giulio leonardo ferrara

SOLO IN ITALIA - NONOSTANTE UNA CONDANNA DEFINITIVA PER VIOLENZA SESSUALE, GIULIO LEONARDO FERRARA VIENE RICONFERMATO ALLA GUIDA DEL CONSORZIO TRASPORTI PUBBLICI DELLA BASILICATA - LA VIOLENZA E’ STATA COMPIUTA NEL 2009 MA LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE È STATA DEPOSITATA IL 19 FEBBRAIO 2020 - TRANNE UN PERIODO DI SOSPENSIONE DALL'INCARICO, FERRARA NON HA MAI SMESSO DI LAVORARE. È STATO RIMESSO AL SUO POSTO CON UNA PROCURA SPECIALE CHE AGGIRAVA IL CODICE ETICO

Niccolò Zancan per “la Stampa”

 

Donatella Merra

Il presidente del consorzio che gestisce i trasporti pubblici della Basilicata è stato riconfermato il 20 agosto al termine di un'assemblea mezza deserta. È ancora lui, quindi. È ancora Giulio Leonardo Ferrara, nonostante una condanna definitiva per violenza sessuale. Come è potuto accadere? L'assessore alla mobilità regionale si chiama Donatella Merra, ha 34 anni, candidata con la Lega, è l'unica donna nella giunta della Basilicata. Per cinque giorni non ha voluto commentare la nomina. Ieri ha scritto una riflessione sul sito della Regione: «Chi si trova a gestire il delicato mondo dei trasporti, nella sua più ampia e palese complessità, non può abbandonarsi ad una semplice caccia alle streghe.

 

L'assessore non si lancerà in valutazioni di natura etica e morale, scostandosi dal suo ruolo in questo momento così delicato e per un servizio così fondamentale. Avallare posizioni, sebbene assolutamente vicine alla sua più profonda sensibilità, ma che nulla hanno a che fare con il ruolo della istituzione che rappresenta, non giova alla risoluzione di un annoso problema come quello del trasporto. Lascio la questione etica e morale alla competenza di chi è deputato a valutarla».

 

GIULIO LEONARDO FERRARA

Siamo a Potenza. I fatti all'origine di questa storia sono riassunti in un capo di imputazione che incomincia così: «Per aver afferrato la dipendente all'interno del suo ufficio da direttore regionale, abusando di relazioni d'ufficio e di autorità, portandola con forza e contro la sua volontà a subire atti sessuali».

 

Per quella violenza sessuale compiuta nel 2009, Giulio Leonardo Ferrara è stato condannato in via definitiva a 2 anni e 6 mesi. La sentenza della Cassazione è stata depositata il 19 febbraio 2020. Tranne un periodo di sospensione dall'incarico, Ferrara non ha mai smesso di lavorare. È stato rimesso al suo posto con una procura speciale che aggirava il codice etico del Cotrab (Consorzio trasporti azienda Basilicata), nominato presidente, ora è stato riconfermato per un secondo mandato.

 

GIULIO LEONARDO FERRARA

È una nomina privata, fra società di trasporti. È stata voluta anche da Giuseppe Francesco Vinella, presidente nazionale dell'Anav, l'associazione nazionale dei viaggiatori. Ma se la conferma di Ferrara è un atto privato, il suo ruolo come presidente di Cotrab è pubblico. Per esempio: c'era anche lui in prefettura a riprogrammare i trasporti locali dopo il lockdown. Il diretto interessato non vuole commentare. «Vi accanite su una vecchissima vicenda» dice l'avvocatessa Angela Pignatari.

 

Giuseppe Francesco Vinella

«La questione è stata affrontata in sede penale e avrà i suoi risvolti in sede civile. Per il resto, in tutti questi anni, non ci sono mai stati problemi di relazione con il signor Ferrara. La sentenza non comporta pene accessorie come l'interdizione dai pubblici uffici. Se quelle società private hanno deciso così, è perché sono state fatte tutte le valutazioni del caso».

 

La prima a sollevare una questione di opportunità è stata l'avvocatessa Cristiana Coviello, che in Basilicata si occupa di violenza sulle donne, diritti e pari opportunità: «Sapere di quella nomina è stato uno schiaffo in faccia. Ho sentito il bisogno di prendere posizione. Sapevo che, dopo la sentenza definitiva, era stata avanzata una richiesta di dimissioni da alcuni consiglieri di minoranza. Ma non solo le dimissioni non sono arrivate, ecco un nuovo mandato. E nessuno che ci trovasse niente da ridire. Quanto vale la dignità di una donna?». La lettera firmata dall'avvocato Coviello è stata raccolta dal movimento «Dalla stessa parte». La petizione che chiede la destituzione dall'incarico del presidente ha raggiunto 20 mila firme in due giorni.

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…