ian bremmer attentato monaco di baviera

L'ESTREMA DESTRA E IL JIHADISMO SONO DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA: UNO ALIMENTA L'ALTRO - IL POLITOLOGO IAN BREMMER COMMENTA L'ATTENTATO A MONACO DI BAVIERA, DOVE UN 24ENNE AFGHANO SI È LANCIATO CON UN'AUTO CONTRO LA FOLLA: "È IL RISULTATO DELL'AZIONE DI UN LUPO SOLITARIO IN UN AMBIENTE SEMPRE PIÙ RADICALIZZATO. QUANDO UN CITTADINO SI SENTE EMARGINATO E UTILIZZATO DALLA PROPAGANDA DI ESTREMA DESTRA, PUÒ SCATTARE L'ISTINTO STRAGISTA" - A DIECI GIORNI DALLE ELEZIONI IN GERMANIA, LA LEADER DELL'AFD, ALICE WEIDEL, COGLIE LA PALLA AL BALZO: "CAMBIAMO LA POLITICA MIGRATORIA..."

1 - IAN BREMMER: "IL VENTO ANTI-MIGRANTI IN EUROPA ALIMENTA L'ODIO DEI LUPI SOLITARI"

IAN BREMMER

Estratto dell'articolo di Francesco Semprini per “La Stampa”

 

«Quanto accaduto è il risultato dell'azione di un lupo solitario che opera in un ambiente sempre più radicalizzato dal sentimento anti-migranti che accomuna l'Occidente. Per di più a ridosso di un appuntamento elettorale, quello tedesco, dove la destra incassa sostegno dilagante». A dirlo è Ian Bremmer, fondatore di Eurasia Group, la principale società di consulenza mondiale sui rischi geopolitici.

auto sulla folla a monaco di baviera 7

 

Possiamo parlare ancora una volta di lupo solitario o c'è qualcosa di più ampio in questo attentato?

«Sino a quando non emergono elementi incontrovertibili di diverso genere, dobbiamo ancora una volta prendere atto che si tratta di un lupo solitario, ma la differenza è che ha agito in un ambiente sempre più radicalizzato».

 

farhad n. attentatore di monaco di baviera 1

Che cosa intende dire?

«Il risentimento nei confronti degli immigrati è crescente in Occidente, accade negli Stati Uniti così come in Europa e abbiamo già assistito a un certo numero di attacchi solitari ispirati dal senso di esasperazione per il clima che si respira in molti Paesi.

 

Basti ricordare l'attentato al mercatino di Natale a Magdeburgo, sempre in Germania, condotto con un'auto sulla folla. È un cliché che si ripete, facile da eseguire e tremendamente efficace in termine di vittime provocate. Il tutto sullo sfondo di un senso di vendetta che trae linfa vitale dal risentimento nei confronti degli immigrati. E su cui poi viene apposto un marchio come l'Isis, funzionale a una certa strategia terroristica».

 

auto sulla folla a monaco di baviera 6

Quindi c'è un legame tra terrorismo e politica interna?

«Quando un cittadino […] si sente emarginato, non voluto e in qualche modo utilizzato politicamente dalla propaganda di estrema destra, […] può scattare l'istinto stragista». […]

 

Quanto accaduto a Monaco può succedere in Italia?

«Credo di sì. Questo è un rischio transnazionale».

 

2. A DIECI GIORNI DAL VOTO I PARTITI COMPATTI (PER ISOLARE L’AFD): «PIÙ SICUREZZA»

Estratto dell’articolo di Mara Gergolet per il “Corriere della Sera”

 

olaf scholz

«Nessuna clemenza». Sono le parole che il cancelliere Olaf Scholz pronuncia due ore dopo l’attacco e che delineano il quadro in cui si muoverà il suo governo. L’aveva detto venti giorni fa dopo Aschaffenburg: sono stanco di questi attacchi che accadono ogni due settimane.

 

L’attentatore, dice il socialdemocratico Scholz, «deve essere punito e deve lasciare il Paese». Quindi spiega meglio cosa intende: chi commette crimini in Germania, non solo riceverà una punizione severa e dovrà andare in prigione, «ma deve anche aspettarsi di non poter proseguire il suo soggiorno in Germania». Tradotto: sarà espulso e quindi sconterà la pena nel suo Paese d’origine.

 

attentato a monaco di baviera 1

Netta anche la ministra dell’Interno Nancy Faeser che ha dovuto affrontare nel suo mandato la prima, prolungata ondata di terrorismo islamico in Germania. «Ora dobbiamo salvare vite e chiarire tutti i retroscena. Ma è già chiaro: ancora una volta il presunto autore del crimine è un giovane uomo proveniente dall’Afghanistan. La risposta può essere solo una: lo Stato di diritto deve mostrare la massima durezza. Abbiamo inasprito notevolmente le leggi per l’espulsione dei criminali violenti e per un numero maggiore di rimpatri, ora devono essere applicate con la massima coerenza. Come unico Paese in Europa, nonostante il regime talebano, stiamo riprendendo i rimpatri in Afghanistan».

 

OLAF SCHOLZ E FRIEDRICH MERZ

Così parla il governo. Quasi con gli stessi concetti si esprime l’opposizione, guidata da Friedrich Merz. «Ognuno deve sentirsi di nuovo al sicuro nel nostro Paese». E promette: «La sicurezza delle persone in Germania sarà per noi la priorità assoluta. Faremo rispettare la legge e l’ordine in modo coerente».

 

Ovviamente si fa sentire Alice Weidel, la leader dell’estrema destra AfD: «Ancora una volta, molte persone gravemente ferite, ancora donne e bambini tra le vittime. Deve continuare così? Cambiamo la politica migratoria ora!».

 

attentato a monaco di baviera 3

Mancano dieci giorni alle elezioni, qualsiasi azione, qualsiasi gesto politico ormai si misura su questo orizzonte. Ma a ben guardare, isolata la Weidel, i partiti ieri hanno risposto all’unisono. Ed è stata la ministra degli Esteri, Annalena Baerbock dei Verdi, a dirlo chiaramente. Evitiamo parole che possano dividere il campo di noi democratici.

 

Nessuno, né la Cdu di Merz che pure sull’immigrazione ha rotto il tabù votando una mozione in Parlamento con l’AfD, né la Spd — ben più dura di altri partiti socialdemocratici del Sud Europa —, vuole che il tema «migranti» diventi contesa politica. E, almeno ieri, è andato in campo il fair play .

alice weidel

 

Bisogna pur scavallare il 23 febbraio, si ragiona nei partiti, si apriranno i negoziati per il prossimo governo: se sarà di nuovo Grosse Koalition (Cdu/Spd), o meno probabilmente Cdu/Verdi, questi temi andranno affrontati. E ormai anche i muri in Germania sanno che si prospetta una stretta migratoria. Inutile litigare, inutile cedere voti all’estrema destra. Il dossier migranti sarà solo il primo degli sconvolgimenti che aspettano il prossimo governo. […]

 

 

 

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