
NIENTE CHEMIO ALLA FIGLIA CHE POI MORI’: PER I GIUDICI I GENITORI SONO COLPEVOLI – LA 17ENNE SEGUÌ IL METODO HAMER CHE PRESCRIVE CORTISONE E VITAMINE ANZICHÉ I PROTOCOLLI DELLA MEDICINA, LA MAMMA: “FU MIA FIGLIA A RIFIUTARE I CICLI DI CHEMIOTERAPIA, DICEVA: È VELENO PER IL MIO CORPO” – BURIONI: “UNA BARBARIE LASCIARE I GENITORI A GIOCARE ALLA ROULETTE RUSSA CON LA SALUTE DEI FIGLI”
Brunella Bolloli per “Libero quotidiano”
Nell' unica foto in circolazione Eleonora Bottaro è una ragazza dai capelli folti e scuri che le incorniciano il viso e il sorriso sereno. Eppure, questa giovane donna morta troppo presto a causa di una forma di leucemia grave ha subìto enormi sofferenze, soprattutto da chi doveva proteggerla. Per i giudici del tribunale di Padova, i genitori di Eleonora, Lino e Rita Bottaro, sono colpevoli di non avere curato la loro figlia nell' unico modo in cui la ragazza poteva essere salvata: con cicli di chemioterapia, come avviene per i malati oncologici.
I coniugi Bottaro, ieri, sono stati condannati in Appello a 2 anni ciascuno perché hanno consentito alla loro figlia di rifiutare la chemio.
Secondo i magistrati le avrebbero imposto di farlo, l' avrebbero manipolata, plagiata, indotta a ritenere che il fantomatico metodo Hamer, che rinnega l' uso dei farmaci e si basa sull' idea che il tumore sia frutto di un conflitto psichico, fosse vincente, invece non lo è stato. Eleonora si ammalò tra il 2015 e il 2016, all' epoca era ancora minorenne e dipendeva da mamma e papà che dovevano rispondere per lei e la sua salute. La sua morte è avvenuta il 29 agosto 2016, una settimana dopo il 18esimo compleanno. Sarebbe stato diverso se avesse deciso da sola di non andare in ospedale?
La procuratrice aggiunta Valeria Sanzari aveva subito iscritto la coppia nel registro degli indagati con l' accusa di omicidio colposo con l' aggravante della prevedibilità degli atti. Dopo l' udienza preliminare nel 2017 il gup Mariella Fino aveva però pronunciato una sentenza di non luogo a procedere con la formula «il fatto non costituisce reato». Secondo il giudice Fino, Eleonora, pur minorenne, era una giovane adulta in grado di decidere la sua cura in modo autonomo.
LA DIFESA DELLA COPPIA Inoltre, secondo il Gup, i Bottaro erano in buona fede, avevano scelto un percorso culturale autonomo, non condiviso dalla scienza, ma determinato dalla libertà di pensiero che tutela la Costituzione.
A processo, Rita Benini Bottaro si era sempre difesa: «A Eleonora parlammo della possibilità di fare la chemio, ma era lei a non volere. Diceva: è veleno per il mio corpo».
In realtà, i medici, sentiti in tribunale, dissero che non era possibile avere un colloquio da soli con la paziente perché i genitori volevano sempre essere presenti e la ragazza non si sentiva libera di esprimere le proprie volontà. In udienza era stato sentito anche il professor Paolo Benciolini, medico legale, il quale è stato tutore per qualche mese di Eleonora prima che morisse. A lui il tribunale dei Minori aveva affidato il compito di prendersi carico della cura della 17enne, ma lei aveva continuato a opporsi fino a quando, ormai priva di forze e seguendo solo il metodo Hamer che prescrive cortisone e vitamine anziché i protocolli della medicina, si era spenta in brevissimo tempo.
Il caso aveva sollevato forti reazioni nell' opinione pubblica e riacceso, in Rete, il dibattito tra sostenitori della scienza e no-vax. Tra i più duri, il virologo Roberto Burioni che si disse convinto fosse «una barbarie lasciare i genitori a giocare alla roulette russa con la salute dei figli».
Dopo l' assoluzione, il pm Sanzari ha fatto ricorso e ieri la Corte d' Appello ha sposato la linea della procura. Per lei Eleonora non ha mai avuto modo di costruirsi una libertà di scelta perché «plagiata», soprattutto dal padre, che decideva ogni terapia, precludendole l' unica che avrebbe potuto salvarla. «Fino a pochi giorni prima di morire», ha aggiunto la pm, «era convinta di guarire, di compiere i 18 anni e andare in vacanza al mare».
IL MEDICO RADIATO Altro elemento emerso nel processo, il fatto che la coppia fosse in rapporti con il medico di base Paolo Rossaro, condannato per la morte di un paziente e radiato dall' Ordine per i suoi metodi "alternativi" sui tumori. Sanzari ha chiesto l' acquisizione degli atti per un' eventuale nuova imputazione di Rossaro.
Mamma Rita, però, che aveva già perso il figlio maschio colpito da aneurisma, è ancora convinta di avere agito bene per la propria creatura. «Credo nella giustizia divina, non ho sbagliato nulla, rifarei tutto quello che ho fatto, solo Dio sa quanto ha sofferto mia figlia».
ELEONORA BOTTARO POST BURIONI
ELEONORA BOTTARO 2
ELEONORA BOTTARO