PER COSTRUIRE UN ARSENALE, BASTA UNA STAMPANTE 3D - CRESCE IN ITALIA L'ALLARME PER LA DIFFUSIONE DELLE "GHOST GUN", LE PISTOLE "FATTE IN CASA" REALIZZATE CON COMPONENTI ACQUISTATI ONLINE O CON STAMPANTI 3D - AL CONTRARIO DEL MERCATO TRADIZIONALE DELLE ARMI DA FUOCO, CHE SONO GESTITE DALLE MAFIE, QUELLO DELLE ARMI "FAI-DA-TE" È QUASI DEL TUTTO INDIPENDENTE E ACCESSIBILE A UN PUBBLICO PIÙ AMPIO - NEGLI ULTIMI ANNI CI SONO STATI DIVERSI CASI IN ITALIA CHE...
Estratto dell'articolo di Dario del Porto per www.repubblica.it
[…] Il fenomeno delle “armi fai da te” comincia a far paura anche in Italia.Non siamo (fortunatamente) ancora al livello degli Stati Uniti, dove l’allarme sulle “ghost gun” dilaga ormai da anni e dove il 26enne italoamericano Luigi Mangione è accusato di aver assassinato Brian Thompson, amministratore della società di assicurazione mediche United Healthcare, utilizzando una pistola assemblata con componenti realizzati con una stampante 3D.
Ma la cronaca ha già registrato un paio di casi dai quali traspare il sospetto che, accanto al mercato tradizionale delle armi da fuoco gestito dalle mafie, possa diffondersi con il contributo del web un giro di affari meno professionale, ma ugualmente pericoloso.
ARMI E PISTOLE STAMPATE IN 3D SEQUESTRATE A 20ENNE ROMANO
I CASI IN ITALIA
Nel maggio scorso, ad esempio, gli agenti della Digos di Roma diretti da Antonio Bocelli, indagando sui canali di messaggistica online di gruppi neonazisti e suprematisti bianchi, si sono imbattuti in un ragazzo di 20 anni che già da un po’ di tempo postava su Telegram video di aggressioni ai danni di persone di colore o di stragi ispirate da odio razziale. Quando hanno bussato alla porta del suo appartamento, i poliziotti hanno fatto anche un’altra scoperta: il giovane aveva una pistola pronta per l’uso, realizzata proprio con il contributo fondamentale di una stampante 3D. Adesso il ventenne è agli arresti domiciliari, la sua posizione è tuttora al vaglio della Procura.
E’ stato rinviato a giudizio qualche giorno fa, invece, il 40enne esperto informatico che, a luglio di due anni fa, si presentò in ospedale con una ferita d’arma da fuoco, senza riuscire a fornire una versione convincente sulle cause. Divenne tutto più chiaro quando gli agenti fecero irruzione nel garage della villetta di Formello dove l’uomo viveva con la famiglia: all’interno erano nascoste 11 pistole semiautomatiche: un arsenale realizzato, anche in questo caso, in maniera totalmente artigianale con l’ausilio di una stampante 3D. Assistito dall’avvocato Stefano Valenza, l’indagato dovrà comparire il 30 gennaio davanti al giudice di Tivoli per l’udienza preliminare.
Si indaga ancora invece sui clienti di due artigiani, di 58 e 62 anni, che in due officine, una a Napoli, nel quartiere Ponticelli, l’altra a Sant’Anastasia, modificavano e rendevano funzionanti pistole giocattolo oppure scacciacani. […]
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