papa francesco bergoglio comunista

BERGOGLIO, IL “POPULISTA” CHE PIACE - PAPA FRANCESCO USA LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE TIPICHE DI MOVIMENTI E POLITICI CHE PUNTANO DRITTO ALLA VOLONTÀ POPOLARE: DALLA CRITICA AL CAPITALISMO ALL’ELOGIO DELLA POVERTÀ - MA A DIFFERENZA DI TRUMP NON SUSCITA L’ASTIO DEI MEDIA O DEI RADICAL-MUFFI

Francesco Borgonovo per “La Verità”

 

papa comunista  9papa comunista 9

I giornali italiani sono soliti descrivere il populismo come una malattia. Un morbo pestilenziale che s'insinua nelle menti più semplici e sprovvedute per avvelenarle, trasformando uomini altrimenti pacifici in belve razziste e xenofobe. In proposito abbiamo udito ogni genere di leggenda: c'è chi ha scritto che i populisti sono come i terroristi islamici, chi sostiene che minaccino la democrazia e il vivere civile, chi li ritiene semplicemente gentaglia da rieducare.

 

Il coro è sostanzialmente unanime, l' eco rimbalza da destra come da sinistra, e cela sempre un' ingiuria, un giudizio negativo. La parola «populista» è divenuta sinonimo di «demagogo». Come ha notato il politologo francese Pierre-André Taguieff, «con ciò si suppone che al "buon" uso del popolo da parte dei democratici "autentici" si contrapponga un "cattivo" uso del popolo da parte dei "falsi" democratici che sono dei veri demagoghi».

 

papa comunista  8papa comunista 8

Il populista dei tempi nostri, insomma, è un cattivone che cova ambizioni autoritarie, un arruffapopoli che fa strame della democrazia sfruttando i bassi istinti, uno che finge di rappresentare il popolo ma fomenta il popolino.

 

QUALCOSA NON TORNA

Eppure, in questo ragionamento ormai universalmente diffuso, c'è un inghippo. C' è qualcosa che non torna. Se i populisti sono così bestie e così perfidi, perché c' è un populista fatto e finito che viene celebrato a reti unificate? Di più: che viene incensato dai giornali e citato come un esempio dai politici di ogni ordine e grado? Mistero (ma nemmeno tanto).

 

Il populista in questione è un signore di nome Jorge Mario Bergoglio, cioè papa Francesco. La sua recente visita a Milano e Monza si è rivelata un successo strepitoso, e tutti i media l'hanno descritta così, dando risalto a questo o a quell' altro passaggio degli interventi del pontefice.

 

papa comunista  5papa comunista 5

Eppure proprio quella visita ha fatto emergere il lato più decisamente populista di Francesco: ha scelto di presentarsi in una cosiddetta «periferia»; è entrato in un carcere per parlare ai detenuti; ha addirittura utilizzato un bagno chimico come un fedele qualsiasi. Insomma, ha mandato un messaggio di appartenenza, ha voluto appunto mostrarsi come un «uomo del popolo». Questa, del resto, è la sua enorme forza.

 

Anche chi ne critica le posizioni deve ammetterlo: Bergoglio ha saputo stabilire un legame empatico con la popolazione, anche e soprattutto con i non credenti e i fedeli tiepidi.

papa comunista  3papa comunista 3

E lo ha fatto proprio attraverso gli strumenti del populismo. Non si tratta, attenzione, di una scelta casuale. Bergoglio conosce molto bene il populismo, perché lo ha praticato e frequentato anche prima di diventare papa. Non per nulla viene dall'Argentina, la terra del peronismo. Nei richiami del pontefice alla «Madre Terra» violentata dal dio denaro si trovano tracce dell' attenzione peronista verso «el campo», la campagna.

 

Ma ci sono pure interessanti legami con il pensiero del People's party americano, ovvero il movimento attivo negli ultimi anni dell' Ottocento da cui deriva l'idea stessa di populismo. Il People' s party rappresentava soprattutto i lavoratori della terra, i braccianti. «Le nostre case sono coperte di ipoteche», ripeteva l' oratore populista Ignatius Donnelly nel 1892, «i lavoratori sono in miseria e la terra è concentrata nelle mani dei capitalisti».

 

papa comunista  2papa comunista 2

Sono argomenti che verranno ripresi anni dopo da un populista fervente come John Steinbeck, che ai braccianti raccontati in Furore faceva dire: «Questa terra è nostra [...]. Su questa terra siamo nati, su questa terra ci siamo fatti uccidere, su questa terra siamo anche morti. [...] Ecco che cosa la rende nostra: esserci nati, lavorarci, morirci».

 

Questo è il cuore del populismo, che nelle parole di Christopher Lasch diventava «la voce autentica della democrazia». Negli scritti di Bergoglio, in particolare l'enciclica Laudato si', si trova una critica piuttosto ruvida dell'agricoltura produttivista, un'attenzione intensa verso i problemi dell'ambiente e dell'ecologia che ha entusiasmato persino il guru della decrescita Serge Latouche. In alcuni passaggi sembra intuirsi la presenza di Jacques Ellul, teologo molto amato dai populisti (di cui sono particolarmente decise le posizioni sull'islam, fra l' altro...).

papa comunista  15papa comunista 15

 

I MOVIMENTI

«Francesco può a tutti gli effetti essere definito un papa populista, se si usa il termine come strumento analitico e non nel senso negativo a cui siamo abituati», ha spiegato a Pagina 99 Loris Zanatta, studioso di storia dell'America latina. «Il suo popolo non è però quello della tradizione illuminista, ma è il popolo della tradizione latinoamericana di cui il peronismo è stato il più tipico caso: una comunità organica, riflesso della volontà divina.

 

papa comunista  13papa comunista 13

Una sorta di "popolo mitico", come lo ha definito il papa». Un popolo che ha un'anima, anche se menti della sinistra come Michele Serra - che pure lodano il papa - sostengono che «il popolo non esiste». Questa idea avvicina addirittura il pontefice a Donald Trump, come ha spiegato ancora Zanatta: «Condividono la critica radicale della globalizzazione, evocano un popolo unito, in armonia, minacciato dalla disgregazione sociale. Evocano un mondo che va a rotoli e promettono una redenzione». Ed è un paradosso, se pensiamo che Bergoglio ha da poco avvicinato il populismo trumpiano al nazismo.

 

papa comunista  12papa comunista 12

Già, il papa giudica positivamente il populismo, ma solo quelli dei «movimenti popolari» latinoamericani: «Lì significa che i popoli sono protagonisti», ha detto una volta. In questo senso, egli ha qualcosa in comune con i suoi lodatori progressisti: il popolo è protagonista solo se vota a sinistra.

 

Allora si capisce perché il populista Bergoglio vada bene e gli altri no: perché non si oppone all' immigrazione, si limita a sfiorare argomenti politicamente scorretti. Quelli che ai populismi sudamericani non interessavano fino in fondo, ma solo perché i popoli di quei luoghi di guai ne avevano altri.

 

 

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…