jessye norman

PAOLO ISOTTA IN LODE DI JESSYE NORMAN: “SE N'È ANDATA. AVEVA SOLO 74 ANNI E FACEVA ANCORA QUALCHE CONCERTO DI GOSPEL E AFFINI. SI È DEDICATA POCO ALL'OPERA ITALIANA. È STATO UN GRANDE ERRORE DA PARTE SUA, UN GRANDE ERRORE DA CHI NON L'HA SOLLECITATA ABBASTANZA. QUALE AIDA, QUALE VIOLETTA, QUALE LEONORA (DEL TROVATORE E DELLA FORZA) SAREBBE STATA! NON L'HO MAI CONOSCIUTA. MA PROVATE A IMMAGINARE: NEGRA, PESANTE QUASI UN QUINTALE: CHISSÀ QUALE LOTTA AVRÀ DOVUTO AFFRONTARE PER AFFERMARSI…”

Paolo Isotta per “Libero quotidiano”

 

Paolo Isotta foto Salvatore Pastore

A luglio hanno fatto trent'anni dalla morte del Maestro Karajan. Ho ricordato che finì la mattina di un giorno nel quale, il pomeriggio, avrebbe dovuto dirigere a Salisburgo la prova generale di Un ballo in maschera. Il tutto fu così improvviso che la moglie era andata dal parrucchiere, e l'unico presente, oltre al cameriere, era un giapponese in colloquio d' affari che per l' emozione ebbe un mezzo infarto anch' egli.

 

Così l'ultimo documento che ci resta di Karajan direttore è il filmato d'un'incisione del finale del Tristano e Isolda di Wagner, che tradizionalmente si definisce il Liebestod, ossia "la morte d' amore". È l'amore per il suo Tristano appena morto attendendola che dona all'eroina la forza per partire da sé per il dunkle Reich, il Regno Oscuro.

Jessye Norman

 

In quel filmato, Jessye Norman canta non solo in modo sublime, ma con una reverenza verso il Maestro, una fusione rispetto a ciò ch'egli da lei desidera, che questo pezzo musicale è davvero un Liebestod. E ora forse questo Liebestod si è realizzato. Anche perché l' altro ieri, all' improvviso, Jessye se n'è andata.

 

Aveva solo settantaquattro anni e faceva ancora qualche concerto di gospel e affini. Ma non so se noi italiani siamo consci ch'è morto uno dei più grandi soprani del Novecento. Uno di quei personaggi che bastava entrasse in scena perché tutto si paralizzasse, da lei elettrizzato. Come accadeva con la Callas, e come non sempre accadeva con la Tebaldi, sebbene la divina Renata avesse una voce più bella e cantasse meglio.

 

Jessye Norman

IL RAMMARICO

La Norman si è dedicata poco all'Opera italiana. È stato un grande errore da parte sua, un grande errore da chi non l'ha sollecitata abbastanza. Quale Aida, quale Violetta, quale Leonora (del Trovatore e della Forza) sarebbe stata! Dalla sua perfetta dizione francese e tedesca, immagino che possedesse, o avrebbe potuto possedere, una pronuncia italiana altrettanto perfetta.

 

Ma non a caso ho citato la Callas e la Tebaldi. Ella è stata uno dei più grandi soprani drammatici di coloratura degli ultimi decenni (genere quasi estinto), ma possedeva un' impostazione lirica, nei fiati, nel fraseggio, nelle lunghe respirazioni. Era come una fusione del meglio delle due. Il suo maestro è stato il grande baritono francese Pierre Bernac, ma la tecnica di canto sua era fondamentalmente italiana.

Jessye Norman

 

Ecco perché, come Isolde, Brühnnilde, Elisabetta, Kundry, era superiore alle gigantesse classiche del canto wagneriano, Kirsten Flagstadt, Birgit Nilsson - e secondo me pronunciava addirittura il tedesco meglio di loro. Wagner avrebbe sempre desiderato che la sua musica venisse interpretata con la tecnica italiana.

 

LA FATICA DI EMERGERE

Poi era una regina anche nella musica francese. Il suo Berlioz non ha confronti. E siccome i grandi tragici sanno essere grandi comici, ha eseguito una volta l' Operetta di Offenbach La Grande Duchesse de Gerolstein: dove in francese, oltre che cantare, recita. Con una tale grazia che non sai se ridere o commuoverti. Regina era anche nel Lied: tedesco, francese.

 

Herbert von Karajan

Quelli di Fauré. Le chant de l'amour et de la mer di Chausson, con la bacchetta di Riccardo Muti, una delle più belle incisioni mai realizzate. Non l'ho mai conosciuta. Ma provate a immaginare: negra, pesante quasi un quintale: chissà quale lotta avrà dovuto affrontare, alla fine degli Anni Sessanta, per affermarsi in un paese come gli Stati Uniti. Poi l' hanno glorificata; ma perché aveva già vinto.

Jessye Norman

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…