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“IN QUEL PUNTO NON C’ERANO PROTEZIONI” – CRISTIAN POGGIOLI, UNO DEI DUE SPETTATORI TRAVOLTI E UCCISI DA UN’AUTO DURANTE IL RALLY DELL’APPENNINO REGGIANO ERA UN AMICO DEL PILOTA, CLAUDIO GUBERTINI – LA PEUGEOT 208 ARRIVAVA A FORTE VELOCITÀ DA UN RETTILINEO E DOVEVA AFFRONTARE UNA SEMICURVA SULLA SINISTRA. E INVECE È ANDATA DRITTA. LA MACCHINA È STATA TROVATA SOPRA UN TERRAPIENO DISTANTE PIÙ DI… - VIDEO

 

Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”

cristian poggioli

 

Era lì per lui, per tifare l'amico Claudio, pilota di lungo corso e vigile del fuoco. Assieme ad altri appassionati, aveva scelto di piazzarsi su una collinetta con una buona visuale rispetto alla gara: il rally dell'Appennino Reggiano, storica manifestazione giunta alla 41ma edizione.

 

E proprio in quel tratto la Peugeot 208 di Claudio Gubertini è uscita di strada finendo su un terrapieno che ha fatto da trampolino per l'auto, piombata su Cristian che stava battendo le mani. Incredibile, tragico scherzo del destino. Cristian Poggioli, 34 anni, è morto travolto dall'auto dell'amico e con lui ha perso la vita anche Davide Rabotti, un ventenne di Reggio Emilia che si trovava sullo stesso montarozzo. La giornata che doveva essere di festa e di sport si è così trasformata nel giorno più nero.

 

incidente rally dell appennino reggiano

Due giovani vite spezzate, due famiglie sconvolte, i piloti sotto choc e naturalmente il rally sospeso. Poggioli faceva l'agente di commercio a Lama Mocogno, nel Modenese, ma la sua vera passione erano le macchine e il motocross. D'altra parte questa è terra di motori, Maranello dista una ventina di chilometri da casa sua.

 

E stessi slanci aveva Rabotti, studente universitario di ingegneria che viveva nel capoluogo e guardava al mondo delle gare automobilistiche con l'occhio tecnico di chi ne sa. Ieri, poco prima dell'incidente, aveva postato un video di un piccolo bolide che sfrecciava davanti a lui. In tutto ciò, l'equipaggio della Peugeot è rimasto illeso. Ma, si sa, le macchine da rally sono preparate per garantire la sicurezza a chi le guida.

davide rabotti

 

Gubertini, quarantenne di Serramazzoni, nel Modenese, è poi un pilota esperto con un palmares di tutto rispetto. Una decina di trofei vinti a partire dal 2003, fra i quali due Coppe Italia nazionali. Corre per la scuderia Millennium Sport Promotion e dal 2014 ha accanto Alberto Ialungo, un trentacinquenne di Reggio Emilia che ieri gli faceva da navigatore ma che nella vita di tutti i giorni lavora in una macelleria.

 

«Non si sa cosa sia successo, di certo posso dire che Gubertini non è un pilota sciagurato, tutt' altro. Ha esperienza e testa sulle spalle», garantiscono quelli dell'organizzazione. «Si è trattato di una tragica fatalità perché la macchina è finita in un posto dove gli spettatori erano al sicuro», è il pensiero del coordinatore, Loriano Norcini. Comunque sia, la procura di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo e i carabinieri stanno investigando. Dovranno verificare le posizioni dei due piloti e quelle degli organizzatori.

incidente rally dell appennino reggiano

 

Perché Gubertini ha perso il controllo? Il rally è una sfida contro il terreno e contro il tempo ma sempre in sicurezza. Chi organizza deve seguire le linee guida della Federazione e garantire l'incolumità di tutti: concorrenti, volontari, ufficiali,commissari di percorso, media o spettatori. «Verificheremo», dicono gli inquirenti.

 

incidente rally dell appennino reggiano 3

Quanto alla dinamica dell'incidente, secondo una prima ricostruzione pare che la Peugeot arrivasse a forte velocità da un rettilineo e dovesse affrontare una semicurva sulla sinistra. È praticamente andata dritta. «La vettura è stata trovata sopra un terrapieno distante più di 50 metri dalla strada - ha ragguagliato a fine giornata il direttore di gara Simone Bettati - Nella sua corsa impazzita ha travolto i due giovani».

incidente rally appennino reggiano

 

Franco Palù, sindaco di San Polo d'Enza, il paesino teatro dell tragedia, sospira: «In quel punto non c'erano protezioni ma mi pare che le povere vittime non fossero in una posizione pericolosa...». C'era però quel maledetto terrapieno sul quale la Peugeot ha preso il volo, mettendo la parola fine alla vite di Cristian e Davide.

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