ehud barak arafat netanyahu

“PER NETANYAHU ARRIVERÀ IL GIORNO DEL GIUDIZIO” – L’EX PRIMO MINISTRO ISRAELIANO EHUD BARAK, IL SOLDATO PIÙ DECORATO DELLA STORIA DELLO STATO EBRAICO, MENA SUL SUO EX SOTTOPOSTO: “HA PERSO LA FIDUCIA DELLA GENTE E DEI SOLDATI. HA LASCIATO CHE IL QATAR PORTASSE MILIONI DI DOLLARI AI FONDAMENTALISTI. SPERAVA DI TENERLI BUONI PAGANDO TANGENTI, E  ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE RIPETEVA: COME POSSO NEGOZIARE CON ABU MAZEN SE CONTROLLA SOLO METÀ DEI PALESTINESI? INTANTO HAMAS SI RAFFORZAVA…”

Estratto dell’articolo di Davide Frattini per il “Corriere della Sera”

 

ehud barak

Nella foto che tiene appesa alle spalle indossa la tuta da meccanico bianca, il travestimento usato per infiltrarsi sotto l’aereo della Sabena […] e attaccare con 16 uomini dell’unità speciale Sayeret Matkal gli attentatori palestinesi, liberare i 90 ostaggi.

 

Agli ordini di Ehud Barak in quel pomeriggio del 1972 c’è anche Benjamin Netanyahu, che nell’autobiografia pubblicata pochi mesi fa accusa l’ex comandante di essersi preso il merito del successo anche se «il suo unico ruolo è stato rimanere sulla pista e soffiare in un fischietto».

 

ehud barak con bill clinton e arafat a camp david

In questi giorni drammatici, a 81 anni, il soldato più decorato della Storia d’Israele — è stato capo di Stato maggiore e ministro della Difesa fino a diventare premier battendo proprio Bibi in uno scontro diretto — non vuole rispondere a risentimenti […].

 

«Questo è il momento dell’unità […] perché abbiamo subito l’assalto più devastante da quando è nata la nazione. Netanyahu ha perso la fiducia della gente e dei soldati, i suoi stanno già manovrando perché in futuro possa tentare di negare le responsabilità. Per lui arriverà il giorno del giudizio, molto prima di quanto si pensi».

 

missili israeliani colpiscono ospedale a gaza city 2

Il capo di Stato maggiore, quello dei servizi segreti interni, l’intelligence militare hanno chiesto scusa per il disastro di sabato scorso.

«È un fallimento senza precedenti a tutti i livelli. I vertici hanno coltivato per anni l’idea che Hamas potesse essere addomesticato. Netanyahu […] ha lasciato che il Qatar portasse milioni di dollari in contanti ai fondamentalisti. Sperava di tenerli buoni pagando tangenti e alla comunità internazionale ripeteva: vedete, come posso negoziare con Abu Mazen se controlla solo metà dei palestinesi? Intanto Hamas si rafforzava».

 

Lei è stato ministro della Difesa durante l’operazione Piombo Fuso, tra il 2008 e il 2009, e con lo Stato maggiore decise di tagliare la Striscia a metà, i carrarmati dispiegati da est fino al Mediterraneo, una delle incursioni di terra più massicce nei tanti scontri con Hamas.

benjamin netanyahu negli anni 70 quando serviva nel sayeret matkal

«L’idea era di dividere Gaza in diversi settori per poter operare con le truppe dall’interno. Avevo bisogno di fermare i lanci di razzi e allo stesso tempo convincere l’Egitto a intervenire, a sostituirci sul campo. Ma Omar Suleiman, allora capo dei servizi segreti, mi mise un braccio sulla spalla e sorrise: ce l’avete tolta nel 1967, adesso ve la tenete. In realtà, ci eravamo ritirati da quattro anni, così ho proposto ad Abu Mazen di aiutarlo a riconquistare il controllo che Hamas gli aveva tolto con le armi: per lui era impensabile — e lo capisco — tornare nella Striscia portato sui tank israeliani».

 

Anche adesso viene ipotizzato l’intervento di una forza multinazionale araba.

«Una forza internazionale deve riempire il vuoto per 4-5 mesi dopo che avremo eliminato Hamas. Fino alla possibilità di restaurare il potere dell’Autorità palestinese sulla Striscia».

 

[…] Eppure tra i fedelissimi nel Likud di Netanyahu qualcuno continua a far politica come se il Paese fosse in campagna elettorale […]. Urlano «traditori» ai famigliari degli ostaggi che chiedono conto, danno la colpa dell’invasione di undici giorni fa ai «disfattisti della sinistra».

ehud barak negli anni 70 quando serviva nel sayeret matkal

«Quei “disfattisti” sono i riservisti, i soldati delle forze speciali, i piloti dell’aviazione che in poche ore hanno trasformato il movimento di protesta nella macchina degli aiuti per i militari al fronte e per le famiglie evacuate dai villaggi devastati a sud. Sono intervenuti nello scompiglio, nell’assenza iniziale del governo […]».

 

Al governo proprio con Netanyahu, come ministro della Difesa ha spinto perché le forze armate investissero milioni di dollari nella preparazione di un possibile raid contro i centri nucleari iraniani per impedire che Teheran arrivasse a produrre la bomba atomica. Sabato il blitz ha colpito da molto più vicino.

«Quello sforzo non ha distolto l’attenzione dell’esercito dalle altre minacce. Ero convinto allora — e resto convinto — che i siti iraniani andassero bombardati […]. È stata questa minaccia credibile che ha spinto il presidente Barack Obama a negoziare l’intesa con l’Iran: ha ritardato lo sviluppo atomico e avrebbe potuto rinviarlo di 10 anni, se Netanyahu non avesse spinto Donald Trump a tirar fuori gli Stati Uniti dall’intesa».

ehud barak con benjamin netanyahu ehud barak 1 confine tra israele e libano 11 ehud barak con bill clinton e arafat a camp david confine tra israele e libano 4confine tra israele e libano 5civili morti in israele 6civili morti in israele 4civili morti in israele 5ehud barak.

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…