OMS, OVVERO COME SI AUTODISTRUGGE UN'ORGANIZZAZIONE - NON SOLO LE ACCUSE DI AVER COPERTO LA CINA SUL COVID, C’È UN ALTRO DEVASTANTE DANNO D’IMMAGINE PER L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ: QUELLO DEGLI SPIETATI ABUSI SESSUALI IN AFRICA DA PARTE DEI SUOI OPERATORI - INVECE DI CURARE LA POPOLAZIONE DAL VIRUS EBOLA, DAL 2018 AL 2020 MEDICI E DIPENDENTI DROGAVANO E VIOLENTAVANO LE DONNE - IL DIRETTORE GHEBREYESUS SI È SCUSATO E HA CHIESTO UN'INCHIESTA PARALLELA, PER NON PAGARE DI PERSONA...
Mirko Molteni per "Libero Quotidiano"
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Da un anno e mezzo la pandemia Covid-19 ha portato sotto i riflettori l'Organizzazione Mondiale della Sanità, criticata per aver coperto le responsabilità della Cina in fatto di mancate o tardive informazioni sull'origine del virus SARS-CoV-2.
Ma l'OMS ha sulla coscienza anche di peggio. E' stato infatti completato e presentato alla sede dell'ente, a Ginevra, un rapporto di 35 pagine che conferma gli stupri perpetrati da personale dell'OMS nella Repubblica Democratica del Congo, l'ex-Zaire, fra il 2018 e il 2020.
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Era il periodo in cui la parte orientale del paese africano, le regioni del Nord Kivu e dell'Ituri, ma anche lembi del confinante Uganda, era colpita da un'epidemia di virus Ebola.
Dall'agosto 2018 al giugno 2020, la febbre emorragica Ebola uccise in modo orrendo 2280 persone su 3470 contagiati, con un tasso di mortalità del 65%. In una situazione già tragica, s' è innestato un dramma d'altro tipo.
STUPRI E VIOLENZE
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Secondo la Commissione d'inchiesta indipendente che ha compilato il rapporto, 83 operatori umanitari, di cui 21 membri acclarati dell'Oms, gli altri in via di verifica, avrebbero stuprato 63 donne e 12 uomini, sulla base di ricatti, per esempio minacciando di non assumere le vittime come cuochi o per le pulizie, odi far loro perdere il lavoro.
Il direttore generale dell'Oms, l'etiope tigrino Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha ammesso le responsabilità dell'ente in carenza di sorveglianza e disciplina, chiedendo scusa alle vittime: «Mi spiace per quello che vi è stato fatto da persone che erano impiegate dall'OMS per servirvi e proteggervi. Mi spiace per la continua sofferenza che questi eventi devono causare, mi dispiace che abbiate dovuto riviverli. Grazie per il vostro coraggio».
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Il direttore ha assunto la «responsabilità» dell'accaduto ammettendo che gli abusi sono stati resi possibili da «carenze» interne. Ghebreyesus promette un'inchiesta parallela dell'ente internazionale nel rintracciare con certezza tutti i colpevoli, che subiranno «gravi conseguenze».
Finora, molto è stato ricostruito dalla Commissione indipendente presieduta da due energiche donne africane, l'ex ministro degli Esteri del Niger, Aïchatou Mindaoudou, e l'attivista congolese per i diritti umani Julienne Lusenge.
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La commissione ha interrogato le vittime che hanno avuto il coraggio di parlare, ma l'indagine non è ancora finita. Il rapporto parla di «lacune strutturali e negligenze individuali» nell'Oms, pur tenendone fuori Ghebreyesus e altri dirigenti, come il direttore esecutivo irlandese Michael Ryan o la dottoressa Matshidiso Moeti, del Botswana, capo regionale per l’Africa.
La commissione aveva iniziato i lavori nell'ottobre 2020, dopo che dal Congo erano filtrate le prime denunce. Le donne subivano "agguati" negli ospedali e nelle case dei medici, ricattate o intontite con bevande drogate.
LE TESTIMONIANZE
Gli aguzzini erano sia congolesi dipendenti dell'OMS, assunti con contratti temporanei, sia membri dello staff internazionale, cittadini di Belgio, Burkina Faso, Canada, Francia, Guinea e Costa d’Avorio.
Gli stupratori non usavano il preservativo e almeno due donne sono rimaste incinte, senza contare i rischi di malattie veneree. Oltre che negli ospedali, le vittime venivano abbordate fuori dai supermercati, soprattutto nella città di Beni, e presso i centri di collocamento.
Alcune donne congolesi hanno definito questi abusi «il passaporto per l'impiego» e altre hanno detto agli inquirenti: «Ti assumevano con le palle degli occhi». Una ragazza di 25 anni, impiegata per le pulizie, era stata invitata a casa di un medico dell'OMS per parlare di una promozione.
Ha narrato: «Lui ha chiuso la porta e mi ha detto: "C'è una condizione. Dobbiamo fare sesso, adesso". Ha iniziato a spogliarmi. Ho cominciato a piangere dicendogli di fermarsi, ma non si è fermato. Allora ho aperto la porta e sono scappata».
Una donna di 32 anni che invece era appena guarita dall'Ebola è stata invitata da un membro OMS in un albergo per una consulenza. Ha raccontato che nella sala dell'albergo le è stata offerta una bevanda. Si è svegliata qualche ora dopo, nuda e sola, in una stanza dell'hotel, dopo essere stata probabilmente violentata.
Il danno d'immagine è devastante per la massima autorità sanitaria mondiale. E pensare che appena tre giorni fa Ghebreyesus aveva inaugurato insieme al presidente francese Emmanuel Macron la nuova accademia dell'OMS a Lione, che sfornerà 16.000 medici e funzionari all'anno.