biden putin russia stati uniti

LA DIFFERENZA TRA UNA DEMOCRAZIA E UN’AUTOCRAZIA? LA STAMPA FA IL SUO DOVERE - IL “NEW YORK TIMES" RIVELA CHE L'INTELLIGENCE AMERICANA HA AIUTATO GLI UCRAINI A LOCALIZZARE E A UCCIDERE I GENERALI RUSSI SUI CAMPI DI BATTAGLIA E LA CASA BIANCA S’INCAZZA: “È DA IRRESPONSABILI SCRIVERE QUESTE COSE” - L’IPOCRISIA DI BIDEN: NON VUOLE ESSERE ACCUSATO DI FOMENTARE L'ALLARGAMENTO DEL CONFLITTO E IL COINVOLGIMENTO SEMPRE PIÙ DIRETTO DEGLI STATI UNITI (MA E’ QUELLO CHE STA FACENDO) - KUPCHAN: "BIDEN DOVREBBE AVERE UN CONFRONTO CON GLI ALLEATI E CON GLI UCRAINI PER STABILIRE QUALI SIANO GLI OBIETTIVI DELLA GUERRA. PERCHÉ ORA NON LO SAPPIAMO”

1 - BUFERA SUL NY TIMES: «GLI 007 USA DIETRO LA MORTE DI 12 GENERALI RUSSI»

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

VLADIMIR PUTIN JOE BIDEN - ILLUSTRAZIONE TPI

Il New York Times rivela che l'intelligence americana ha aiutato gli ucraini a localizzare e a uccidere i generali russi sui campi di battaglia. L'esercito di Kiev, scrive il quotidiano, «ne avrebbe eliminati circa 12». La Casa Bianca reagisce con durezza.

Adrienne Watson, la portavoce del Consiglio di sicurezza guidato da Jake Sullivan, ha dichiarato: «È da irresponsabili scrivere queste cose; gli Stati Uniti forniscono informazioni per aiutare gli ucraini a difendere il loro Paese, non con l'obiettivo di uccidere i generali russi».

 

GUERRA IN UCRAINA - GENERALI RUSSI UCCISI

In serata è intervenuto anche John Kirby, portavoce del Pentagono: «Il governo ucraino dispone già di proprie informazioni sul terreno che mette insieme con le nostre e con quelle in arrivo da altri partner; noi non abbiamo alcun ruolo nell'identificazione degli obiettivi». Il New York Times ha poi precisato che i rapporti dell'intelligence Usa «individuavano i comandi mobili dei russi sul terreno», senza indicare i generali come possibile bersaglio. Come dire: la responsabilità delle azioni militari ricade interamente sugli ucraini.

GUERRA IN UCRAINA - GENERALI RUSSI UCCISI

 

Ma tutta la vicenda lascia molti dubbi. Fin dall'inizio della crisi, prima ancora dell'invasione, il 24 febbraio, l'Amministrazione Biden aveva scelto di condividere non solo con i governi alleati, ma anche con l'opinione pubblica le notizie raccolte dai servizi segreti.

 

PUTIN BIDEN

E ancora martedì scorso, in un'audizione al Senato, il capo di Stato Maggiore, il generale Mark Milley, aveva detto ai parlamentari: «il Pentagono ha aperto i rubinetti; abbiamo passato informazioni importanti a Kiev». Nei primi giorni della guerra, per esempio, gli americani avevano avvertito il comando ucraino che le truppe speciali russe si sarebbero paracadutate all'aeroporto di Hostomel, vicino alla capitale, per tentare di catturare il presidente Volodymyr Zelensky. Che cosa è cambiato allora?

 

Nelle ultime settimane Joe Biden ha aumentato in modo esponenziale la fornitura di armi, chiedendo al Congresso di stanziare altri 20 miliardi di dollari. Nello stesso tempo il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, ha fatto sapere che l'obiettivo degli Stati Uniti è «indebolire la Russia al punto che non possa più aggredire altri Paesi». Finora, la diffusione delle notizie riservate faceva parte di questa strategia.

