lisa franchetti

LA GUERRA NAVALE DI WASHINGTON E' NELLE MANI DI UNA ITALO-AMERICANA – PARLA L'AMMIRAGLIA LISA FRANCHETTI, LA 60ENNE DI ORIGINI ITALIANE CHE GUIDA LA MARINA MILITARE AMERICANA: “LA PRIMA RAGIONE CHE MI ATTIRATO AD ARRUOLARMI? L’UNIVERSITÀ GRATIS” – “ERO SOTT’ACQUA QUANDO CI RAGGIUNSE IL COMUNICATO SULLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO. ORA SIAMO IN COMPETIZIONE STRATEGICA CON RUSSIA E CINA” – LA SCOPERTA DEL CIBO ITALIANO ALLA BASE DI GAETA E LA DIFFICOLTÀ DI COMANDARE I MARINAI…

Estratto dell’articolo di Federico Rampini per il “Corriere della Sera”

 

Lisa Franchetti

«Qual è stata la prima ragione che mi attirato ad arruolarmi in marina? L’università gratis! E poi: l’opportunità di girare il mondo. Era il 1981, volevo diventare una giornalista, specializzarmi sul Medio Oriente. Poi al campus della Northwestern University incontrai degli ufficiali della US Navy che facevano reclutamento.

 

Mi raccontarono tutti i Paesi che avevano visitato, mi dissero della possibilità di pagarmi gli studi. Quarantatrè anni dopo sono rimasta nella Navy. Ancora mi appassiono per tutte le sfide. Amo i viaggi. E faccio la mia parte per difendere la libertà nel mondo».

 

Lisa Franchetti

[…] A sessant’anni appena compiuti, l’italo-americana Lisa Franchetti ha conquistato un posto nella storia. Sei mesi fa Joe Biden l’ha nominata come la prima donna a capo della più potente marina militare del Pianeta. La incontro a un summit dei capi delle forze armate Usa, organizzato a Washington dal think tank geopolitico Council on Foreign Relations di cui sono membro.

 

L’ammiraglia Franchetti, la Chief of Naval Operations, ha sotto il suo comando flotte che in questo momento combattono gli Houthi nel Mar Rosso e gli Hezbollah lungo la costa mediterranea del Libano; garantiscono la sicurezza di alleati come Giappone e Corea del Sud nell’Indo-Pacifico; tengono a bada (per ora) l’espansionismo cinese a Taiwan e nelle Filippine; vigilano nel Mar Baltico e perlustrano l’Artico in concorrenza coi sottomarini russi.  Più tante altre missioni, comprese quelle umanitarie: tra queste il nuovo piano di aiuti via mare per la popolazione di Gaza.

 

Lisa Franchetti

L’ammiraglia è nata a Rochester, città di antica vocazione industriale (fu la capitale della Kodak, da cui è germinato un distretto ottico hi-tech) nella parte settentrionale dello Stato di New York.

 

L’impronta italiana e una certa etica del lavoro le viene dal padre Larry Franchetti: «Aveva studiato ingegneria ma finì per fare il manager, da bambina mi portava con sé a girare per i reparti della fabbrica, parlava con gli operai, chiedeva notizie delle loro famiglie, si preoccupava della sicurezza sul lavoro, della salute».

 

Altri italo-americani, gli ufficiali Satriano e Salvatore, li ricorda perché «mi insegnarono come si dirigono i marinai, come si organizza la vigilanza a bordo di una nave… e mi fecero scoprire la qualità del cibo italiano vicino alla base di Gaeta».

 

Lisa Franchetti

Lisa era in anticipo sui tempi: quando entrò in marina nel 1985 c’erano solo 17 donne ufficiali in incarichi operativi in missioni navali. Lei non era una di quelle, all’inizio. La misero a lavorare in uffici amministrativi: gestione delle risorse umane, addestramento.

 

«Era frustrante, volevo essere in mare e girare il mondo».

