val di zoldo brasiliani

OBA OBA SULLE NEVI – FOLLA DI BRASILIANI/E (REDDITO MEDIO ALTO) CHIEDONO LA CITTADINANZA IN VAL DI ZOLDO: INVASA LA PROVINCIA DI BELLUNO – SU 3 MILA ANIME RESIDENTI, I CARIOCA SONO 1500 – “STANNO POCHE SETTIMANE E SCOMPAIONO” – MOTIVO? UNA CIRCOLARE DEL COMUNE DEL 2007 DICE CHE…

 

Alessia Trentin per ‘Il Gazzettino’

 

val di zoldo 2

Certe settimane arrivano in dieci o in quindici. Ma ne sono stati prospettati anche 400 tutti in una volta. L' immigrazione degli italo brasiliani in Val di Zoldo arriva sui tavoli della Questura. Incontrollato e dai volumi ingestibili, l' arrivo di cittadini brasiliani decisi a ottenere la cittadinanza italiana dimostrando parentele con avi zoldani sta mettendo in subbuglio il piccolo comune delle Dolomiti.

 

Gli uffici anagrafe sono al collasso, non riescono più a sopportare la mole di lavoro imposta dalle valanghe di richieste, e il sindaco Camillo De Pellegrin è preoccupato. Gli iscritti all' Aire comunale oggi sono 1530, di cui 603 italo brasiliani.

 

L' ALLARME

Una cifra che, unita all' inconsueto via vai di chi ottiene la residenza in un civico del comune e poi, ottenuta la cittadinanza se ne va e non si fa più vedere, ha spinto il primo cittadino ad affrontare la questione di petto. Niente razzismo, ci mancherebbe, solo una cifra che sale di settimana in settimana e non può non indurre seri interrogativi.

 

culi brasiliani da competizione

«Si presentano agli uffici anagrafe con la documentazione dell' ufficio di stato civile spiega De Pellegrin raccontando una prassi a cui ormai sono avvezzi in Val di Zoldo e chiedono il riconoscimento della cittadinanza italiana dimostrando di avere un avo, anche molto indietro nella generazione, di origine zoldana. Ottengono così l' iscrizione all' anagrafe del Comune e la residenza, quindi una volta ottenuta la cittadinanza presentano domanda per entrare nell' Aire. Si fermano in paese poche settimane, poi non li vediamo più».

 

IN GRUPPO

Val di Zoldo

L' approccio con il personale degli uffici anagrafe solitamente avviene attraverso una persona, brasiliana, a cui i connazionali delegano il compito di avviare il percorso. Le richieste vengono presentate a gruppi di dieci o venti, ma recentemente al servizio si è presentato un uomo annunciando l' intenzione di far iscrivere all' anagrafe 400 brasiliani in una volta sola.

 

«Ci siamo spaventati spiega De Pellegrin -, abbiamo risposto con molte perplessità a questa persona. Le carte presentate, di fatto, sono tutte regolari. Io non metto in dubbio il valore del legame tra il nostro Paese e il Brasile e, in particolare, tra lo Zoldano e il Brasile, ma credo sia una questione da affrontare seriamente, la politica deve dare delle risposte di fronte a questo fenomeno».

 

piccoli tifosi brasiliani

Il target è alto. A raggiungere il piccolo comune di montagna sono professionisti come piloti, commercialisti, avvocati e imprenditori. Ma la cosa strana è che, qualcuno, davanti al dipendente comunale nemmeno ricorda il nome del proprio parente zoldano. Con la cittadinanza in mano diventano cittadini di un Paese dell' Unione Europea con tutti i vantaggi del caso, come la possibilità di lavorare nell' Unione, di aprire conti correnti, di acquistare case e di circolare liberamente.

 

Camillo De Pellegrin val di zoldo

A rendere possibile l' ottenimento celere della cittadinanza italiana è stata una circolare del 2007 contro cui oggi la Val di Zoldo punta il dito. «Si tratta dello iure sanguinis prosegue il sindaco -, tutto regolare certo ma io mi chiedo se non sia il caso di porre un paletto sul legame dimostrabile, arrivano persone i cui avi zoldani risalgono a cinque generazioni prima. Togliere la circolare del 2007, comunque, risolverebbe tutto». La roccaforte brasiliana ha chiaramente diritto al voto e, ipoteticamente, potrebbe mettere sotto scacco il Comune. Su un piccolo territorio come la Val di Zoldo dove i residenti sono 3200 e gli iscritti all' Aire 1530 si pone, va da sé, anche il problema del raggiungimento del quorum elettorale.

 

Per non parlare delle difficoltà organizzative causata al Comune dall' immigrazione di massa italobrasiliana. Ormai i due addetti all' anagrafe occupano il 50% del loro tempo a evadere le pratiche dei cittadini carioca, tanto da spingere De Pellegrin a pretendere la possibilità di nuove assunzioni. «Mi sono rivolto alla Questura conclude il primo cittadino -, quanto sta avvenendo ci preoccupa e rischia di inficiare la qualità della collaborazione e dei rapporti portati avanti con la comunità degli immigrati».

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