verdini palamara grillo

C’E’ UN PO’ DI TRAFFICO NELL’ANIMA – CON LA NUOVA NORMA CHE CANCELLA IL TRAFFICO DI INFLUENZE TUTTI SALVI, DA TOMMASO VERDINI (AI DOMICILIARI PER CORRUZIONE) A PALAMARA, DA ALEMANNO FINO A GRILLO - LA RIFORMA PREVEDE INFATTI CHE, PER ESSERE PUNITO, IL FACILITATORE DOVRÀ RICEVERE SOLDI E GIRARLI AL PUBBLICO UFFICIALE NELL’ESERCIZIO DELLA SUA FUNZIONE. CIOE' UN CASO SU MILLE – P.S. I VERDINI CON LA LORO "INVER" ERANO TERRORIZZATI DALLA POSSIBILE APPLICAZIONE DEL REATO…

Giuliano Foschini per "la Repubblica" - Estratti

 

tommaso denis verdini

«Dobbiamo evitare di cadere nel famoso traffico di influenze: dobbiamo stare molto attenti». Sarebbe bastato ancora un po’ di tempo a Tommaso Verdini per poter stare un po’ più tranquillo: perché il reato che tanto temevano lui e i suoi soci della Inver, lo stesso che aveva dato il via all’indagine che li ha portati agli arresti per corruzione, tra qualche mese probabilmente non ci sarà più.

 

Il governo, così come sta facendo con l’abuso di ufficio, vuole infatti cancellarlo. Non formalmente ma praticamente sì: così come è stata riscritta la norma, dicono infatti i giuristi, la sua applicazione diventerà praticamente impossibile. Dando così un colpo di spugna a decine di inchieste aperte in tutta Italia e permettendo la riabilitazione anche di condannati per quella fattispecie: Luca Palamara e Gianni Alemanno, due nomi su tutti. La riforma prevede infatti che, per essere punito, il facilitatore dovrà ricevere soldi e girarli al pubblico ufficiale nell’esercizio della sua funzione. Un caso su mille.

palamara

 

(...) I Verdini con la loro Inver, come si diceva, erano terrorizzati dalla possibile applicazione del reato.

 

Tanto che al momento di assumere una nuova collaboratrice la istruivano proprio su cosa fare e cosa no: mai nessun documento conservato, non lasciare tracce, “perché la nostra è un’attività molto mal vista perché molto borderline…”.

 

Avevano ragione Tommaso Verdini e il suo socio Fabio Pileri. Come ha spiegato al Parlamento il magistrato italiano che più si è occupato di corruzione in Italia negli ultimi anni, Raffaele Cantone, procuratore di Perugia ed ex numero uno dell’Anac. «Depenalizzando le condotte di abuso » ha detto proprio in commissione giustizia al Senato il 13 settembre scorso, spiegando il perché abolire l’abuso di ufficio e modificare in questo senso il traffico di influenze possa rivelarsi una catastrofe, «si finisce per far venir meno uno dei tre presupposti necessari per considerare illecite alcune delle azioni tipiche dei faccendieri. Rischierebbe di diventare, per esempio, lecito il pagamento di una somma di denaro ad un soggetto per “spingere” su un magistrato perché decida in un modo piuttosto che in un altro.

gianni alemanno presenta il partito indipendenza 4

 

O il pagamento anche di una grossa somma di denaro a chi promette una raccomandazione nei confronti di un componente di una commissione di un concorso pubblico, con cui ha rapporti personali, per far risultare vincitore il suo “cliente”. Lasciando senza regole i lobbisti, dice Cantone, «si arriverebbe a qualificare come legittima attività lobbistica comportamenti di faccendieri di questo tipo che però, che in nessuno Stato occidentale sarebbero mai tollerate».

 

Cantone parla con cognizione di causa. Per esempio: l’ex magistrato Luca Palamara ha già patteggiato per traffico di influenze davanti al gup di Perugia per “avere messo a disposizione di imprenditori le sue funzioni e i suoi poteri”. Ora potrebbe chiedere al giudice di dichiarare l’estinzione del reato. Lo stesso vale per Gianni Alemanno, condannato a un anno e dieci mesi dalla Corte d’Appello di Roma per traffico di influenze – dopo la derubricazione del reato da parte della Cassazione - in uno dei filoni nati dall’indagine “Mondo di Mezzo”.

 

beppe grillo

Deve rispondere di traffico di influenze dalla procura di Firenze anche Alberto Bianchi, l’avvocato fiorentino vicinissimo a Matteo Renzi ex presidente della fondazione Open: chissà che fine farà quell’indagine. Mentre probabilmente non partirà mai il processo a Beppe Grillo per i suoi rapporti con l’armatore Vincenzo Onorato: chiusa l’indagine a marzo scorso, la Procura di Milano stava valutando il da farsi vista anche la situazione normativa. Se cambia la legge, inutile nemmeno cominciare.

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...