josef mengele

LA LUNGA VITA DEL “DOTTOR MORTE” - OLIVIER GUEZ RACCONTA, NEL ROMANZO “LA SCOMPARSA DI JOSEF MENGELE”, I TRENT’ANNI DI VITA IN SUDAMERICA DEL MEDICO NAZISTA DI AUSCHWITZ - "I TEDESCHI RIPARATI A BUENOS AIRES AVEVANO CREATO UNA NAZI-SOCIETY, CON I LORO NEGOZI, UN LORO GIORNALE E…”

Stefano Montefiori per “La Lettura  - Corriere della Sera”

 

OLIVIER GUEZ - LA SCOMPARSA DI JOSEF MENGELE

In casa di Olivier Guez ci sono due giradischi con il mixer e i vinili di «disco» teutonica, mobili vintage, ricordi dei viaggi nei grandi alberghi storici, dal Waldhaus nell' Engadina di Nietzsche al Parco dei Principi progettato da Gio Ponti a Sorrento, dove Guez si è sposato con la giornalista franco-tedesca Annabelle Hirsch; e poi tanti libri sul calcio e sul Brasile (Guez ne ha scritto uno sul dribbling e Garrincha, Eloge de l' ésquive ), sul resto del Sudamerica, l' ebraismo, la Germania, il dopoguerra.

 

Qualcuna di queste passioni e ossessioni è finita in La scomparsa di Josef Mengele , pubblicato ora in Italia da Neri Pozza, dopo il Prix Renaudot e uno straordinario successo in Francia.

 

OLIVIER GUEZ

Nato nel 1974 in una famiglia ebrea di Strasburgo, Guez è scrittore, giornalista e sceneggiatore ( Lo Stato contro Fritz Bauer ). Ha dedicato il suo secondo romanzo al «pascià» e al «ratto»: l'ufficiale delle SS Josef Mengele, il medico che ad Auschwitz torturava i bambini per i suoi esperimenti mentre viveva piacevolmente con la moglie e che, grazie a Juan Domingo Perón, fu trattato da pascià con villa e limousine anche a Buenos Aires; quindi, a partire dal 1960, l'uomo mai pentito ma finalmente vinto, costretto a nascondersi come un ratto in una fattoria brasiliana aspettando la morte, giunta nel 1979. Il romanzo di Guez è il racconto iper-documentato e secco del Mengele sudamericano, protagonista per molti anni di una surreale nazi society argentina.

 

Perché la forma del romanzo?

josef mengele

«Lavoro da molti anni su questi temi, per esempio ho scritto il saggio L'impossible retour, "L' impossibile ritorno " degli ebrei in Germania dopo il 1945, e conosco bene l'America del Sud: a un certo punto ho sentito che era il momento di raccontare la storia dei nazisti in Sudamerica e il personaggio di Mengele si è imposto come un'evidenza. Ma non sono uno storico, e poi volevo evitare l'inchiesta giornalistica».

 

Come mai ha voluto evitare il genere dell' inchiesta?

«Non volevo mettermi in scena. Non mi piace quel genere letterario-giornalistico nel quale l'autore espone le sue ricerche e intanto ne approfitta per parlare di altro, essenzialmente del suo ombelico. Penso che sia accettabile solo se vai veramente fino in fondo, insomma funziona solo se sei Emmanuel Carrère. Il mio modello è stato A sangue freddo di Truman Capote, un romanzo di non-fiction. La scomparsa di Josef Mengele è un romanzo di non-fiction grazie al quale il lettore può farsi un' idea precisa di chi era Mengele e della sua psicologia».

OLIVIER GUEZ

 

Ha fatto molte ricerche?

«Dietro al romanzo ci sono circa 12 anni di letture, da quando nel 2005, mi sono trasferito a Berlino e ho cominciato a lavorare sulla Germania del dopoguerra. Mi sono abbuffato di Germania, ho letto letteratura, saggi, storia, tutto».

 

E poi?

«Ho visitato la città dei Mengele, Günzburg, in Baviera. C'è una piscina con una targa, la data del 1957 e i ringraziamenti alla famiglia Mengele. Hanno finanziato tutto, in città, e ancora alla fine degli anni Cinquanta erano considerati dei notabili da omaggiare».

 

Quanto tempo in Sudamerica?

«Oltre ai molti viaggi in passato, circa un mese e mezzo per le ricerche specifiche. A Buenos Aires sono stato accolto molto gentilmente dal club tedesco, ho mentito dicendo che dovevo scrivere una tesi sugli anni Cinquanta, poi appena ho fatto il nome di Mengele tutti hanno perso la parola. Ho visitato i luoghi dove ha vissuto, i bei quartieri».

