jair bolsonaro proteste brasile blocchi stradali

PERCHÉ BOLSONARO CONTINUA A SOFFIARE SULLA BRACE DELLA RIVOLTA POPOLARE, DOPO AVER PERSO LE ELEZIONI? PERCHÉ HA PAURA DEI PROCESSI – SULLA TESTA DELL’EX PRESIDENTE POTREBBERO ARRIVARE DECINE DI PROCESSI: DAGLI SCANDALI DELLE FATTURE GONFIATE DEL SUO ENTOURAGE ALLA COMPRAVENDITA DI SENATORI – NEL PAESE I SUOI SOSTENITORI, TRA CUI TERRAPIATTISTI E COMPLOTTARI, BLOCCANO LE AUTOSTRADE E PUNTANO IL DITO CONTRO LA “MAFIA DI SINISTRA”. VIDEO: UN’AUTO TRAVOLGE LA FOLLA DI MANIFESTANTI…

Emiliano Guanella per “la Stampa”

 

manifestanti pro bolsonaro in brasile 5

In un Brasile spaccato dalla protesta dei settori più radicali tra i seguaci del presidente Jair Bolsonaro una scena ha fatto rapidamente il giro dei social. Un gruppo di ultras organizzati del Corinthians, la squadra più popolare di San Paolo, si sono presentati davanti ad un blocco stradale dei camionisti appena fuori città; in dieci minuti hanno liberato la strada, stracciando i cartelli giganti inneggiando a un golpe militare. La forza del futebol che batte la rabbia della politica. Diverso il quadro davanti al comando militare della regione Sud-Est, nei pressi del parco Ibirapuera. È un grande accampamento dei patrioti bolsonaristi; tende ovunque, bandiere e ogni dieci minuti qualcuno che suona la diana o intona l'inno nazionale.

jair bolsonaro

 

Davanti al Circolo Militare, che ha un debito enorme con il comune di San Paolo per l'occupazione dello spazio pubblico, c'è la signora Lucia, bardata da testa ai piedi, la maglietta d'ordinanza della seleção verde-oro. Prima di parlare vuole sapere da dove veniamo. «Voi in Italia avete fatto bene, avete scelto una donna di destra per liberarvi dai comunisti. Noi abbiamo vinto, ma la mafia di sinistra che ha comprato la corte elettorale ci ha rubato l'elezione. Siamo qui per ristabilire la verità, costi quel che costi». La rabbia generale è contro il Partito dei lavoratori ma anche contro i giudici della Corte Suprema, che da tre anni si scontrano con Bolsonaro.

 

«Sette su undici sono stati nominati da Lula e Dilma Rousseff, sono nemici della Patria».

manifestanti pro bolsonaro in brasile 1

Complottismo e terrapiattismo sono il fil rouge della destra brasiliana. Dalla negazione del Covid, che qui ha fatto quasi 700.000 morti, al rifiuto del responso delle urne. Ci sono tanti motociclisti, uno dei pubblici preferiti di Bolsonaro, che ha organizzato diversi cortei in moto durante la campagna elettorale. Ogni tanto un gruppetto si stacca e va sull'Avenida Paulista, luogo simbolo della città; domenica sera il rosso la dominava per il comizio di vittoria di Lula, oggi è tutto un giallo-verde. Nel resto del Paese continuano, ma con meno forza, i blocchi stradali che hanno iniziato a causare i primi problemi di approvvigionamento in negozi, fabbriche e supermercati.

 

blocchi stradali in brasile

Nel suo breve discorso di due minuti il presidente ha incitato i suoi a manifestare pacificamente, molti dei suoi supporter ieri, giorno festivo in Brasile per la ricorrenza dei morti, hanno chiamato moglie e figli. La polizia federale non ha fatto nulla per fermarli, anzi, sono comparsi diversi video con gli agenti che rassicuravano i manifestanti. «Noi siamo qui per garantire la vostra sicurezza, serviamo i cittadini per bene come voi». Sarebbe andata diversamente con un panorama invertito, la destra vittoriosa e il movimento dei contadini «sem terra» pro Lula a protestare.

 

blocchi stradali in brasile 1

Tutti, a questo punto, si chiedono dove voglia andare Bolsonaro. Non ha riconosciuto la sconfitta, ma ha dato il suo placet al processo di transizione; dal punto di vista formale Lula può diventare presidente. La protesta potrebbe essere una dimostrazione di forza in chiave futura.

 

Dal primo gennaio è un cittadino comune e su di lui potrebbero cadere decine di processi.

I motivi non mancherebbero, dalla cattiva gestione della pandemia, a scandali di fatture gonfiate del suo entourage, a compravendita di senatori e deputati con i fondi del «bilancio segreto» di 3,5 miliardi di euro fatto approvare quest' anno. Per questo soffia sulla brace della rivolta popolare, la minaccia di un incendio alla Trump.

 

blocchi stradali in brasile 2

Lula, nel frattempo, tira dritto. La parola d'ordine è non rispondere alle provocazioni della piazza e cercare di spostare il fuoco dell'attenzione su altri lidi. La transizione, che sarà molto difficile, è salva, questo quello che conta. Lula parteciperà questo fine settimana alla Cop27 in Egitto, lo scenario ideale per presentarsi come salvatore dell'Amazzonia rispetto al disastro dell'attuale governo (45.000 km quadrati di foresta distrutti, quanto Lombardia e Veneto messi insieme) e ricevere applausi dalla comunità internazionale.

manifestanti pro bolsonaro in brasile 4

 

Al ritorno, dovrà iniziare a formare il suo governo, cercando alleati anche al centro, per rassicurare i mercati nella speranza che nel frattempo si saranno placate in parte le velleità golpiste della base bolsonarista. Sei brasiliani su dieci, tra destra e astensione, non l'hanno votato, dovrà conciliare più che dividere. Non sarà facile.

manifestanti pro bolsonaro in brasile 2lula. supporter di lula. supporter di lula. supporter di lula. 2supporter di bolsonaro supporter di lula. 3. manifestanti pro bolsonaro in brasile 3

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…