PERCHÉ I CONVOGLI DELLA METROPOLITANA DI MILANO FRENANO ALL’IMPROVVISO? - E’ CAPITATO 50 VOLTE IN 14 MESI - L’ULTIMA E’ DI IERI: UNA INGIUSTIFICATA FRENATA HA SCARAVENTATO A TERRA I PASSEGGERI ALL’ALTEZZA DELLA FERMATA “CADORNA”, PROVOCANDO 11 FERITI - LA PROCURA HA APERTO UN FASCICOLO E HA SEQUESTRATO IL TRENO
Gianni Santucci per il “Corriere della Sera”
Finisce su un tavolo della Procura la frenata d' emergenza «indebita» (ingiustificata) di un treno della metropolitana di Milano che alle 16.08 di ieri ha scaraventato a terra i passeggeri all' altezza della fermata «Cadorna», provocando 11 feriti, tutti (tranne uno) non gravi. Un fascicolo a «modello 45», dunque al momento senza ipotesi di reato, che si sovrappone a quello già aperto sull' altra frenata d' emergenza avvenuta alle 7.04 di lunedì: quattro passeggeri feriti, uno dei quali molto grave per una frattura al bacino.
I magistrati del dipartimento «Tutela della salute, dell' ambiente e del lavoro», guidati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, hanno deciso di accertare le cause dell' aumento endemico di questi blocchi improvvisi sui treni del metrò di Milano: secondo un approfondimento del Corriere , a partire dall' inizio del 2018, dunque in un periodo di circa 14 mesi, su due sole linee (la 1 e la 2) sono avvenute almeno 50 frenate d' emergenza, che hanno provocato oltre 60 feriti.
Ma perché i treni «inchiodano» all' improvviso? L' Atm, azienda del Comune di Milano che gestisce il servizio di trasporto pubblico, ha sempre spiegato che le frenate d' emergenza sono il segnale che i sistemi di sicurezza funzionano. Quando però i blocchi sono «indebiti», dunque non legati a un reale pericolo, e spesso provocano feriti tra i passeggeri, il tema si sposta.
Perché quei sistemi, per garantire sicurezza, stanno provocando l' effetto contrario.
Sulla linea 1, la più vecchia, è stato installato prima di Expo un sistema di segnalamento tra i treni che permette frequenze molto ravvicinate e prevede la guida tutta in automatico. Le frenate d' emergenza sono legate quasi sempre a un malfunzionamento di questo sistema (come accaduto ieri) che per motivi diversi percepisce dei pericoli e manda in blocco istantaneo i treni.
Sulla linea 2 invece la guida è ancora tutta in manuale, ma anche qui la tecnologia molto sofisticata dei treni più moderni (i «Leonardo») sta provocando un innesco molto più frequente delle frenate. Tutto questo al netto di un certo numero di errori dei macchinisti, che però di certo non è sufficiente a giustificare la frequenza dei blocchi e l' alto numero dei feriti.
La ripetitività delle frenate «indebite» sta scavando due pesanti fratture «istituzionali». Ieri i poliziotti dell' Ufficio prevenzione generale e della Polmetro hanno subito sequestrato il treno e raccolto le testimonianze di tutte le persone coinvolte. È un segnale decisivo, che fa emergere una sorta di rottura in un clima di fiducia istituzionale: Procura e questura hanno iniziato gli accertamenti in autonomia, evitando che fosse l' Atm ad acquisire i dati della «scatola nera» del treno e di fatto fornire agli inquirenti una «propria» spiegazione dei fatti.
Un fronte altrettanto critico è quello che si è aperto tra il Comune di Milano e la propria azienda dei trasporti (che ieri ha diramato una stringata nota nella quale spiega di aver avviato accertamenti e che si «farà tutto ciò che è necessario per essere d' aiuto concreto alle persone coinvolte» nell' incidente).
Le voci da Palazzo Marino raccontano che il sindaco Giuseppe Sala è «pesantemente adirato». Reazione comprensibile: perché il Comune sta lavorando da mesi per aumentare il biglietto dei mezzi pubblici (da un euro e mezzo, a 2 euro) ed è impegnato in una complessa campagna di comunicazione per sostenere che questo aumento sia necessario e positivo, a fronte di un servizio di mobilità pubblica sempre più moderno ed efficiente.