NON È TUTTO IOR QUEL CHE LUCCICA - UN OLANDESE E UN AMERICANO PROVANO LA “STANGATA”: DEPOSITARE ALLO IOR TITOLI DI CREDITO AL PORTATORE FALSI PER OTTENERE UNA LINEA DI CREDITO CON CUI OPERARE SUI MERCATI

Valeria Pacelli per il "Fatto quotidiano"

L'idea era tanto ambiziosa quanto spregiudicata. Portare a termine una mega truffa ai danni dello Ior, l'istituto di credito del Vaticano. Tutto era pronto: titoli di credito, timbri, sguardi e modi da professionisti, accento straniero ma educato, che non guasta mai. Il piano è stato mandato a monte da una collaborazione inedita fra la Guardia di finanza e la Gendarmeria vaticana.

I DUE AUTORI della tentata truffa allo Ior sono stati fermati proprio dai gendarmi e dai militari delle Fiamme gialle, proprio quando pensavano di essere riusciti a portare a termine la "stangata".

"Non sono clienti, tantomeno erano attesi da qualcuno allo Ior" hanno detto le autorità vaticane; insomma, i due cittadini stranieri - un americano e un olandese - risultano almeno per il momento totalmente estranei all'attività dell'istituto e sconosciuti da funzionari e personale dello Ior.

Secondo quanto si apprende - le notizie sono filtrate con il contagocce - sono stati sequestrati titoli di credito al portatore per migliaia di miliardi di euro, dollari e altre valute pregiate. Uno dei due denunciati aveva a disposizione tre passaporti, particolare che la dice lunga sulla "professionalità" del truffatore.

Come sono andati i fatti? Anche su questo si conoscono pochi particolari, quel che è certo è che sia la Gendarmeria sia la Finanza sospettavano dei due "uomini d'affari" che sono stati bloccati mentre entravano in Vaticano dall'ingresso di S. Anna. Con loro portavano una valigetta e la loro intenzione era quella di depositarne il contenuto - i titoli falsi per miliardi di valuta pregiata - allo Ior.

Al posto di controllo i due uomini hanno cercato di eludere la sorveglianza e hanno chiesto di andare allo Ior, l'istituto di deposito vaticano che ha sede a pochi passi dall'ingresso, nel Torrione Nicolò V. Quando la Gendarmeria ha chiesto loro di fornire spiegazioni e i motivi di quella richiesta, i due hanno millantato conoscenze con due cardinali, come se questo particolare potesse proteggerli e permetter loro di proseguire.

Ma il piano era ormai saltato: il loro obiettivo era ottenere l'apertura di una linea di credito con cui, poi, agire sui mercati internazionali. L'operazione è stata possibile grazie alla nuova normativa anti-riciclaggio approvata dal Vaticano.

LA GUARDIA DI FINANZA ha poi proceduto alla perquisizione delle camere d'albergo occupate dai due truffatori, dove sono stati ritrovati timbri, certificazioni di carattere finanziario , telefoni, computer e tre passaporti validi rilasciati da Olanda e Malesia. I due uomini sono stati denunciati sia all'autorità vaticana sia a quella italiana. Sulla base degli accordi previsti dal Trattato lateranense sono stati comunque consegnati alle autorità italiane. Ora sarà la Procura a proseguire l'inchiesta.

 

Il torrione Niccolò V, sede dello Ior niccolovSOLDI jpegRICICLAGGIO DI DENARO jpegGENDARMERIA VATICANA GENDARMERIA VATICANA

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