macron obama putin cani

VITA DA CANI NELLE STANZE DEL POTERE - MACRON HA IL LABRADOR NEMO, LA CASA BIANCA E’ SENZA ANIMALI DOPO 130 ANNI (“TRUMP NON LI AMA”, RACCONTÒ L' EX MOGLIE IVANA) – OBAMA E I DUE EX "FIRST DOG" BO E SUNNY, PUTIN E LA SUA KONI CHE NEL 2007 SI AGGIRAVA DURANTE UN VERTICE TRA LE GAMBE DELLA MERKEL, LEGGERMENTE A DISAGIO...

macron e il labrador nemo

Francesco Giambertone per il Corriere della Sera

 

L' Eliseo e la Casa Bianca sono uniti da una storica tradizione: non può esserci un presidente senza un cane. A Parigi Emmanuel Macron non si è permesso di interrompere il sodalizio nato negli anni Settanta tra labrador e presidenti, con Jupiter e Georges Pompidou: ad agosto scorso sua moglie Brigitte ha suggerito al marito di accogliere da un canile il peloso Nemo. Al contrario l' ultimo inquilino di Washington ha spezzato un' usanza che durava da 130 anni: niente cani per Donald Trump e famiglia. «Non li ama», raccontò l' ex moglie Ivana dopo il divorzio, e soprattutto - dicono le malelingue - non gli servono.

 

mitterand e cane

A The Donald, presidente muscolare, non interessa apparire come «un buono», al contrario dei molti politici che da decenni applicano una semplice equazione: «Un cane rende simpatico il padrone: chi ne ha uno - ha raccontato lo storico Christian Delporte al magazine di Le Monde - non può sembrare un egoista, ma una persona capace di occuparsi degli altri».

 

Lo sapeva Obama, che amava farsi fotografare con gli arruffatissimi Bo e Sunny, i due «First Dog» più amati della storia recente americana. Forse non quanto Checkers, il cocker che Nixon (allora in corsa da vicepresidente) citò in un discorso nel 1952: diventò un' icona ma non visse così a lungo da godersi una cuccia alla Casa Bianca. È andata meglio a Nemo, il cane di Macron che ha fatto pipì su un caminetto all' Eliseo durante una riunione (casualmente a telecamere accese): risate dei partecipanti e livello di gradimento umano per il padrone in lieve rialzo.

obama e bo

 

Anche la Baltique di Mitterrand era un labrador: affettuoso e rassicurante, il retriever è quello che meglio trasmette «la forza tranquilla» cara al più longevo inquilino del Palais. Ne aveva una anche Putin, meno dolce: in un vertice del 2007 lasciò la sua Koni libera di aggirarsi tra le gambe della Merkel, evidentemente a disagio. Poi chiese scusa, ma i rapporti non sono migliorati.ù

 

Se è vero che i cani somigliano ai padroni, anche loro si affezionano al potere: il terrier maltese Sumo di Jacques Chirac fu preso da depressione e ansia aggressiva quando la fine del mandato presidenziale lo costrinse a cambiare casa. Finì per dare un morso al padrone. Grande l' affetto provato dal re thailandese Bhumibol che, anche in sedia a rotelle, si faceva guidare dalla trovatella Thong Daeng.

 

putin e koni

Ora sul trono c' è il figlio Vajiralongkorn, per niente apprezzato dai sudditi per i suoi eccessi. Colpa anche di Fufu, che mangiò una torta dalle mani della principessa vestita solo con un perizoma.

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...