casamonica aggressione disabile bar

ROMA BULLIZZATA DAI CASAMONICA - IL PM CHIEDE 4 ANNI E 7 MESI PER ANTONIO CASAMONICA PER IL RAID AL “ROXY BAR” DOVE FU AGGREDITA ANCHE UNA CLIENTE DISABILE - IL MAGISTRATO: “E’ UNA VICENDA MISERABILE, UNA CONDOTTA VOLGARE E DI UNA GRAVITÀ INAUDITA. CHE HA PORTATO UNA GIOVANE DONNA CON PROBLEMI DI SALUTE A SCAPPARE DA ROMA, ORMAI INSOFFERENTE AGLI SGUARDI DELLA ROMANINA…” - VIDEO

CASAMONICA - AGGRESSIONE IN UN BAR A UNA DONNA DISABILE

Adelaide Pierucci per “il Messaggero”

 

roxy bar casamonica

Non è consentito suonare il clacson, parcheggiare le auto sotto le loro ville e, peggio ancora, dissentire. La vita alla Romanina è dettata dalla legge dei Casamonica. E il pestaggio al Roxy bar si inquadra nel clima dell' intimidazione.

 

Un quartiere sotto scacco del clan. È così che il pm Giovanni Musarò ha inquadrato l' aggressione, in pieno giorno e senza motivo, avvenuta il primo aprile scorso in danno di una cliente e del barista del locale. A fine requisitoria, ha chiesto per Antonio Casamonica la condanna a 7 anni e 4 mesi di carcere. I reati contestati sono lesioni e violenza privata aggravati dal metodo mafioso.

ARRESTO DI ANTONIO CASAMONICA

 

La pubblica iattanza, l'ostentazione di superiorità mostrata quel giorno prima da Casamonica e poi dai suoi complici Alfredo e Vincenzo Di Silvio (già condannati rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e 4 anni e 8 mesi insieme al nonno Enrico, 3 anni) è dettata dalla padronanza da boss. Che agisce «nel suo feudo», la Romanina, sulla Tuscolana, «con una famiglia grossa alle spalle che compatta si muove con le stesse finalità: delinquere, imponendo un clima omertoso», ha precisato il pm.

 

ROXANA ROMAN LA PROPRIETARIA DEL BAR ALLA ROMANINA ASSALTATO DAI CASAMONICA

L'ostentazione di potere era cominciata lanciando in terra gli occhiali sfilati alla vittima, una ragazza disabile. Lei, sentendo protestare Casamonica contro i «romeni di m...» che gestivano il Roxy Bar, si era permessa di dire con tono composto: «Perché allora non vai a comprare le sigarette altrove?».

 

Una mancanza di rispetto che andava punita. Casamonica si era sfilato la cinta dai pantaloni, «e appena la ragazza cerca toglierla dalle mani del boss, arrivato in Ferrari - ha aggiunto il pm - lui la passa al suo scagnozzo Alfredo Di Silvio, che la usa per picchiarla».

 

È Casamonica che arma Di Silvio, che blocca il barista, Marian, che vorrebbe intervenire in difesa della ragazza («A rumeno», gli dice) e che poi dà una pacca sulla mano dell'amico e complice per compiacersi. «Una vicenda miserabile - ha chiuso il magistrato - Una condotta volgare e di una gravità inaudita. Che ha portato una giovane donna con problemi di salute a scappare da Roma, ormai insofferente agli sguardi della Romanina, di chi comanda e di chi ha paura».

ARRESTO DI ANTONIO CASAMONICA

 

GLI AFFARI

L'aggressione, che è stata allo stesso tempo, «punitiva ed esemplare», va collocata all' interno degli affari e del modus operandi dell' intera famiglia. Perché, come ha spiegato il magistrato alla Corte che il 25 febbraio emetterà sentenza, «l' imputato è un Casamonica in tutto e per tutto», e riproduce tutte le declinazioni del clan, ora decapitato con la retata a Porta Furba «a cui ne seguiranno altre».

 

casamonica - aggressione a una disabile in una bar in zona romanina

Antonio Casamonica non dichiara redditi, vive in una villa di quattro piani in via Barzilai, gira in Ferrari, è detenuto anche per un altro procedimento - per estorsione - e ha avuto il primo avviso orale del questore a 18 anni. «L'ostentazione del lusso, dai Rolex alle cravatte coi diamanti, non è una pacchianata, ma una forma di rivendicazione dei delitti commessi - viene ripetuto nella requisitoria - Sono dediti all' usura, all' estorsione e al traffico di stupefacenti».

 

Il pm usa anche le parole della prima pentita che ha testimoniato contro il clan: «Di professione fanno i delinquenti». Delinquenti che fanno paura. «È stato grazie al coraggio di due donne che siamo qua», ha detto Musarò, «la vittima e la moglie del barista». Marian, infatti, avrebbe preferito tacere. È stato sentito sei volte. Ha sostenuto di non sapere nulla e di non conoscere Casamonica.

casamonica - aggressione a una disabile in una bar in zona romanina

 

«Ecco perché ci troviamo davanti al classico processo di mafia. In aula il barista tremava e solo dopo un lungo silenzio ha ammesso: Si sa che fanno parte di un clan pericoloso», sostiene la Procura. Per la difesa, invece, «in diritto non c' è nessuna aggravante mafiosa.

Tanto più che Casamonica non ha neanche sfiorato la donna».

casamonica aggressione a una disabile in una bar in zona romanina 3casamonica aggressione a una disabile in una bar in zona romanina casamonica - aggressione a una disabile in una bar in zona romaninacasamonica aggressione a una disabile in una bar in zona romanina

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…