MACRON SPUTA SUL PIATTO DOVE HA MANGIATO – ALLA FINE IL PORTACIPRIA DELL’ELISEO HA SOPPRESSO LA SCUOLA D’ELITE “ENA”, DOVE HA STUDIATO ANCHE LUI, CHE DAL 1945 HA FORMATO LA CLASSE “DIGERENTE” FRANCESE: "È CLASSISTA" – MA NON TUTTI GLI ALUNNI SONO D'ACCORDO: "FA UN PIACERE AI GILET GIALLI" – LA LISTA DEI PRESIDENTI E DEI MINISTRI “ENARCHI” E QUELLA DEI BOCCIATI AL CONCORSO DI AMMISSIONE, COME CHRISTINE LAGARDE, STRAUSS-KAHN E IL POLEMISTA STAR ERIC ZEMMOUR
emmanuel macron parla ai francesi
Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
L' Ena fu fondata da De Gaulle e adesso viene soppressa per fare piacere ai gilet gialli», dice sconsolato Pierre Le Roy, ottantenne figlio di poveri contadini bretoni che nel 1965 riuscì incredibilmente a entrare nell' École Nationale d' Administration. Un' impresa talmente rara che Le Roy, poi deputato e imprenditore, ci ha appena scritto un libro, «Un figlio di buzzurri tra gli enarchi ».
PIERRE LE ROY - UN FIGLIO DI BUZZURRI TRA GLI ENARCHI
Charles De Gaulle aveva istituito l' Ena nel 1945 proprio per rendere più democratico l' accesso alle alte cariche dello Stato e in questo ha fallito, anche se l' Ena si è dimostrata una straordinaria scuola di eccellenza capace di fornire alla Quinta Repubblica la metà dei suoi presidenti (Giscard, Chirac, Hollande, Macron). Nonostante continui tentativi di riforma l' Ena è diventata il simbolo delle ingiustizie sociali, del classismo delle élite e della loro lontananza del popolo. Uno dei suoi più illustri allievi, Emmanuel Macron, ne ha annunciato ieri la soppressione.
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Il presidente ha comunicato la decisione in videoconferenza con i manager della funzione pubblica, i 200 più alti funzionari dello Stato francesi, mantenendo così una promessa formulata al termine del Grande dibattito nazionale seguito alla crisi dei gilet gialli. Al posto dell' Ena nel 2022 nascerà l'«Institut du service public» (Isp) che in teoria dovrebbe riprendere le intenzioni golliste delle origini: accesso più largo e non più riservato di fatto ai diplomati parigini di Sciences Po, insegnamenti più vicini a questioni reali come povertà, ecologia, difesa della laicità.
SEGOLENE ROYAL FRANCOIS HOLLANDE ENA
La chiusura dell' Ena, nel 1991 spostata a Strasburgo in uno dei ricorrenti tentativi di rompere l' auto-referenzialità parigina, segna un cambiamento epocale per la politica e la società francesi. Non si contano le tirate di Marine Le Pen contro i tecnocrati e gli enarchi, bersagli perfetti del populismo perché competenti forse ma giudicati sicuramente incapaci di «rispondere ai bisogni della gente».
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L' Ena è stata centrale nella società francese grazie a coloro che sono riusciti a rientrare tra i 40 allievi ammessi ogni anno - un terzo dei primi ministri e un ministro su sette dal 1958 a oggi - e anche grazie a quelli che sono stati bocciati al concorso di ammissione, dovendo poi renderne conto per il resto della carriera. Tra loro, Christine Lagarde è quella che se l' è cavata meglio: più volte ministra, direttrice generale del Fondo monetario internazionale e oggi presidente della Banca centrale europea, ha risposto anni fa a una domanda in tv sull' unico fallimento di un curriculum altrimenti impeccabile: «È vero, mi hanno bocciato al concorso di ingresso dell' Ena perché ho studiato poco.
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Preferivo stare con il mio fidanzato, ero molto innamorata. Pazienza, magari mi avrebbero bocciato lo stesso, non ho alcun rimpianto». Un altro respinto illustre è stato Dominique Strauss-Kahn, poi genio riconosciuto della finanza internazionale, mentre l' ex ministro socialista Arnaud Montebourg si è più volte scagliato contro la «scuola dell' arroganza» sorvolando però sulla sua bocciatura di anni prima.
C' è poi il caso di Eric Zemmour, polemista autore di bestseller sul declino francese, la fine dell' Occidente e il tradimento delle élite, pluricondannato per incitamento all' odio ma talmente popolare da essere un possibile e credibile candidato alle elezioni presidenziali dell' anno prossimo. Il suo disprezzo per l' Ena è noto, tra le cause della rovina francese Zemmour indica il fatto che «al vertice dello Stato in cinquant' anni siamo passati dai normalisti ai diplomati dell' Ena a quelli bocciati al concorso dell' Ena» come lui, respinto due volte, una volta all' orale e l' anno dopo allo scritto. La classe dirigente francese si è divisa finora tra chi ha fatto l' Ena, e chi avrebbe voluto fare l' Ena.
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