OSTIA SCONSACRATA – SPARI CONTRO UNA CASA DELLA FAMIGLIA SPADA – L’EPISODIO, CHE ARRIVA A MENO DI TRE GIORNI DALLA GAMBIZZAZIONE DI DUE UOMINI IN UNA PIZZERIA, RIENTRA NELLA GUERRA TRA CLAN CHE SI CONTENDONO IL MERCATO DELLA DROGA SUL LITORALE – L’EX MINISINDACO BONELLI: "LO STATO DEVE MANDARE I REPARTI SPECIALI"
Rinaldo Frignani per il Corriere della Sera
«Mettetevelo in testa, questa non era la prima e non sarà nemmeno l' ultima volta.
Lo rifaranno, è gente che spara». A piazza Gasparri non hanno dubbi. Cinque fori di proiettile sull' uscio di casa di Silvano Spada lo confermano.
Ostia non si sveglia dall' incubo. Due settimane infilata nel tunnel, dopo un mese rovente che aveva portato al primo turno delle elezioni municipali. La scelta della grillina Giuliana Di Pillo a presidente del X Municipio soltanto otto giorni fa non sembra aver avuto effetti sull' attività delle bande, che sono tornate a sfidarsi sul litorale romano.
spari contro la casa di un componente della famiglia spada
E nemmeno, pare, l' aumento di pattuglie per il controllo del territorio: giovedì sera due gambizzati in una pizzeria in via delle Canarie (uno, il cuoco Alessio Ferreri, è il nipote dei boss Carmine e Terenzio Fasciani), sabato notte il raid a casa di uno degli Spada, cugino di Roberto, tuttora recluso nel carcere di Tolmezzo (Udine), accusato di lesioni aggravate dal metodo mafioso dopo la testata al giornalista Daniele Piervincenzi.
Nell' appartamento al terzo piano di una palazzina residenziale in via Antonio Forni c' era la compagna, rimasta illesa: i proiettili, esplosi da distanza ravvicinata sul pianerottolo non hanno trapassato la porta blindata. Nessuno ha sentito o visto niente. Poco dopo spedizione anche nella parallela via Domenico Baffigo, nell' abitazione di Giuliano Spada, fratello di Silvano: in questo caso pugni, calci, forse qualche sprangata, sulla porta.
Anche qui silenzio. E ancora: in via Umberto Cagni, sempre a Nuova Ostia, spari contro i finestrini di una Seat Ibiza parcheggiata, intestata a un residente incensurato che è stato interrogato a lungo dalla polizia. «Ma io con gli Spada non c' entro niente», ha detto.
Un quadro inquietante e allo stesso tempo sconfortante, con alcuni abitanti di quella zona di Ostia - un tempo in mano alla Banda della Magliana, poi ai suoi eredi, e oggi a clan che si contendono il mercato della droga e delle occupazioni di alloggi popolari - che raccontano sottovoce di atti di vandalismo, se non proprio di veri e propri avvertimenti («Le auto coperte di escrementi») all' indomani della loro partecipazione ai cortei per la legalità e a favore della stampa libera. Insulti anche nei confronti di Monica Picca, consigliere di Fratelli d' Italia-Alleanza Nazionale e candidata sconfitta per la presidenza del X, inondata di mail offensive che ha denunciato alla polizia postale. Un clima che non promette nulla di buono, come riconosce il ministro dell' Interno Marco Minniti intervenuto di nuovo ieri da Bari con parole ancora più forti degli ultimi giorni: «Non possiamo consentire che il litorale della Capitale sia condizionato dalle mafie. Il tema della liberazione di Ostia dalla mafia è irrinunciabile, ci giochiamo un pezzo della sovranità del Paese». E ancora: «È nelle sfide più difficili che si vede la forza dello Stato, saremo duri e intransigenti, perché quello che sta avvenendo a Ostia non è tollerabile in una democrazia».
Sugli episodi di criminalità avvenuti negli ultimi giorni indaga la Squadra mobile, coordinata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia.
Il sospetto è che sia in corso un riposizionamento delle bande, favorito dalla confusione seguita all' arresto di Roberto Spada, ma non si esclude l' inserimento di nuove realtà malavitose che potrebbero approfittare di vuoti di potere con i grandi boss in carcere. E l' ex mini sindaco Angelo Bonelli (Verdi) avverte: «È guerra fra Spada e Fasciani, lo Stato deve inviare subito i reparti speciali anticrimine dei carabinieri, della Guardia di finanza e della polizia». O non se ne esce.