viktor orban bruxelles ue unione europea

ORBAN NEL MIRINO – UN GRUPPO DI PAESI EUROPEI (GERMANIA E I BALTICI) VUOLE TOGLIERE LA PRESIDENZA DI TURNO DELL’UE ALL’UNGHERIA, SE QUELLA TESTA DI PUTIN DI ORBAN DOVESSE CONTINUARE CON LE SUE “MISSIONI DI PACE”, DOPO I VIAGGI A MOSCA E PECHINO DECISI SENZA AVVERTIRE LE ISTITUZIONI EUROPEE – SFIDUCIARE L’ALLEATO DI SALVINI E LE PEN È DIFFICILE MA NON IMPOSSIBILE: SERVONO 20 PAESI CHE RAPPRESENTINO IL 65% DELLA POPOLAZIONE EUROPEA – DOMANI ARRIVERÀ L’“AVVERTIMENTO” NELLA RIUNIONE DEGLI AMBASCIATORI DEI VENTISETTE…

Estratto dell’articolo di Paolo Valentino per www.corriere.it

 

viktor orban vladimir putin

Un gruppo di Paesi europei, fra i quali la Germania e i Baltici, sta considerando l’ipotesi di lanciare un’iniziativa per togliere la presidenza di turno dell’Ue all’Ungheria, se Viktor Orbán dovesse continuare con le sue cosiddette «missioni di pace», decise in segreto e senza alcun coordinamento con le istituzioni europee e i governi degli Stati membri.

 

Domattina, nella riunione degli ambasciatori dei Ventisette a Bruxelles, l’esordio controverso della presidenza ungherese sarà al centro della discussione e un «chiaro avvertimento» verrà dato al rappresentante di Budapest. Lo rivelano diplomatici europei alla Süddeutsche Zeitung e al sito Politico e lo confermano al Corriere fonti bruxellesi degne di fede.

 

VIKTOR ORBAN XI JINPING

Orbán aveva già irritato i partner con la decisione di copiare il famoso slogan elettorale di Donald Trump per farne il motto della sua presidenza: Make Europe Great Again. Ma da quando ha assunto la guida dell’Ue, il 1° luglio, si è lanciato in una serie di viaggi, mirati, secondo lui, a favorire una tregua in Ucraina, che ha lasciato tutti basiti.

 

Soprattutto la visita a Mosca, dove Putin lo ha accolto a braccia aperte ma dicendogli chiaramente che non intende cedere dalle sue condizioni per un eventuale negoziato, cioè il ritiro completo e preventivo delle truppe ucraine dalle provincie parzialmente occupate dai russi.

 

viktor orban e volodymyr zelensky

Anche se Orbán ha dovuto ammettere di non agire e parlare a nome dell’Ue, si è trattato di un vero e proprio bacio della pantofola allo Zar, raddoppiato qualche giorno dopo da un’altra visita a Pechino a Xi Jinping, il più stretto alleato di Putin che il premier ungherese vede come inevitabile protagonista di ogni soluzione negoziata in Ucraina.

 

«La diplomazia parallela di Orbán mentre esercita la presidenza di turno – dice un diplomatico europeo -, è un’umiliazione per l’Ue, perché confonde i ruoli e minaccia la determinazione e l’unità fin qui mostrate dall’Europa nel contrasto alle mire espansionistiche di Putin e nel sostegno a Kiev».

 

patrioti per l europa - formazione

«Non si è mai visto – aggiunge un altro - che un presidente di turno vada per il mondo dicendo cose, sia pure a titolo personale, in totale opposizione alle decisioni dell’Unione europea».

 

La riunione del Coreper di domattina si annuncia incandescente. Almeno una quindicina di ambasciatori intendono ribadire al collega ungherese che il comportamento di Orbán è «inaccettabile» e che il premier magiaro in futuro dovrà astenersi da iniziative simili.

 

L’ipotesi dell’”arma nucleare”, quella cioè di togliere anzitempo la presidenza a Budapest, rimane naturalmente uno scenario di ultima istanza, assolutamente inedito nella storia dell’Unione. […]

 

GIORGIA MELONI E VIKTOR ORBAN AL CONSIGLIO EUROPEO

Sul piano procedurale la cosa è difficile ma non impossibile: occorrerebbe infatti in Consiglio una maggioranza qualificata e rafforzata di quattro quinti, cioè venti Paesi che insieme rappresentino almeno il 65% della popolazione europea, per decidere di terminare in anticipo una presidenza rotante trasferendola al Paese successivo, che in questo caso è la Polonia.

 

 “Non siamo ancora a questo, ma se Orbán dovesse insistere, basterebbero poche settimane per togliergli il giocattolo della presidenza dalle mani”, spiega Daniel Hegedus, del German Marshall Fund.

 

VIKTOR ORBAN XI JINPING

Non è detto che l’uomo nero di Budapest si pieghi. Per carattere, in primo luogo. Ma soprattutto perché si sente forte grazie alla tela molto più vasta che sta tessendo e che oltre alle finte mediazioni con Putin e all’uso spregiudicato del ruolo di presidente dell’Ue, comprende la chiamata a raccolta di tutta l’estrema destra europea nel neo-gruppo dei Patrioti, che ha messo in secondo piano l’ECR di Giorgia Meloni, e il filo diretto con Donald Trump, sulla cui vittoria a novembre egli ha fatto una chiara scommessa […]

roberta metsola viktor orban giorgia meloni giorgia meloni e viktor orban con dietro emmanuel macron e klaus iohannisVIKTOR ORBAN - VOLODYMYR ZELENSKY

Ultimi Dagoreport

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECVONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”