medici dottori

EROI, MA SOLO DA VIVI - NON CI SARANNO RISTORI PER I FAMILIARI DEI MEDICI MORTI DI COVID DURANTE LA PANDEMIA: AL SENATO E' SALTATO L'EMENDAMENTO CHE AVREBBE CREATO UN FONDO PER AIUTARE LE FAMIGLIE, SPESSO MONOREDDITO, CHE ORA SONO IN DIFFICOLTA' - I SINDACATI TUONANO: "UNA VERGOGNA. POTREMMO ARRIVARE ANCHE A DIMISSIONI DI MASSA! INTANTO STIAMO DECIDENDO PER UNO SCIOPERO DELLA MEDICINA GENERALE"...

Fabrizio Caccia per il "Corriere della Sera"
 

medici di base 8

«Siamo passati dagli applausi all'oblio», sospira amaro Alberto Oliveti, presidente dell'Enpam, la Cassa previdenziale a cui sono iscritti oltre 370 mila medici attivi e circa 125 mila pensionati. Commenta così la notizia del mancato via libera, al Senato, dei ristori per le famiglie dei medici italiani morti di Covid. Dall'inizio della pandemia sono stati 369 i camici bianchi vittime della malattia. Una strage. Il primo fu Roberto Stella, presidente dell'Ordine dei medici di Varese, l'11 marzo del 2020.
 
Così adesso la categoria è in subbuglio. Tira aria di sciopero. «Nemmeno dopo centinaia di morti e tantissimi colleghi ammalati le istituzioni riconoscono il valore e il sacrificio affrontato dai medici di medicina generale e dalle loro famiglie», attacca Pina Onotri, segretario generale del Sindacato Medici Italiani (Smi). «Siamo stanchi - continua -. Potremmo arrivare anche a dimissioni di massa! Intanto stiamo decidendo per uno sciopero della medicina generale».
 

medici di base 5

Ma cosa è accaduto? Lo spiega bene Filippo Anelli, il presidente della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei camici bianchi: «In pratica - dice - il subemendamento sui ristori, presentato dalla senatrice Maria Cristina Cantù della Lega e che prevedeva un contributo di 100 mila euro a famiglia, è caduto in Senato durante la conversione in legge del decreto 221/21 sulla proroga dello stato di emergenza».
 

Medici 4

L'emendamento proponeva la creazione di un fondo: «La sua mancata approvazione è un'occasione persa», chiosa Anelli. Risultato: zero ristori per le famiglie di quelli che tante volte abbiamo definito «eroi». «Medici - ricorda Anelli - che hanno perso la vita soprattutto nelle prime fasi della pandemia, quando hanno combattuto a mani nude contro il virus. E lo hanno fatto per i loro pazienti. Queste persone meriterebbero un segno di rispetto».
 

Medici 3

«E non si tratta solo di gratitudine negata - rimarca il presidente della Fnomceo - Perché in molti casi i nuclei familiari interessati erano monoreddito e adesso si trovano in difficoltà». Un altro grave problema, aggiunge Anelli, è che «oltre la metà dei deceduti erano medici di base o comunque non dipendenti dal Sistema sanitario nazionale e le loro famiglie non sono dunque indennizzabili dall'Inail, mentre le famiglie dei medici dipendenti dal Ssn potrebbero ricevere sì un ristoro Inail ma a fronte di procedure complesse...».
 

Medici 2

Insomma, oltre al lutto la disperazione. «È una pagina nera per la politica e per l'Italia. Una vergogna», s'indigna Pina Onotri dello Smi. Il dottor Anelli annuncia che porrà ora la questione al ministro della Salute Speranza affinché l'emendamento bocciato al Senato venga riproposto in un altro contesto. E conclude: «Invitiamo tutto il Parlamento a una riflessione».

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...