LA PATENTE? MEGLIO LO SMARTHPONE! SORPRESA, AI 18ENNI LA MACCHINA NON PIACE PIÙ. UN TEMPO ERA UN MODO PER SENTIRSI EMANCIPATI, OGGI CONTA PIÙ IL CELLULARE O L' ACCOUNT DI CAR2GO - AURORA RAMAZZOTTI: LA PATENTE? A CHE COSA MI SERVE SE HO L' AUTISTA? – DA GUCCINI A MENTANA, TUTTI GLI SPATENTATI
Andrea Cuomo per il Giornale
La maggiore età un tempo si aspettava bramosamente per tre motivi: firmarsi le giustificazioni a scuola, votare e prendere la patente (non necessariamente in quest' ordine). Oggi i registri elettronici svelano ogni «buca» a scuola, la partecipazione democratica è sempre meno ambita e il mito dell' auto si è notevolmente impolverato.
Potremmo ragionare su quale senso abbia oggi compiere 18 anni ma in fondo è più divertente capire perché i giovani non abbiano più fretta di mettere le mani su un volante.
Partiamo dalle cifre. Nel 2016 i giovani tra i 18 e i 19 anni d' età che hanno preso la patente sono stati 287.551, l' 8,4 per cento in meno rispetto al 2012. Questo non vuol dire che alla fine la patente non si consegua. Ma certo c' è meno fretta di farlo.
Secondo un' indagine di facile.it che ha rielaborato i dati del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l' età media a cui si prende la patente è di 21 anni e due mesi. Un problema non soltanto italiano.
L' American Automobile Association, il corrispettivo dell' Aci statunitense, è andato a sfrucugliare i neomaggiorenni scoprendo che il 44 per cento non ha un' automobile e il 39 per cento usa abitualmente forme di trasporto alternative.
Ma quali sono i motivi di questo calo? Va detto che rispetto a qualche anno fa ci sono più limiti per chi consegue la licenza di guida. Dal 2011 i patentati di categoria B per un anno non possono guidare veicoli aventi un rapporto potenza/tara superiore a 55 Kw/t o comunque veicoli con potenza massima che superi i 70 kw. Un dettaglio?
Forse, ma certo questo ha contribuito a rendere meno «rock» l' idea di guidare.
C' è poi un problema economico. Secondo una recente indagine di «Quattroruote» conseguire una patente B in Italia costa circa mille euro. La città italiana più cara è Milano, dove la spesa media è di 1054 euro con punte di 1253 euro, mentre a Napoli la media è di 880 euro e a Roma di 690.
Ma alla fine la rivoluzione è soprattutto culturale. I baby boomers e i loro fratellini sono cresciuti in un mondo fabbricato attorno all' automobile.
Un' utilitaria magari scassata, quasi certamente di terza mano, era tutto ciò che un giovane poteva desiderare: mezzo di trasporto per gite al mare, per improbabili viaggi in Europa spesso progettati e raramente realizzati, arma di seduzione nei confronti delle coetanee e in caso di improbabile successo alcova di risulta. Non avere la patente - o in seconda battuta averla ma non avere le chiavi di un' auto - voleva dire essere figli di un dio scarburato. Condannati all' emarginazione, allo scrocco, all' onanismo motoristico. Nella vita o eri guidatore o eri passeggero. O avevi una Panda e il mondo era il tuo confine; o andavi a piedi e in bus ed eri segregato nel paesino o nel rione.
Oggi invece i giovani hanno un' altra grammatica. I social hanno accorciato le distanze.
Lo smatrphone è uno status symbol assai più preciso di un' automobile. Il vero «figo» non è quello che ha un tigre nel motore, ma spesso colui che ha l' account di Car2Go: l' auto à-la-carte, che la parcheggi dove vuoi e se la benzina aumenta chissenefrega. Certo, stiamo parlando di un set per lo più metropolitano, perché la vera divisione dell' Italia non è tra Nord e Sud ma tra metropoli e provincia. In città ci sono mezzi pubblici più efficienti, pochi parcheggi e tanti strumenti in condivisione. Nel paesino di duemila anime in una valle alpina o nelle Murge, ancora oggi se non hai un' auto i tuoi orizzonti si restringono drammaticamente.
aurora ramazzotti tatuaggi per la famiglia
Insomma non è la patente a essere cambiata, ma la nostra idea di libertà. I giovani sono ancora on the road. Ma a casa da mammà, con l' iPhone in mano e soprattutto senza fretta.
2. QUEI VIP A PIEDI
Andrea Cuomo per il Giornale
C' è anche chi per tutta la vita le mani su un cambio non le mette mai. Senza per questo ritenere la propria una vita di serie B. Persone che la patente non hanno sentito il bisogno di prenderla anche in epoche in cui era uno status symbol (e un freedom symbol) ben più potente di oggi, rito di passaggio tra differenti età. Ma anche persone che la patente l' hanno presa ma poi - per un incidente, uno spavento, un familiare monopolista del volante - a un certo punto hanno smesso con l' idea di riprendere in un prima-o-poi che alla fine non arrivava mai. Quest' ultima categoria è molto più affollata di quanto si pensi. Noi li chiamiamo gli analfabeti di ritorno della guida.
Un' esempio è la nostra amica Lisa, 43 anni, milanese: «Appena presa la patente - ci racconta - ho avuto un incidente e ho per un po' non ho avuto più il coraggio di guidare.
Poi mi sono trasferita per un lungo periodo a Londra dove non avevo bisogno dell' auto e quando sono tornata in Italia non sapevo più guidare. Ora uso solo la bicicletta».
Anche molti vip sono demotorizzati e hanno spesso raccontato il perché di questa scelta. Anzi, di questa non-scelta. Francesco Guccini è tra questi: «Semplicemente non mi è mai interessato - raccontò con il proverbiale distacco qualche anno fa -. E poi ho sempre trovato qualcuno che mi passava prendere». Messa così...
Anche Enrico Mentana non ha la licenza di guida. E a un giornalista del Corriere anni fa la spiegò così: «Vedevo che tutti si arrabbiavano in macchina. E poi a me anche da ragazzo piaceva molto camminare».
Spatentato è anche Vittorio Sgarbi, che dà molto da fare ai suoi autisti. E non guidano Maria De Filippi, Nino Frassica, Aurora Ramazzotti («a che cosa mi serve se ho l' autista?», la sua impeccabile spiegazione).
All' estero celebre il caso del cantante maledetto Ozzy Osbourne che ha preso la patente a 61 anni. La regina Elisabetta invece non ne ha bisogno: può per legge guidare anche senza. Chi ha il pane non ha i denti...
patente a punti controllo patente Aurora Ramazzotti