
BRUTTE NOTIZIE PER SALVINI: IL PONTE SULLO STRETTO FINISCE NEL MIRINO DELL’ANAC – L’AUTORITÀ ANTICORRUZIONE HA CHIESTO LA DOCUMENTAZIONE SUL PROGETTO DELL’OPERA A TRE MINISTERI: ECONOMIA, INFRASTRUTTURE E AMBIENTE – IL MONITORAGGIO DELL’AGENZIA GUIDATA DA GIUSEPPE BUSIA È SCATTATO IN SEGUITO A UN ESPOSTO CHE METTE IN LUCE CRITICITÀ SUGLI ASPETTI TECNICI DEL PROGETTO E SUI COSTI DELL’OPERA, LIEVITATI A 14,5 MILIARDI DI EURO – SLITTA IL VIA LIBERA DEL CIPESS, IL COMITATO PER LE GRANDI OPERE…
Estratto dell’articolo di Carlo Di Foggia per “il Fatto Quotidiano”
MATTEO SALVINI E IL PONTE SULLO STRETTO - MEME
L’Autorità anticorruzione mette ufficialmente nel mirino il più grande appalto d’Italia. Nelle scorse settimane, l’Anac ha infatti inviato la richiesta di avere accesso alla documentazione riguardante il Ponte sullo Stretto di Messina a ben tre ministeri: Economia, Infrastrutture e Ambiente.
Ai dicasteri guidati da Giancarlo Giorgetti, Matteo Salvini e Gilberto Pichetto Fratin la richiesta è arrivata il 19 febbraio scorso, con tanto di avviso che l’autorità guidata da Giuseppe Busia ha avviato un monitoraggio specifico sulla mega opera da 14,5 miliardi, secondo i costi stimati ufficialmente dal governo.
Giuseppe Busia PRESIDENTE ANAC
La mossa nascerebbe da un dettagliatissimo esposto inviato all’Anac agli inizi di dicembre, che mette in luce diverse problematiche dell’opera: dagli aspetti ingegneristici e di effettiva realizzabilità tecnica e di sicurezza a quelli più prettamente economici del progetto redatto dal costruttore, il consorzio Eurolink, capitanato da Webuild, il colosso guidato da Pietro Salini, oggi quasi monopolista degli appalti pubblici italiani.
IL PROGETTO DEL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA
[…] Anac chiede di avere accesso alla documentazione prevista dal decreto con cui a marzo 2023 Salvini ha deciso di far resuscitare l’opera fermata nel 2012 dal governo Monti e con essa tutto l’armamentario, compresa la Stretto di Messina Spa, la concessionaria pubblica incaricata di realizzare il ponte, dove Salvini ha rimesso Pietro Ciucci, già alla guida quando fu messa in liquidazione 12 anni fa.
La documentazione deve essere portata al Cipess, il comitato per le grandi opere e, tra le altre cose, comprende anche il piano economico finanziario, non ancora approvato nonostante la scadenza prevista dal decreto (più volte prorogata) fosse a fine 2024. La richiesta di Anac è di venire aggiornata se dovesse essere approvato dal Cipess.
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matteo salvini con il plastico del ponte sullo stretto di messina
La mossa dell’Anac arriva in un momento delicato per la maxi-opera che Salvini s’è intestato. A dicembre ha blindato la parte finanziaria, interamente a carico dello Stato, aumentando di 2 miliardi lo stanziamento per l’opera con un emendamento in manovra, portandolo da 11,6 a 13,6 miliardi. Buona parte delle risorse arrivano saccheggiando brutalmente il Fondo di sviluppo e coesione (per l’80% vincolato al Sud) che perde circa 6 miliardi, 1,6 dei quali dalla quota spettante a Calabria e Sicilia.
Ma a pagare sono anche i Comuni che perdono 1,5 miliardi di fondi per la manutenzione delle strade. Il tutto per rendere possibile l’approvazione al Cipess “entro dicembre 2024”, ma il termine è stato bucato. Salvini ha annunciato l’ok entro gennaio e poi febbraio, ma al momento la procedura non è affatto conclusa.
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IL PROGETTO DEL PONTE SULLO STRETTO
Nel frattempo Stretto di Messina continua a siglare contratti. Da ultimo, a gennaio, il rinnovo di quattro membri del comitato scientifico (50 mila euro a testa). Lo stesso comitato che peraltro ha fatto 68 raccomandazioni (cioè nuove indagini da fare) al progetto definitivo, da realizzare in “fase esecutiva”, un controsenso.