
PER RISOLLEVARE LE SORTI DEL GIUBILEO FLOP, BERGOGLIO CALA LA BRISCOLA: TRASLARE A ROMA, DIRETTAMENTE DA SAN GIOVANNI ROTONDO, IL CORPO DI PADRE PIO - IL TRASPORTO, A CUI STANNO LAVORANDO UNA QUINDICINA DI PERSONE, COSTERA' QUALCHE CENTINAIO DI MIGLIAIA DI EURO
1 - SCORTA E NO FLY ZONE IL VIAGGIO BLINDATO DI PADRE PIO VERSO IL GIUBILEO
PADRE PIO SAN GIOVANNI ROTONDO
Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Cento anni dopo essere arrivato — «era il 28 luglio del 1916 quando si presentò in questo santuario tra rocce e cielo» annotano gli storici — Padre Pio, che nel frattempo è diventato San Pio, per la prima volta andrà via dalla sua San Giovanni Rotondo.
Lo ha voluto Papa Francesco che, per il suo Giubileo della Misericordia, ha chiesto che le spoglie del Frate arrivassero nella Capitale: «Tredici giorni fuori da casa, a Roma e poi a Pietralcina, dove è nato» spiegano i suoi frati, i Cappuccini, che per l’occasione — con ministero degli Interni, Prefettura, Antiterrorismo — hanno organizzato un piano di sicurezza degna di un capo di Stato. Per logistica e sicurezza, la traslazione dei resti di San Pio è infatti l’evento più complesso da inizio anno.
papa francesco apre la porta santa
La salma di San Pio fu esumata nel marzo del 2008 quando avvenne, da parte di una commissione (composta da un biochimico e quattro medici), la ricognizione canonica. «In quell’occasione — spiega Stefano Campanella, portavoce dei Cappuccini — avvenne un trattamento conservativo tale da non rendere necessario un particolare trattamento in vista del viaggio».
Il corpo è stato infatti posizionato in un’urna di vetro, sigillata e saturata con argon, uno specifico gas inerte. «La saturazione — spiega Campanella — ha eliminato la presenza di ossigeno all’interno della teca, impedendo in tal modo la proliferazione batterica. Infine il materasso sul quale è stato adagiato il corpo è, in realtà, un parallelepipedo di plexiglas forato, rivestito di velluto, al cui interno si trovano grani di gel di silice, che servono a mantenere costante il livello di umidità all’interno dell’urna».
Le operazioni di trasporto cominceranno domani quando la teca verrà trasferita dalla chiesa inferiore a quella superiore, dove rimarrà fino alla mattina di mercoledì quando è prevista la partenza per Roma. Nel primo pomeriggio l’arrivo a San Lorenzo al Verano, dove giungeranno anche le reliquie del corpo di san Leopoldo Mandic.
Per il trasporto — a cui stanno lavorando una quindicina di persone — è stata approntata una seconda teca di plexiglas in cui verrà collocata l’urna. Inoltre verrà attrezzato uno speciale furgone per attutire al massimo le vibrazioni. Il trasferimento costerà qualche centinaia di migliaia di euro, centomila messi a disposizione della Regione con un provvedimento votato, non senza polemiche, dalla giunta di Michele Emiliano.
papa bergoglio apre la porta santa
A seguire l’urna, come predisposta dal prefetto di Foggia, Maria Tirone, ci sarà una doppia scorta di forze di polizia. E la Prefettura ha richiesto all’Airspace Coordination Unit l’attuazione di una “no fly zone” su San Giovanni Rotondo e Foggia. «Si stanno costruendo — spiega Campanella — anche una portantina per portare l’urna a spalla per brevi tratti e, poiché il peso complessivo è di circa 200 chili, si sta realizzando anche un carrello con sistemi di ammortizzamento per il tratto più lungo del percorso processionale del 5 febbraio». In quella data infatti è previsto una processione nella basilica di San Pietro mentre il giorno successivo ci sarà in piazza San Pietro un’udienza speciale del Papa.
