GIOCHI DIVISI – PER LE OLIMPIADI INVERNALI 2026 MILANO E’ IN POLE, LA SINDACA DI TORINO APPENDINO SPERA IN UN RIBALTONE MA NON AIUTA IL NO DELLA RAGGI A ROMA 2024 SOLO 2 ANNI FA – IERI MALAGO’ HA INCONTRATO IL SOTTOSEGRETARIO GIORGETTI - SE MILANO LA SPUNTASSE SAREBBERO IN 2 A SORRIDERE: LA LEGA E IL PD…
Emiliano Bernardini e Stefania Piras per il Messaggero
Milano corre praticamente da sola per le Olimpiadi invernali del 2026. La concorrenza di Cortina e Torino non l' ha neanche sfiorata. Troppo più convincente e completo il dossier inviato ieri, come da regolamento, sulla pec del Coni. Una mail arrivata qualche minuto dopo quella spedita dalla perla delle Dolomiti. Torino, invece, è rimasta in una sorta di limbo. La candidatura ufficialmente è arrivata in serata. Appendino, ieri pomeriggio è venuta appositamente a Roma e ha illustrato il progetto della sua città mostrando solo stralci del dossier.
LA CARTELLINA Il termine per l' invio con posta certificata era infatti la mezzanotte. Ma la sindaca Cinquestelle Chiara ci tiene e ieri si è precipitata a Roma al palazzo H del Coni, con la sua cartellina top secret sotto braccio, proprio per parlare con Diana Bianchedi, responsabile delle candidature ai Giochi Invernali. Ma da quanto trapela, basta sfogliare le pagine in mano al numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò per capire che tra i due prospetti non c' è paragone. Milano ha lavorato con intelligenza premendo i tasti giusti. Ed il sì appare scontato.
Coinvolgimento e sostenibilità sono i due assi che il sindaco milanese, e dem, Giuseppe Sala ha calato. Se Milano la spuntasse sarebbero in due a sorridere: la Lega che governa la regione e il Pd.
Il progetto vede Piazza Duomo come scenario per la Medal Plaza (alle Olimpiadi invernali gli atleti non sono premiati sui campi di gara ma in un luogo neutrale).
Oro, argento e bronzo tra guglie e pinnacoli. Una cartolina niente male da far girare per il mondo.
Quattro fan zone (Castello Sforzesco, Navigli, Tre Torri e Piazza Gae Aulenti) per rendere protagonisti anche i semplici cittadini.
E poi la sostenibilità con impianti temporanei vicini a quelli già esistenti (regola del Cio). Il palaghiaccio avrà sede a Rogoredo, attaccato alla stazione ferroviaria. La chicca è il villaggio degli atleti che sarà a Porta Romana ad appena 15 minuti dall' aeroporto di Linate. Locali che subito dopo la kermesse a cinque cerchi saranno destinati all' Università.
L' unico neo è forse il coinvolgimento di Saint Moritz per le gare di sci. Una scelta obbligata visto che Torino ha deciso di correre da sola. A proposito, il capoluogo piemontese pare abbia deciso di fare il villaggio degli atleti l' ex stabilimento della Thyssen.
Peccato che sia una struttura privata e il Coni opera solo nel pubblico. Cortina dalla sua ha il fascino della location ma lo svantaggio della dislocazione degli impianti. Basti pensare che ospiterà solo sette discipline, le altre sono disseminate qua e là: il Biathlon ad Anterselva, il trampolino a Predazzo, il pattinaggio a Baselga di Piné in una pista esistente ma senza copertura e il palaghiaccio a Merano. Senza parlare della scelta di usare prefabbricati per il villaggio degli atleti.
Il dossier sabaudo invece sarebbe piaciuto meno. Ed è la nemesi dei Cinquestelle. Se ieri Chiara Appendino è volata a Roma per consegnare le sue centocinquanta pagine di studio di fattibilità curate fino all' ultimo dettaglio dall' architetto Alberto Sasso e approvate dal vicepremier Luigi Di Maio e il ministro Danilo Toninelli, non si può non ricordare come andarono le cose a Roma dove le Olimpiadi erano considerate la peste.
L' APPUNTAMENTO Appendino ieri voleva incontrare Malagò, quello stesso Malagò a cui diede appuntamento in Campidoglio Raggi. E che la sindaca fece attendere per mezz' ora, senza una telefonata e gustandosi un minestrone in trattoria. Il messaggio era chiaro: l' amministrazione non avrebbe mai accettato di candidare la capitale a ospitare le Olimpiadi del 2024. Ora, la collega Appendino darebbe qualsiasi cosa per poter portare a Torino quegli stessi atleti. Sa che la strada è molto in salita, che nella città ci sono ancora gli scheletri degli impianti del 2006 inutilizzati e che diversi consiglieri rimangono contrari.
Perciò ieri quando ha fiutato l' aria ha emanato una nota dove si sottolineava che qualcosa Torino porterà a casa: l' impegno del ministro M5S Riccardo Fraccaro a restituire alla città 61 milioni di euro di compensazioni Imu-Ici. Ieri Malagò ha incontrato il sottosegretario milanese Giancarlo Giorgetti che darà un parere al Coni sulla città più idonea.
Anche il M5S lombardo ha fatto la sua parte ieri: al Pirellone si è astenuto sulla mozione pro Milano per non spegnere i sogni di Torino, ma soprattutto perché lì l' evento è considerato una grande opportunità. Basta leggere le parole del capogruppo M5S al Pirellone Dario Violi, in perfetta grammatica di governo gialloverde. Parole che archiviano in un colpo solo il no antico di Raggi e il sì tardivo di Appendino: «Se le Olimpiadi invernali saranno assegnate a Torino o Milano si dovrà ringraziare il nostro governo».