zex - Il sesso al tempo degli Zoomer", che esplora temi riguardanti la sessualità sotto l'aspetto medico, culturale e sociale con l'aiuto di esperti del settore.
I nostri sondaggi TikTok, hanno rilevato che gli adolescenti preferiscono incontrarsi dal vivo piuttosto che fare sexting (il 73% contro il 27%). Tendenza in netto contrasto con una indagine 2023 della Società Italiana di Andrologia (SIA) che ha esaminato i cambiamenti nelle abitudini sessuali della Generazione Z dopo la pandemia. «Un ragazzo su tre pratica esclusivamente sesso virtuale - riferisce lo psicoterapeuta e sessuologo Matteo Merigo - Inoltre, oltre un milione e 600mila giovani tra i 18 e i 35 anni, circa uno su sei, non ha mai avuto un rapporto sessuale».
Circa la metà dei ragazzi fra gli 11 e i 24 fa sexting, secondo un'indagine del 2021 dell’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss) condotta su 3.500 ragazzi. Una quota ridotta (8,9%) li riceve quasi quotidianamente. «Questo dato, anche se inferiore alla media mondiale del 14% - fa notare Merigo - dimostra come l'invio di materiale sessualmente esplicito tra adolescenti sia una modalità d’interazione sempre più comune».
[…] Il termine sexting deriva dalla parola "sesso" (sex) e "messaggio" (text) in inglese. Il termine è stato usato per la prima volta in un articolo del 2004 del giornale canadese The Globe and Mail sui messaggi espliciti che David Beckham all'epoca inviò a Rebecca Loos, sua assistente durante la sua permanenza al Real Madrid: «I messaggi sessuali sono diventati il nuovo sesso telefonico».
Secondo il Daily Mail, l'ex star del calcio avrebbe mostrato i messaggi hot di Loos agli amici, gettandola nel più totale imbarazzo e costringendola a rivedere la sua opinione su di lui. Tuttavia, è solo nell'agosto 2012 che il termine entra ufficialmente nel dizionario Merram-Webster, l'equivalente del nostro Zanichelli. Per la prima volta l'umanità è in grado di scambiarsi all'unisono testi con foto o video espliciti grazie a internet e smartphone.
Il sexting ha come illustre antenato la lettera d'amore, in cui in molti casi, la parola "amore" era un eufemismo. Nelle sue missive James Joyce chiamava la sua amante Nora Barnacle «la mia sporca uccellina» con una descrizione sessualmente dettagliata di quello che le avrebbe fatto al loro prossimo incontro. Carlo II d'Inghilterra commissionava ritratti della sua amante, Nell Gwyn, mezza nuda sul letto o mentre riempiva salsicce, senza nascondersi troppo dietro alle metafore. Sia nel caso della lettera che quello dell'opera d'arte, però, era sempre necessario un tramite, quindi una terza persona, che avrebbe potuto non mantenere la segretezza. La grande differenza tra il presente e il passato, poi, è che oggi la tecnologia è a disposizione dei più.
Le chat sono ritenute migliori del corteggiamento di persona perché più disinibite, inclini all'idealizzazione e senza limiti d'orario. Non solo. Ci si può scrivere ovunque con più persone, con più coraggio e totalmente privi di imbarazzo. Le interazioni, inoltre, prevedono poco investimento emotivo e temporale con la nuova possibilità di cancellare i messaggi o annullarne l'invio. […]
«Il sexting può essere considerato una fase di avvicinamento, simile al petting - spiega Botta - Facilita la riduzione delle inibizioni, permettendo l'espressione di termini e fantasie». Consente anche «di ottenere conferme sulla propria piacevolezza fisica e di ricevere un'iniezione di autostima, oltre a essere utilizzato per sedurre e sentirsi desiderabili». […]
D'altro canto, però, può inibire le emozioni e procrastinare all'infinito il momento dell'incontro. «Il rischio principale del sexting è la 'persistenza' del materiale - sottolinea Botta - poiché una volta caricato su Internet, questo tipo di contenuto sensibile può rimanere lì indefinitamente». Il fenomeno può consentire l’insorgere di ansia, depressione, insoddisfazione, astenia (perdita di forza muscolare), abulia (mancanza di volontà nel prendere decisioni). Altri rischi sono il cadere vittima di condivisioni incontrollate di immagini o video personali, pedopornografia e cyberbullismo.
Una ricerca della psicoterapeuta Marzia Terragni e del medico Francesca Scordamaglia segnala che il 75% dei giovani riscontra una significativa perdita di autostima, sicurezza e fiducia negli altri dopo aver fatto sexting. Altri effetti negativi includono difficoltà di concentrazione e basso rendimento scolastico (28%), depressione (28%), paura e rifiuto della scuola (24%), disturbi alimentari (24%) e autolesionismo (20%). «A causa della natura senza limiti di spazio e tempo del cyberbullismo - così Merigo commenta questi dati - le offese inflitte ai giovani diventano permanenti». […]
Prima o poi nella vita ci si può ritrovare a fare sexting per gioco. È possibile fare sexting in sicurezza adottando alcune pratiche e precauzioni per proteggere la propria privacy e ridurre i rischi associati a questa attività. La psicologa e sessuologa Suzane Brito Silva dà alcuni suggerimenti a riguardo.
È necessaria una «comunicazione chiara e consensuale», in cui ci si assicuri di comunicare chiaramente e ottenere il consenso di tutte le persone coinvolte prima di inviare messaggi o immagini sessualmente esplicite. Bisogna, inoltre, proteggere la propria identità: «evitare di includere volti o altre caratteristiche identificabili nelle immagini sessualmente esplicite per proteggere la propria identità e la privacy». È consigliabile scegliere destinatari di cui si ha fiducia, no ad estranei o persone poco conosciute.
Bisogna utilizzare «piattaforme di messaggistica o social media con funzionalità di crittografia end-to-end e impostazioni di privacy robuste». Bisogna conservare in modo sicuro le immagini sessualmente esplicite e eliminarle quando non servono più. Fare anche attenzione «alle impostazioni di condivisione, assicurandosi di controllare chi può vedere o inoltrare il contenuto». Se capitano incidenti di percorso, bisogna rivolgersi ad un adulto di fiducia e segnalare l'incidente alle autorità competenti. […]