SEGREGATI E CONTENTI - A NEW YORK C’È LA FILA PER ABITARE NEL GRATTACIELO DOVE CI SONO INGRESSI SEPARATI PER RICCHI E POVERI - PER LE 55 CASE POPOLARI, PAGATE DAL COMUNE, SONO ARRIVATE 90 MILA DOMANDE

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

NEW YORK - IL PALAZZO CON INGRESSI DIFFERENTI PER RICCHI E POVERINEW YORK - IL PALAZZO CON INGRESSI DIFFERENTI PER RICCHI E POVERI

 

Tutti l’avevano criticato, ma adesso c’è la fila per entrare. Parliamo del nuovo grattacielo abitativo sulla West Side di Manhattan, che è stato costruito con due entrate diverse: una per i super ricchi, che ci vivranno nel lusso più esagerato, e una per i poveri, che invece andranno negli appartamenti sovvenzionati dal comune. Quando si era sparsa la voce di questo progetto, subito si erano alzate le proteste che lo accusavano di una segregazione modello apartheid, basata sui soldi. Ora però si scopre che per le 55 case per i poveri sono state presentate 88.000 domande.

 

L’edificio sorge fra la 59esima e la 62esima strada West, ed è stato costruito dalla Extell Development Company. Come in altri casi, ad esempio a Brooklyn, le autorità comunali avevano dato il permesso di realizzarlo, a patto che una parte dello spazio fosse riservato alle persone meno abbienti, che avrebbero potuto ricevere appartamenti con affitti sovvenzionati tramite una lotteria. Così il grattacielo era stato progettato con due facce, e due ingressi: uno riservato ai ricchi, con accesso alla piscina e a tutti i servizi più sofisticati, e uno ai poveri, esclusi invece dalle parti più lussuose dell’edificio.

NEW YORK - IL PALAZZO CON INGRESSI DIFFERENTI PER RICCHI E POVERI NEW YORK - IL PALAZZO CON INGRESSI DIFFERENTI PER RICCHI E POVERI

 

Queste unità per i meno abbienti erano destinate a famiglie che guadagnavano fra 30.240 e 50.340 dollari all’anno, e i prezzi erano 1.082 dollari per soggiorno e due stanze, 895 per soggiorno e una stanza, e 833 per uno studio, ossia una stanza singola con angolo cottura. Risultato: 88.000 persone hanno fatto domanda, e quando il conto completo sarà stilato, il totale potrebbe arrivare oltre le 90.000 richieste. Una lotteria, poi, sceglierà i 55 fortunati.

 

L’idea aveva generato polemiche, ma la risposta è stata entusiastica, perché chiunque vorrebbe andare a vivere a quei prezzi in una torre di lusso sull’Hudson River, anche se deve accettare l’umiliazione di entrare dalla porta di servizio. Per le autorità comunali, poi, il progetto afferma la nuova linea secondo cui la città deve avere abitazioni più economiche a disposizione dei meno abbienti, e chiunque vorrà costruire a New York dovrà tenere presente questa regola.

 

 

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…