"TROPPO DOLORE PER ANDARE AI FUNERALI DI LUCA" – LA FIDANZATA DEL RAGAZZO UCCISO IN STRADA ALL’APPIO SPIEGA LA SUA ASSENZA ALLE ESEQUIE: " NON HO POTUTO NEPPURE SALUTARLO L'ULTIMA VOLTA. HO EVITATO CHE FOSSE TURBATO UN MOMENTO DI PREGHIERA". LA VICENDA DELLA DROGA E IL RUOLO AVUTO DALLA RAGAZZA, IL LEGALE: "LEI È L'ALTRA VITTIMA DI QUESTA STORIA. STRUMENTALI E INCONCEPIBILI LE POLEMICHE SULLA SUA ASSENZA AL FUNERALE”
Maria Elena Vincenzi per la Repubblica
Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata di Luca Sacchi, il 24enne rimasto ucciso il 23 ottobre a Colli Albani, è chiusa nel suo dolore. Lo stesso che la fa rimanere in casa da settimane, da quando Luca è morto.
Lo stesso che le ha fatto decidere di non andare alle esequie del suo ragazzo. Da due giorni dopo la morte di Luca ha scelto il silenzio. Lo ha fatto lei e lo ha fatto l' avvocato alla quale la ragazza si è rivolta, Giuseppe Cincioni. Ma ieri, dopo le polemiche per la sua assenza al funerale di Luca che si è tenuto mercoledì, il legale ha deciso di parlare.
« Ho trovato strumentali e inconcepibili le polemiche sulla sua assenza al funerale » . La scelta di non partecipare è stata un decisione sofferta e condivisa. « Lei era intenzionata ad andare, siamo stati noi, la sua famiglia ed io, a dirle che non era il caso. A cercare di farle capire che era meglio evitare che la sua presenza potesse rappresentare un ulteriore elemento di confusione » . E Anastasiya alla fine si è convinta.
« Lo ha fatto innanzitutto per rispetto alla famiglia di Luca: doveva essere un momento di preghiera, di ricordo. In secondo luogo, la sua famiglia che è semplice ma perbene, ha pensato che fosse meglio non esporla, in un momento già così delicato » . Non andare a dire addio al suo fidanzato le è costato molto. Per questo ha deciso di scrivere un sms alla famiglia Sacchi per spiegare le ragioni dell' assenza. « Era un messaggio affettuosissimo: quella famiglia l' ha accolta e trattata sempre con grande affetto. Il papà di Luca le ha risposto. Noi rispettiamo ogni esternazione della famiglia di Luca perché è una famiglia distrutta».
« Anastasiya vive segregata in casa perché uscire significa sottoporsi all' attenzione della stampa» spiega l' avvocato. In casa, protetta dalla mamma e dal papà. « Non ha ricominciato a lavorare. Non ce la fa».
Poi il legale torna sulla posizione della sua assistita che si è complicata quando sulla vicenda della morte di Luca ha fatto irruzione la questione della droga. «Vorrei ribadire che assisto una persona offesa, che è stata vittima di una grave aggressione.
Bisognerebbe apprezzare e valutare lo stato d' animo di questa ragazza che si è vista morire il fidanzato praticamente tra le braccia. Il loro non era un amore giovanile, progettavano una vita insieme e lo facevano seriamente. È un dolore immenso ».
Eppure c' è la vicenda degli stupefacenti della quale la ragazza, sentita dai carabinieri quella notte, non ha parlato in alcun modo. Non allora, non dopo. «Sono fatti oggetto ancora di indagine. E l' unico interlocutore è il pubblico ministero » . Ma se Anastasiya parlasse, forse, aiuterebbe Luca ad avere giustizia. « È a disposizione dell' autorità giudiziaria.
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Aspetta di essere chiamata. È venuta da me per costituirsi parte civile perché è una vittima».
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