 

mengele conduceva esperimenti umani ad auschwitz

La «nazi society»?

«Era un universo completo. I nazisti riparati a Buenos Aires avevano il loro giornale, "Der Weg" , i loro negozi. L'incontro tra Eichmann e Mengele, che c' è stato davvero, l' ho ambientato al ristorante ABC, che esiste ancora: stemmi dei Länder tedeschi, servizi di piatti con il logo scritto in caratteri gotici, atmosfera da anni Trenta. Ci ho mangiato, il gulasch non è tanto buono ma l' esperienza straordinaria. Poi ho trovato l' ultimo nascondiglio di Josef Mengele in Brasile».

 

Nella prima parte c' è un' ottima descrizione dell' Argentina di Perón.

«Di quel mondo abbiamo un' immagine infantile, molto legata al musical Evita e al film con Madonna. Ma Perón aveva una visione strategica. Come i nazisti che proteggeva, Perón pensava che la terza guerra mondiale imminente avrebbe spazzato via Usa e Urss. E sperava che il suo Paese ne avrebbe preso il posto».

 

La caccia ai nazisti sembra poco convinta.

josef mengele al campo di concentramento

«Di solito si pensa che subito dopo la guerra sia cominciata la ricerca dei criminali. Non è così, anche il Mossad aveva altre priorità. Mengele passa in Sudamerica trent'anni, è convinto di essere braccato dai servizi segreti di tutto il mondo ma in realtà, ed è qui la parte romanzesca, gli danno la caccia per davvero solo negli ultimi tre anni, ovvero un decimo del suo soggiorno tra Argentina, Brasile e Paraguay».

 

Anche la presa di coscienza nell'opinione pubblica arriva negli anni Settanta, con lo sceneggiato televisivo americano «Olocausto» e con «Shoah» di Claude Lanzmann.

«Ero un bambino e ne sentivo parlare per la prima volta ma anche gli adulti hanno scoperto con me quella tragedia. Fino a quel momento l' impatto dei campi di concentramento nell' immaginario europeo e mondiale è stato molto ridotto».

 

Voglia di rimozione?

josef mengele angelo della morte

«Fino a quando i quadri del nazismo non sono andati in pensione, sì. Ci sono stati i processi, Norimberga, ma la prima commemorazione della Notte dei Cristalli è del 1978. Il vero lavoro di memoria comincia allora, non prima. Anche in Germania si è preferito non mettere in pericolo le strutture economiche, giudiziarie e accademiche della società».

 

I tedeschi dell'Est accusavano la Germania Ovest di essere erede morale del regime nazista, avevano ragione?

«Avevano ragione sulla mancata epurazione, solo che la Germania Ovest a un certo punto un lavoro di memoria lo ha pur fatto, mentre la Ddr si è sempre autoassolta vantando un antifascismo che in realtà gli è piovuto in testa».

 

Il nazismo è al centro di molta letteratura francese degli ultimi anni: Jonathan Littell, Laurent Binet, Éric Vuillard vincitore dell' ultimo Goncourt e lei vincitore dell' ultimo Renaudot. Perché?

JOSEF MENGELE

«Facciamo parte più o meno della stessa generazione, ci saranno al massimo 10 anni di scarto tra noi. Siamo ancora figli del dopoguerra. Il periodo 1914-1945 è la seconda grande guerra civile europea dopo la guerra dei Trent'anni, e non è passato ancora abbastanza tempo per uscirne del tutto. Poi i testimoni vengono a mancare, la letteratura prende il testimone».

 

Il libro è dedicato alla memoria di Ada e Giuditta Spizzichino, Grazia di Segni e Rossana Calò, e il primo nome nella bibliografia è Dante. Perché?

JOSEF MENGELE

«Per qualche mese, quando ho abitato nel ghetto a Roma, ho letto tutti i giorni i loro nomi sulle lapidi vicino a casa. Sono morte ad Auschwitz. Quanto a Dante, certe scene della Divina commedia corrispondono all' universo concentrazionario. Cito anche Bosch, fanno entrambi parte del patrimonio culturale europeo. Ne è espressione anche lo spregevole Mengele. Che aveva fatto ottimi studi, come la moglie storica dell' arte a Firenze, del resto. Mengele non è un mostro ma un uomo, purtroppo».

 

Ultimi Dagoreport

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...