fabrizio piscitelli diabolik

ECCO PERCHE’ E’ STATO UCCISO FABRIZIO “DIABOLIK” PISCITELLI: UNA VENDETTA PER LE SOFFIATE CHE HANNO PORTATO GLI INVESTIGATORI SULLE TRACCE DI UN CLAN DI ALBANESI - QUALCUNO FORSE SI ERA FATTO VENIRE IL SOSPETTO CHE PISCITELLI FOSSE L’ARTEFICE DI QUALCHE SPIATA ALLE FORZE DELL’ORDINE E CHE AVESSE INIZIATO A SEMINARE ZIZZANIA NELL’ENTOURAGE DEI TRAFFICANTI DI DROGA…

Alessia Marani e Camilla Mozzetti per “il Messaggero”

 

diabolik

Smanioso e iracondo. Aveva iniziato a dare fastidio in un ambiente dove non poteva permetterselo, nonostante la sua fama e il credito che negli anni aveva acquisito riuscendo a entrare nelle grazie di un boss da novanta come Michele Senese. «Diabolik ci sta dando dei problemi» confidava un uomo in odore di malavita la scorsa estate – poco prima che Fabrizio Piscitelli venisse freddato su una panchina al parco degli Acquedotti da un colpo di pistola alla testa – a un altro uomo che del capo ultras conosceva le “gesta” dell’Olimpico quando Piscitelli era ancora – e soltanto – il numero uno della curva Nord.

 

Lui non lo aveva capito nonostante qualcuno l’avesse anche messo in guardia, accecato forse da quella smania di dominio che gli aveva annebbiato probabilmente i pensieri a tal punto da non capire più quando era il momento di parlare e quello di stare in silenzio. Quando si doveva rimanere al proprio posto senza forzare confini prestabiliti.

diabolik

 

IL SILENZIO TRADITO

Ma provare a frenare Piscitelli era diventato quasi impossibile perché di chiacchiere ne aveva messe in giro molte e in alcuni casi gli avevano forse garantito anche dei “salvacondotti” con la giustizia. Episodi che avevano inceppato l’ingranaggio perfetto che regolava i rapporti nella criminalità organizzata romana dove non ci sono monopoli, ma piuttosto piccoli oligarchi che si dividono la città arrivando a mordersi come cani solo all’occorrenza.

 

in ricordo di diabolik foto mezzelani gmt 21

Con chi parla Piscitelli? Chi incontra Fabrizio? Cosa va a raccontare in giro Diabolik? Qualcuno forse si era fatto venire il sospetto che gli interlocutori non fossero più solo e soltanto gli amici di sempre, che Piscitelli fosse l’artefice di qualche soffiata, e che pure tra il giro della “mala” avesse iniziato a seminare zizzania nell’entourage di chi è solito sporcarsi con la droga perché rischia in prima persona andando a fare il carico all’estero per mettere la merce a reddito delle piazze di spaccio.

 

Che fosse riuscito a mettersi contro gli stessi uomini con cui sembrava fosse in affari? Adesso chi indaga sulla sua morte è convinto che qualcuno dei “suoi” non lo ritenesse più affidabile tanto da non opporsi alla sua “condanna a morte” decretata a livelli più alti tra i clan che hanno stretto un patto di non belligeranza per il controllo della Capitale.

 

diabolik gianluca ius

Dalla sera del sette agosto sono passati 5 mesi. Nessuna rappresaglia, nessun regolamento dei conti eppure si dice che Piscitelli avesse le spalle coperte da “o’pazzo’”. Una volta forse. Il capo ultras è stato freddato non in una strada qualunque della Capitale ma nel territorio in cui operano proprio i Senese. Una casualità? O un messaggio chiaro per spiegare la matrice di un gesto concordato tra gruppi criminali per disfarsi di un personaggio diventato scomodo?

 

AQUILA NERA

C’è una data che torna utile a capire probabilmente chi tra i tanti dei suoi amici era forse diventato un nemico. È quella del primo agosto scorso quando la Squadra Mobile di Roma firma l’operazione “Aquila Nera” portando dietro le sbarre un gruppo agguerrito di criminali – 5 albanesi, un rumeno e un italiano – e costringendo ai domiciliari una donna romana e un altro albanese. «Un’organizzazione criminale – si legge nell’ordinanza – dedita alla commissione di un numero indeterminato di delitti di importazione e successiva distribuzione di ingenti quantitativi di cocaina».

funerali fabrizio piscitelli diabolik 41

 

A guidarli è Lulzim Daiu «capo e organizzatore» che coordinava «i rapporti tra i detentori dello stupefacente all’estero e i corrieri incaricati del trasporto e successiva distribuzione sul territorio italiano». Dopo sei giorni dagli arresti, Piscitelli viene freddato mentre gli affari del gruppo criminale proseguono fino all’8 gennaio scorso quando sempre la Mobile arresta in una seconda “Aquila Nera” altre 4 persone.

 

fabrizio piscitelli diabolik 11

Tra loro, stavolta, c’è anche Fabrizio Fabietti già in carcere dal novembre scorso dopo gli arresti della Guardia di Finanza nell’operazione “Grande raccordo criminale” nella quale emergeva insieme a Piscitelli come “dominus” di una fitta organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di stupefacenti. Sempre quel Fabietti che la sera dell’omicidio di Diabolik, come hanno chiarito le indagini, si trovava al Tuscolano a pochi metri da via Lemonia e da quella panchina dove il suo socio è stato ucciso. E che potrebbe spiegare agli investigatori se dietro la morte del Diablo ci sia proprio una vendetta per le soffiate che hanno portato gli investigatori sulle tracce degli albanesi e non solo.

Ultimi Dagoreport

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...