PEZZO DI MERDA ED EVASORE – L’UOMO CON LA FERRARI CHE HA AGGREDITO IN VIA MONTENAPOLEONE IL PAPA’ DI UN BAMBINO DISABILE HA CASE IN LUSSEMBURGO, CONTO IN SVIZZERA E SOCIETA’ NELLE ISOLE VERGINI – GUIDO M. HA ANCHE LA PATENTE ITALIANA SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO ED IL PORTO D’ARMI REVOCATO
Gianni Santucci per il Corriere della Sera
C’ è un indirizzo di Milano, un palazzo in zona Dergano, condominio tutt’altro che lussuoso, che compare in una pubblicazione del Journal officiel du Grand-Duché , una sorta di Gazzetta ufficiale del Lussemburgo. L’anno scorso (febbraio 2016) tre appartamenti di quello stabile, con tre box nella stessa zona, vengono «conferiti» a una società anonima che ha sede in route d’Esch, nella capitale del Gran Ducato.
Immobili per un valore complessivo intorno ai 600 mila euro, che finiscono dentro una «cassaforte» immobiliare blindata, tipico modello di protezione della ricchezza offshore . È da quella traccia Milano-Lussemburgo che bisogna partire per raccontare la figura dell’imprenditore Guido M., 59 anni: l’uomo in Ferrari che sabato scorso, poco prima delle 18 in via Monte Napoleone, ha insultato, messo una mano sul volto e spintonato via il padre di un bambino disabile che gli chiedeva semplicemente di spostare di qualche metro la «FF coupé» blu da un posteggio riservato, per poter tirar giù dal bagagliaio la sedia a rotelle del piccolo (il resoconto dei fatti è contenuto in una denuncia firmata lunedì pomeriggio in questura e in un’annotazione delle Volanti della polizia).
CASE IN LUSSEMBURGO
Quei tre appartamenti vicino piazza Dergano sono «beni di famiglia» che la moglie dell’imprenditore deposita nel «forziere» immobiliare lussemburghese: la società anonima «Ford Rsa». Poco prima di quel «conferimento», a gennaio 2016, la stessa società aveva cambiato amministratori, con l’inserimento della stessa moglie e della figlia di Guido M. Gli appartamenti di Milano non sono però gli unici immobili a finire nella pancia della società lussemburghese: perché anche la figlia, nella stessa assemblea, trasferisce la proprietà di un capannone industriale di Paderno Dugnano, 800 metri quadri, per un valore che supera i 300 mila euro.
Ed è lì, di fronte a quello stabile, che la figura di Guido M. inizia a prendere un profilo più chiaro. Perché gli archivi di polizia raccontano una parte della storia dell’imprenditore: che ha precedenti per lesioni personali, minacce, percosse e oltraggio a pubblico ufficiale (tra questi una violenta aggressione contro un condòmino del palazzo di zona Dergano, per dissidi di vicinato).
Emerge anche che la patente italiana gli è stata sospesa a tempo indeterminato, come il porto d’armi che gli è stato revocato. I suoi profili sui social network raccontano di auto di lusso (una seconda Ferrari bianca), vacanze in barca e una sorta di ossessione per la ricchezza spavalda ed esibita (sabato scorso, in Monte Napoleone, avrebbe urlato alla famiglia del bambino disabile: «Me ne frego di te e della polizia. La vostra è tutta invidia»). Ma è da quel capannone di Paderno che si delinea la carriera di imprenditore, in una rete di società che rimbalza tra Lugano, Chiasso, Lussemburgo e le Isole vergini. Una rete che il Corriere ha ricostruito attraverso la consultazione di atti societari e notarili disponibili in banche dati pubbliche di Svizzera e Lussemburgo.
PONTI E GALLERIE
Il sito della società nell’hinterland milanese, sul quale Guido M. si qualifica come ingegnere e chief executive officer , mostra decine di progetti per la costruzione di ponti e tunnel in giro per il mondo, dall’Italia alla Francia, da Dubai alla Malesia, alla Corea del Sud. E tra i clienti vanta colossi multinazionali come Snamprogetti (Eni), Salini costruttori Spa, Samsung, ThyssenKrupp, Hyundai construction, Leighton Asia.
La società di Paderno è una Srl, che ha però nome o oggetto identici a una società anonima svizzera, con sede a Lugano. I due figli dell’imprenditore sono nel board . I loro nomi compaiono poi anche in una società con sede a Chiasso; mentre quello del padre (residente a Lugano) in altre due aziende nelle stesse città. La natura giuridica è sempre la stessa: «Società anonima». Ma i «rimbalzi» in giro per il mondo non finiscono qui.
CASCHETTO DA OPERAIO
Perché il nome dell’azienda con sede a Paderno, uguale a quello della società svizzera, che si fa «custodire» il capannone in Lussemburgo, ricompare con la sola diversa dizione International limited nelle Isole vergini britanniche: quest’ultima società, col nome di Guido M., è annoverata nei «Panama papers», il mastodontico archivio dello studio panamense «Mossack Fonseca» divulgato nel 2015. Un’enciclopedia che racconta la storia di patrimoni occultati alla legge e al fisco degli Stati di mezzo mondo. Fino a domenica, sul profilo Facebook di Guido M., campeggiava la Ferrari blu. Da lunedì compare invece una sua foto col caschetto da operaio nel cantiere di un maxi tunnel.