TV SADO-MASO - A CHI GLI FA LA PERIZIA PSICHIATRICA, PIETRO MASO RACCONTA CHE IL PADRE GLI AVEVA PARLATO SOLTANTO UNA VOLTA, QUANDO ERA STATO VISTO IN UN LOCALE GAY. A COSTANZO DICE DI AVER AVUTO LA MENINGITE DA PICCOLO, E DI ESSERE RIMASTO CON GRAVI PROBLEMI MENTALI - DOPO IL CARCERE? PEGGIO...
Pietro Maso in lacrime da Costanzo
Piero Colaprico per La Repubblica
Da Montecchia di Crosara al carcere di Opera a una comunità in Veneto. Per arrivare, domani sera, all' intervista con Maurizio Costanzo, chiuso dentro la "scatola" dove ci si dovrebbe aprire in una confessione senza filtri. E il condizionale è quanto mai obbligatorio quando si ha a che fare con Pietro Maso, che oggi ha 46 anni, ed era entrato nell' immaginario collettivo nella notte del 17 aprile del '91, quando con alcuni amici massacrò i genitori, neo-catecumenali, sognando l' eredità. Ci avevano messo tre quarti d' ora a finirli, picchiandoli con le padelle e le spranghe.
A chi gli fa la perizia psichiatrica, Maso racconta che il padre gli aveva parlato soltanto una volta, quando Pietro era stato visto in un locale gay, per chiedergli se fosse "uno di quelli". E oggi, ventisei anni dopo il massacro, «sono qua per la prima volta nella mia vita, credo, senza corazze e senza maschere», dice Maso a Costanzo, nelle anticipazioni dell' intervista, in cui lo si vede piangere, «pentirsi», raccontare di essere stato un bimbo colpito da meningite, rimasto con gravi problemi mentali. Credibile, non credibile?
I cattolici parlano di «inopportunità » del programma tv, «sciacalli infami» è uno degli insulti che arriva via web allo staff di Costanzo, così come è «una miseria, per strappare mezzo punto di share» è il giudizio di Agostino Rigoli, l' avvocato delle sorelle di Pietro Maso.
Il fatto è che di Maso, assassino in cella con assassini, senza un libro, senza mai aprirsi, veniva detto che «non ha fatto alcun percorso di cambiamento ». Qualche incontenibile scoppio d' ira (se l' era presa con un anziano), ne aveva impedito anche l' affidamento ai servizi sociali. E, appena fuori dal carcere, nel 2013, la sua corsa a testa bassa era ricominciata: matrimonio con donna benestante, ma problematica, divorzio rapido, lavoro in una palestra in Spagna con un amico, droghe, comunità di recupero, l' accusa di aver minacciato le sorelle.
E il progressivo appannarsi della sua etichetta di «bello e maledetto »: cosa cerca Costanzo da Maso è giornalismo (del dolore?), più complicato e inquietante da immaginare è che cosa cerchi Maso dalla tv, mentre sul web aumentano quelli che invocano il boicottaggio del programma.
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