Trovò ufficiali capaci di intuire il suo talento. Si arruolò nel corso per diventare Surface Warfare Officer, cioè una vera combattente: «Il successo non era scontato per una che arrivava con la laurea in giornalismo, ma io avevo deciso che quella era la mia strada: servire il mio Paese, la nostra sicurezza, la democrazia».

 

Lisa Franchetti

«Nella mia carriera ho già vissuto almeno tre epoche diverse. Il mio incarico di esordio era nella Guerra fredda, in una unità di sottomarini che davano la caccia ai sommergibili sovietici: ero sott’acqua quando ci raggiunse il comunicato sulla caduta del Muro di Berlino. Dopo l’11 settembre 2001 la US Navy era al servizio della guerra contro il terrorismo. Ora siamo in competizione strategica con Russia e Cina». […]

 

L’arma che lei dirige ha un posto centrale nel dispositivo di sicurezza degli Stati Uniti. «Perché noi siamo una nazione marittima, in tanti modi visibili e invisibili. Un dato sorprendente è questo: undicimila miliardi di dollari di transazioni viaggiano annualmente attraverso cavi sottomarini. Proteggere queste infrastrutture vitali fa parte del nostro lavoro».

 

lisa franchetti

La numero uno della US Navy cita anche «l’Italia, con la Francia e il Regno Unito, tra quelle nazioni alleate che hanno deciso di effettuare insieme a noi missioni nell’Indo-Pacifico, perché è chiara l’importanza strategica di quel teatro».

 

Ha una visione geopolitica precisa sulla posta in gioco nei conflitti in corso: «Nel Mediterraneo la presenza delle nostre flotte finora ha impedito un ulteriore allargamento della guerra. Nel Mar Rosso con l’operazione Guardiano della Prosperità stiamo difendendo un ordine globale basato sul rispetto delle regole, quindi il benessere economico di tutti».

 

lisa franchetti 4

La figlia liceale Ci vuole una donna soldato che viene dal mondo dell’immigrazione italiana, per parlare un linguaggio del patriottismo non proprio di moda tra i ragazzi. «Sono la mamma di una ragazza che fa il liceo. Il mio messaggio alla sua generazione è: arruolatevi! Dedico molto tempo, insieme a tutta la mia squadra, all’attività di reclutamento in questi tempi non facili. Bisogna saper spiegare ai giovani l’importanza di servire in divisa la propria nazione, difendere la nostra democrazia, i nostri diritti, il nostro modello di vita».

 

Come madre sa che deve superare una barriera invisibile, fatta di pregiudizi pacifisti, o indifferenza e ignoranza. I coetanei di sua figlia danno per scontato un benessere e un progresso che non sono gratis: senza libertà di navigazione e sicurezza dei mari, quale sarebbe il nostro tenore di vita?

 

Nel parlare alle Generazioni Z e X non disdegna le attrattive più tradizionali. «Oltre all’onore e alla dignità bisogna far leva sulle opportunità. La US Navy offre 150 mansioni professionali diverse, dai tecnici della robotica agli ingegneri nucleari ai medici. In più diamo la palestra, l’assistenza sanitaria, la possibilità di scoprire il mondo.

 

lisa franchetti 3

Io ho visitato 143 Paesi! Per essere all’altezza delle sfide che il mondo contemporaneo ci impone, non mi preme solo il reclutamento diretto nelle forze armate. Abbiamo bisogno di più giovani nell’industria della difesa, nel settore hi-tech, in tutto ciò che riguarda scienze e matematica».

 

Essere donna al comando della più grande forza navale del Pianeta, che vantaggi ha? «Spirito di squadra, onestà, atteggiamento positivo, un’idea di leadership come capacità di costruire la collaborazione. Quando ero al college ero nella squadra di canottaggio. Ero troppo piccola per remare. Facevo il capovoga».

lisa franchetti 1lisa franchettilisa franchetti 2

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…