A Roma, con speciali misure di sicurezza, rimarrà fino all’11 febbraio quando verrà portata a Pietralcina. Per poi fare ritorno il 16 febbraio a San Giovanni dopo una sosta a Foggia.
«Evidentemente era necessario…», dicono con una punta di polemica a San Giovanni Rotondo, dove non hanno preso benissimo questa decisione. Si era creato anche un comitato che aveva protestato ufficialmente.
«Meglio non dire niente, per evitare polemiche», dice Francesco Fini, titolare dell’hotel Parco delle Rose e presidente dell’Assoalberghi comunale che da anni stanno lottando con la grande crisi dei pellegrini. Per il Giubileo del 2000 San Giovanni Rotondo aveva conosciuto una corsa al pellegrino: ci sono strutture tali da garantire 6mila posti letto al giorno, ma le presenze non superano le 700mila all’anno.
Si aspettavano 8 milioni di pellegrini, non ne arrivano più di quattro. Il viaggio a Roma può dare qualcosa di più? «Vedremo», dicono con scetticismo gli albergatori. Che stanno però per incassare la caduta del vincolo turistico 25ennale per gli alberghi costruiti nel 2000: potranno così diventare case o esercizi commerciali. Non è un miracolo. Ma il nuovo piano urbanistico generale.
2 - IL SINDACO DI SAN GIOVANNI ROTONDO:“A ROMA NON LO CAPIVANO, È LA SUA RIVINCITA”
Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Luigi Pompilio, il sindaco di San Giovanni Rotondo, dice che in fondo è una grande rivincita. «Negli anni ci hanno osteggiato i prelati, la Chiesa, quando Padre Pio era in vita lo abbiamo dovuto difendere dagli stessi frati che volevano portarlo via. Il mio predecessore lo ha difeso armando quasi l’interno paese, e facendo un cordone sanitario davanti al convento. Ora San Pio tornerà in quella Roma che lo aveva sempre visto con tanto sospetto, da eroe».
In paese c’è però grande scetticismo.
«E li capisco: noi siamo gelosi nel difendere Padre Pio, anche perché è nella nostra storia. È come quando un innamorato si separa dalla sua metà. C’è paura, ma alla fine riabbracciarsi sarà ancora più bello».
Era proprio necessario questo viaggio?
«Penso non sia un caso che ci volesse un papa come Francesco perché potesse accadere una cosa di questo tipo. Questo è il Giubileo della misericordia e Padre Pio era il campione del perdono. Lui è il frate di chi si inginocchiava davanti al suo confessionale: la sua capacità di ascoltare, intuire, ascoltare i fedeli gli ha permesso di essere Santo senza muoversi mai da San Giovanni Rotondo».
Pensa che sia un’occasione turistica per la sua città?
«Non penso sia una vicenda che riguardi il turismo ma la fede. San Pio non ha bisogno certo di pubblicità».
I numeri del turismo non sono buoni.
«Ma i santi non c’entrano nulla. Esistono due altri tipi di responsabilità. Uno riguarda il particolare momento storico: il rischio terrorismo esiste, non a caso questo sarà un trasporto blindato come non mai. La situazione è molto delicata: non bisogna avere paura, certo, ma non bisogna negare che la paura c’è».
Non vengono i pellegrini perché hanno paura del terrorismo?
«C’è apprensione. Ma il problema dei numeri penso sia un altro: era stato sovradimensionato, in tempi di Giubileo. Seimila posti letto al giorno sono insostenibili per un posto come San Giovanni Rotondo. Qualcuno, evidentemente, aveva fatto i conti male. Aveva pensato che fosse un pozzo senza fondo e non si sono resi conti che invece si finiva nel baratro».
Ma quella di trasformare gli alberghi in abitazioni non è una speculazione?
«Non in abitazioni ma in esercizi commerciali o case popolari. È previsto nel piano urbanistico generale. Non bisogna pensare sempre a male».
ROMA GIUBILEO STRADE VUOTE 9
papa francesco e benedetto xvi
il giubileo e l'apertura della porta santa
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