DIES IRAQ – LE DECAPITAZIONI COME STRUMENTO DI PROPAGANDA – ATTIRANO VOLONTARI PER LA JIHAD, TERRORIZZANO I NEMICI E AIUTANO IL CALIFFO A CONSOLIDARE IL SUO POTERE

Maurizio Molinari per “La Stampa

SOTLOFF DECAPITAZIONESOTLOFF DECAPITAZIONE

 

Giovano a terrorizzare i nemici, attirano volontari jihadisti ed aiutano il Califfo a consolidare il potere: sono gli aspetti delle decapitazioni che ne fanno un’arma efficace nelle mani dello Stato Islamico (Isis) di Abu Bakr al-Baghdadi, obbligando i Paesi che hanno dei cittadini in ostaggio ad affrontare le crisi in maniera assai diversa da quanto avvenuto finora.

 

Ad affermare che «le decapitazioni giovano ai terroristi che le praticano» è Aaron Zelin, esperto di gruppi jihadisti del «Washington Institute», secondo il quale «Isis ha conquistato Mosul, con 500 mila abitanti, perché i soldati iracheni che la proteggevano sono fuggiti alla vista delle sue bandiere nere, temendo crocifissioni, amputazioni, esecuzioni di massa ed ogni altro tipo di violenza brutale che distingue le milizie di al-Baghdadi».

 

quattro decapitati in egitto da isis accusati di essere spie mossadquattro decapitati in egitto da isis accusati di essere spie mossad

Il secondo aspetto delle decapitazioni è, secondo un recente rapporto d’intelligence britannica, «l’effetto sul reclutamento dei volontari stranieri». Fra i circa 12 mila combattenti di Isis almeno 3000 sono occidentali e monitorando quanto scrivono e postano sul web, gli 007 cybernetici britannici hanno trovato frequenti riferimenti alle decapitazioni. In un caso un jihadista inglese ha postato su Instagram la foto di un miliziano di Isis circondato da teste mozzate con a fianco un falso scheletro, scrivendo a commento: «Il nostro fratello Abu B di Isis posa con i trofei dell’operazione di ieri, ma lo scheletro è falso».

 

FOLEY FOLEY

Timothy Furnish, islamista dell’Università della Georgia autore del volume «Mahdi islamici, le loro Jihad e Bin Laden», parla di «effetto-choc» per descrivere «ciò che i terroristi cercano sin dagli Anni Settanta ed Ottanta» spiegando che «iniziarono con il dirottamento degli aerei, hanno continuato con gli attacchi kamikaze ed ora hanno trovato le decapitazioni» riuscendo a «massimizzare lo choc fra i nemici e il sostegno nelle regioni dove si trovano ad operare».

 

vittima della presa di mosulvittima della presa di mosul

 «La natura grafica della decapitazione, con il focus sull’individuo, ha un impatto dissacrante e violento assai più agghiacciante di un’autobomba» concorda Shashank Joshi del «Royal United Services Institute» di Londra. A differenza degli «effetti-choc» precedenti però le decapitazioni, continua Furnish, «si richiamano alle origini dell’Islam perché nella Sura 47 del Corano è scritto «quando incontri gli infedeli colpisci i loro colli» e nella Sura 8:12 si legge «colpirò nel cuore degli infedeli, levagli le teste e le punte delle dita». «È su queste basi che nell’Impero Ottomano le esecuzioni erano molto frequenti - aggiunge Fred Donner, storico dell’Islam all’Università di Chicago - così come ancor oggi l’Arabia Saudita pratica la decapitazione per le esecuzioni capitali, rifacendosi alla Sharia».

 

esecuzioni sommarie in iraq dei guerriglieri dell isisesecuzioni sommarie in iraq dei guerriglieri dell isis

Il richiamo alle origini dell’Islam ha un valore particolare nel caso di al-Baghdadi, sottolinea Donner, perché «scegliendo per sé il titolo di Califfo si è autoindicato come successore di Maometto» lasciando intendere di voler combattere come si faceva allora.

 

Se questa è la cornice nella quale Al Baghdadi opera, la conseguenza per gli Stati a cui appartengono i suoi ostaggi - come nel caso della Gran Bretagna con David Cawthorne Haines - è l’«impossibilità di trattare» riassume Zelin. Se finora nei sequestri avvenuti in Afghanistan o in Iraq molti governi trattavano, magari anche pagando, ora Isis appare non interessato a tali esiti, obbligando gli Stati a esplorare «un terreno sconosciuto» conclude Zelin.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…