 

GUERRA IN UCRAINA - GENERALI RUSSI UCCISI

Ma, evidentemente, le cose sono andate troppo in là. Il segnale di allarme è arrivato nel fine settimana, quando il generale Valery Gerasimov, appena nominato comandante in capo da Vladimir Putin, è sfuggito a un blitz degli ucraini. Casa Bianca e Pentagono hanno subito preso le distanze dall'operazione. Biden non vuole essere accusato di fomentare l'allargamento del conflitto e il coinvolgimento sempre più diretto degli Stati Uniti. In questo senso l'uccisione dei capi militari equivarrebbe all'istituzione della «no-fly zone» sui cieli dell'Ucraina.

GUERRA IN UCRAINA - GENERALI RUSSI UCCISI

 

Le sfumature Sono sfumature che sembrano difficile conciliare con quella che è la strategia complessiva: appoggiare la resistenza ucraina fino alla vittoria. Nel Congresso, in particolare, cresce la spinta per spazzare via quelle che sono percepite come «ambiguità». Ma Biden resiste: gli Stati Uniti non stanno facendo una «proxy war», una guerra per procura contro Putin.

 

putin zelensky biden

2 - CHARLES KUPCHAN: «L'IRA CONTRO LA STAMPA? BIDEN VUOLE EVITARE L'ESCALATION»

G. Sar. per il “Corriere della Sera”

 

Biden «ha aumentato il suo impegno in Ucraina, ma vuole a tutti i costi evitare un'escalation. Probabilmente per questo la Casa Bianca ha reagito così duramente con il New York Times ». È un problema soprattutto politico, osserva Charles Kupchan, 63 anni, già consigliere di Barack Obama e oggi, tra l'altro, docente di Relazioni internazionali alla Georgetown University di Washington.

CHARLES KUPCHAN.

 

L'attacco dell'Amministrazione al «New York Times» segnala un cambiamento di strategia? Finora il governo Biden ha diffuso i report dell'intelligence...

«Non so se sia un cambio strutturale. Però siamo in una fase molto pericolosa della guerra. Ci stiamo avvicinando al 9 maggio, quando la Russia celebrerà la vittoria della Seconda guerra mondiale. Qui a Washington ci aspettiamo che Putin possa annunciare qualcosa di clamoroso, per esempio l'annessione del Donbass, oppure la mobilitazione di altre truppe. Insomma, c'è il potenziale per un'ulteriore escalation».

GUERRA IN UCRAINA - GENERALI RUSSI UCCISI

 

E quindi la Casa Bianca è più prudente?

«Probabilmente ritiene che quell'articolo, scritto in quei termini, cioè con l'affermazione che il governo americano avrebbe aiutato gli ucraini a eliminare i generali russi, possa diventare un ostacolo per prevenire l'ulteriore escalation».

 

Ma non pensa che gli Stati Uniti si siano già spinti molto in avanti?

«Gli Usa e gli alleati hanno aumentato la consegna di armi, dopo aver visto quanto l'esercito ucraino sia stato capace di respingere l'iniziale avanzata russa. Sappiamo, e lo sa anche Putin naturalmente, che gli americani stanno fornendo armi, sostegno economico e anche informazioni di intelligence. Tuttavia credo che l'impegno iniziale a evitare l'allargamento della guerra rimanga intatto. Biden non vuole mandare soldati a combattere sul campo, non vuole istituire la "no-fly zone"».

vladimir putin joe biden ginevra

 

Non è una posizione che sta diventando sempre più ambigua?

«La Casa Bianca deve reggere anche la pressione politica del Congresso. Nancy Pelosi è andata a Kiev e ha parlato di "vittoria". A questo punto penso che Biden dovrebbe avere un confronto con gli alleati e con gli ucraini per stabilire quali siano gli obiettivi della guerra. Perché ora non lo sappiamo».

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO