E ADESSO PAGATE – NON C’È SOLO L’ERGASTOLO PER I FRATELLI BIANCHI: PER L’OMICIDIO DI WILLY I DUE DOVRANNO SGANCIARE DUECENTO MILA EURO A CIASCUNO DEI GENITORI DELLA VITTIMA PIÙ 150MILA ALLA SORELLA – MA NON È ANCORA UN CASO CHIUSO: RIMANGONO ANCORA DUBBI SULLA TESTIMONIANZA CHE DOVREBBE CONFERMARE DOVE È STATO COLPITO WILLY…
Ilaria Sacchettoni per www.corriere.it
Il presidente della Corte d’Assise di Frosinone (Francesco Mancini) ha stabilito una prima quantificazione del danno subito dalla famiglia Monteiro Duarte con l’omicidio di Willy. Secondo il dispositivo della sentenza emessa lunedì scorso nell’aula gli imputati, vale a dire Marco e Gabriele Bianchi più Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, dovranno versare immediatamente duecento mila euro a ciascuno dei genitori della vittima più 150mila alla sorella: «Condanna gli imputati in solido inoltre al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva che determina in euro 200mila per ciascun genitore ed in euro 150mila per la sorella rigettando le ulteriori richieste». Si tratta di un primo passo verso il riconoscimento dei danni subiti dalla famiglia di Willy.
Non è tutto però. A conclusione di un processo fondato sulle testimonianze di chi partecipò alla notte del 6 settembre 2020, i giovani presenti in largo Santa Caterina a Colleferro, i giudici rinviano gli atti in Procura affinché s’indaghi sulle testimonianze di Faiza Rouissi e Aldo Proietti.
La prima era la ragazza che per prima aveva raccontato ciò che aveva visto: «Chi materialmente ha picchiato Willy — aveva fatto mettere a verbale — è stato Gabriele Bianchi, che dapprima gli ha dato un calcio in pancia, quindi Willy si è accasciato a terra dopodiché si è rialzato ed è stato nuovamente colpito da Gabriele. A questo punto Willy rovinava a terra e perdeva sangue dalla bocca». Proprio su quel calcio «in pancia» sarebbero sorti problemi perché in altre circostanze Rouissi avrebbe parlato di calcio «al petto», un dettaglio non secondario per l’attribuzione delle responsabilità processuali.
I giudici hanno fissato a novanta giorni la deposizione delle motivazioni della sentenza. Scontato il ricorso da parte dei fratelli Bianchi assistiti dall’avvocato Massimiliano Pica che, nei giorni scorsi, ha già anticipato: «Chiederemo ai giudici della Corte d’Appello di disporre una nuova perizia che sia in grado di fare davvero luce sulle ferite inferte a Willy. Il processo di primo grado si è concluso senza che sia stata attribuita la paternità del calcio frontale che colpì il ragazzo».
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