gianmarco pozzi

POZZI SENZA FONDO – SECONDO I RISULTATI DEI TEST TOSSICOLOGICI, A UCCIDERE GIANMARCO POZZI SAREBBE STATA… LA COCA! NESSUNO LO HA SPINTO, NESSUNO LO STAVA INSEGUENDO, È CADUTO DA SOLO IN UN’INTERCAPEDINE PRECIPITANDO PER TRE METRI E SPEZZANDOSI IL COLLO MENTRE FUGGIVA DALLE ALLUCINAZIONI DOVUTE A UN’ASSUNZIONE MASSICCIA DI COCAINA…

Clemente Pistilli per “la Repubblica – ed. Roma”

 

gianmarco pozzi

Quattro mesi fa a Ponza nessuno ha ucciso il 28enne Gianmarco Pozzi. Nessuno lo ha spinto e nessuno a quanto pare lo stava inseguendo. Il 28enne è caduto da solo in un'intercapedine, precipitando per tre metri e spezzandosi il collo, mentre fuggiva dalle allucinazioni che gli aveva provocato un'assunzione massiccia e prolungata di cocaina.

 

Ne sono convinti il medico legale Daniela Lucidi e la tossicologa Chiara David, che hanno appena consegnato la loro consulenza al sostituto procuratore della Repubblica di Cassino, Maria Beatrice Siravo. Il 9 agosto scorso, attorno alle 11 del mattino, la famiglia di un tassista in pensione che vive in via Staglio, nel quartiere Santa Maria, ha sentito un tonfo.

IL LUOGO IN CUI E STATO TROVATO IL CADAVERE DI GIANMARCO POZZI

 

Ai piedi di una balaustra il corpo senza vita del giovane romano, ex campione italiano di kickboxing e impegnato sull'isola come addetto alla sicurezza nei locali della movida, in particolare del Blue Moon poi sequestrato per violazioni alle norme anti-Covid. Sembrava impossibile che un ragazzo alto e grosso come Gianmarco Pozzi, un atleta, potesse essere caduto così rovinosamente da solo compiendo un salto minimo tra un muro e l'altro.

 

Il 28enne inoltre era scalzo e indossava solo un paio di calzoncini. L'abitazione che aveva preso in affitto distava appena 400 metri e non si riusciva a comprendere per quale ragione, seminudo, stesse correndo tra i campi. Un giallo. Con i familiari della vittima che anche nei giorni scorsi hanno continuato a battere sull'ipotesi dell'omicidio. Ma per i consulenti medico- legali non ci sarebbe alcun mistero.

 

gianmarco pozzi

Tutte escoriazioni compatibili con la caduta e soprattutto quella corsa disperata sarebbe stata esclusivamente una fuga dai fantasmi creati al 28enne dall'assunzione per giorni di dosi massicce di cocaina, tali da provocare allucinazioni e deliri. E neppure i carabinieri avrebbero trovato tracce di un qualche assassino. Gli inquirenti stanno invece approfondendo l'ipotesi che il giovane potesse anche spacciare droga, visto un elemento che gli hanno trovato indosso. Il sostituto procuratore Siravo ha aperto l'inchiesta con l'ipotesi di omicidio, per non escludere nessuna pista investigativa, ma sembra destinata a doverla concludere con quella del tragico incidente, l'ennesima morte causata dalla droga.

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