parigi gilet gialli

PARIGI IN FIAMME! 92 FERITI E OLTRE 205 FERMI PER LA GUERRIGLIA SCATENATA DAI GILET GIALLI: UN PALAZZO ASSALTATO E DATO ALLE FIAMME – TEPPISTI IN AZIONE ANCHE CONTRO AUTO, BANCHE E NEGOZI - MANIFESTANTI SEGNALATI IN DIVERSI PUNTI DEL PAESE, SOPRATTUTTO SULLE AUTOSTRADE. PARTICOLARMENTE DIFFICILE LA SITUAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE A TOLOSA - VIDEO

 

Da corriere.it

parigi gilet gialli

Palazzo assaltato e dato alle fiamme a Parigi, dove sta degenerando in guerriglia urbana la terza manifestazione dei gilet gialli, il movimento nato per protestare contro il caro-carburante. Migliaia di persone sono scese in piazza in tutta la Francia, e a Parigi è dilagata la violenza, con auto rovesciate e date alle fiamme, negozi e banche presi d’assalto, teppisti in azione anche all’interno di un palazzo. Agli Champs-Elysees circa 5500 persone si sono radunate e le violenze dei casseur infiltrati nella manifestazione dilagano dall’Arco di Trionfo ad altri quartieri di Parigi. Auto in fiamme sono visibili attorno alla avenue Foch, dove è stata rovesciata e incendiata la vettura di un’ambasciata, nella avenue de Friedland e sulla rue de Rivoli. Incendi vengono segnalati anche a rue de Rivoli e sui Grands Boulevards. La prefettura parla di 92 feriti, fra i quali 14 poliziotti. I fermati sono più di 205.

 

parigi gilet gialli

I tafferugli durano da ore: sono cominciati dalla zona dell’Arco di trionfo, sugli Champs-Elysées, fino alla Bastiglia e rue de Rivoli. I manifestanti hanno gridato slogan e protestato contro il caro-carburante, le tasse e il presidente Emmanuel Macron. Il premier francese, Édouard Philippe, ha annullato la visita prevista a Nogent-sur-Marne, in Val-de-Marne e ha deciso di andare personalmente alla prefettura della polizia di Parigi per monitorare la situazione: si sono viste, ha detto, scene di «una violenza raramente raggiunta». Alcune automobili parcheggiate nella avenue de Friedland, che parte dall’Arco di Trionfo in direzione perpendicolare agli Champs-Elysees, sono state date alle fiamme dai casseur mescolati ai manifestanti con i gilet gialli a Parigi.

 

parigi gilet gialli

 

Già prima delle 9 si sono registrati tafferugli con la polizia, presente massicciamente attorno alla grande avenue, devastata dalla guerriglia sabato scorso. Sono 5.000 gli agenti mobilitati nella capitale, gli Champs-Elysees sono chiusi al traffico automobilistico ma aperti ai pedoni. Per la manifestazione non è stata chiesta autorizzazione.

 

Alle 8.45, da un gruppo di alcune centinaia di gilet gialli radunati sugli Champs-Elysees a Parigi, sono partiti i primi fumogeni contro il cordone di polizia che controlla la zona. L’uomo che li ha lanciati è stato messo a terra dagli agenti e immediatamente fermato. L’episodio ha dato vita ai primi tafferugli, con gruppi di gilet gialli che sono fuggiti nella direzione opposta, verso l’Arco di Trionfo, con il volto coperto per proteggersi dai gas lacrimogeni lanciati dalla polizia. Altri manifestanti hanno preso a lanciare fumogeni verso l’Etoile la piazza che è l’ultima zona aperta alla circolazione prima del blocco sugli Champs-Elyeees. Manifestanti sono stati segnalati in diversi punti del Paese, soprattutto sulle autostrade. Come nelle altre occasioni, numerosi i blocchi a nord e a sud. Particolarmente difficile la situazione della circolazione a Tolosa.

parigi gilet gialli

 

Attorno agli Champs-Elysees i manifestanti dei gilet gialli appaiono questa mattina spaccati in due. Sulla grande avenue qualche centinaio di dimostranti che hanno accettato di farsi perquisire alle barriere dalle forze dell’ordine e che stanno sfilando in corteo. All’esterno, per lo più sulla piazza dell’Arco di Trionfo, stazionano invece i gruppi che non hanno accettato di essere perquisiti e che si scontrano con la polizia.

 

parigi gilet gialliparigi gilet gialliPARIGI GILET GIALLIgilet gialli 8gilet gialli 9PARIGI GILET GIALLIgilet gialli 7parigi gilet gialli palazzo assaltato

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?