
“POTREMMO NON ESSERE SOLI NELL’UNIVERSO” – GLI SCIENZIATI COMMENTANO ENTUSIASTI LA SCOPERTA DI POSSIBILI TRACCE DI VITA NEL PIANETA K2-18B, A 124 ANNI LUCE DALLA TERRA – IL TELESCOPIO SPAZIALE JAMES WEBB HA RILEVATO TRACCE DI DIMETIL SOLFURO E DIMETIL DISOLFURO, DUE GAS PRODOTTI SOLAMENTE DA ESSERI VIVENTI, NELL’ATMOSFERA DEL PIANETA – IL FISICO BATTISTON: “LA SUA STELLA È PIÙ PICCOLA E MENO CALDA DEL SOLE. MA IL PIANETA LE ORBITA MOLTO PIÙ VICINO. IL RISULTATO È CHE..."
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NON SIAMO SOLI! SCOPERTE POSSIBILI TRACCE DI VITA A 124ANNI LUCE DALLA TERRA,NELLA COSTELLAZIONE DEL
1. VITA SUL PIANETA A 124 ANNI LUCE “È LA PROVA PIÙ FORTE MAI TROVATA”
Estratto dell’articolo di L. Fr. per “la Repubblica”
La vita extraterrestre, a 124 anni da noi. Forse. Ha impiegato più di un secolo la luce partita dal pianeta K2-18b prima di arrivare fino alla Terra: con sé ha portato informazioni che, secondo gli scienziati dell’Istituto di astronomia dell’Università di Cambridge, sarebbero «la prova più forte mai raccolta dell’esistenza di vita là fuori».
[…] Analizzando i dati raccolti dal telescopio spaziale James Webb (in orbita dal 2021) gli studiosi guidati dal professor Nikku Madhusudhan hanno dedotto che l’atmosfera di K2-18b potrebbe contenere dimetil solfuro o dimetil disolfuro. Ebbene, sul nostro Pianeta questi due gas sono prodotti solo da esseri viventi, come il fitoplancton marino o i batteri.
Da qui l’ipotesi che anche su quel lontano corpo celeste, la cui massa è otto volte e mezza quella della Terra e che ruota intorno a una piccola stella rossa grande la metà del nostro Sole, ci siano organismi capaci di metabolizzare tali sostanze. Se confermata (secondo il professor Madhusudhan ci vorranno un paio d’anni), la scoperta passerebbe alla storia come la prima evidenza scientifica che la vita ha attecchito anche altrove.
[…] Nel caso di K2-18b, la luce della sua piccola stella rossa entra nell’atmosfera del pianeta e ne riemerge modificata. Esaminando tali modifiche si possono ricavare informazioni precise sulla composizione chimica dell’atmosfera.
Nello spettro di K2-18b sono dunque comparse le righe associate al dimetti solfuro, e quindi forse alla presenza di microrganismi capaci di sintetizzarlo. Ma non aldilà di ogni ragionevole dubbio: «C’è ancora una probabilità dello 0,3% che possa trattarsi di una fluttuazione statistica», ammettono gli autori dello studio.
«Sono necessarie ulteriori osservazioni, ma una volta confermata sarebbe una scoperta emozionante: potremmo non essere soli nell’Universo», commenta Marica Branchesi, astrofisica al Gran Sasso Science Institute a L’Aquila. […]
2. BATTISTON “SE ESISTE AVRÀ FORME DIVERSE DA QUELLA TERRESTRE”
Estratto dell’articolo di Luca Fraioli per “la Repubblica”
Professor Battiston, come è possibile “vedere” una molecola a 124 anni luce di distanza?
«È certamente la parte più affascinate di questa avventura scientifica. I pianeti spesso hanno una atmosfera, ma non brillano di luce propria. Quando passano nelle vicinanze della propria stella, la luce di quest’ultima attraversa quell’alone di atmosfera: come se noi guardassimo da lontano la Terra che transita davanti al Sole.
L’atmosfera terrestre è un guscio di appena 100 chilometri sui 6300 di diametro e però “filtra” la luce solare: i suoi atomi ne assorbono alcune frequenze specifiche. Facendo il confronto tra la luce della stella prima che ci passi davanti il pianeta e durante il passaggio, si può risalire alla composizione chimica dell’atmosfera».
[…] Ci sono le condizioni ideali per la vita?
«La sua stella è più piccola e meno calda del Sole. Ma il pianeta le orbita molto più vicino. Il risultato è che l’intervallo di temperature massime e minime è analogo a quello della Terra. Osservazioni precedenti avevano indicato presenza di metano, vapore acqueo e anidride carbonica nell’atmosfera, il che ha fatto pensare alla possibile esistenza di acqua liquida».
[…] Questo annuncio è “la cosa più vicina alla scoperta di vita aliena” come dicono gli autori dello studio?
«È un indizio interessante. Però molecole con uno o due atomi di zolfo possono anche essere prodotte da eruzioni vulcaniche e accumulate in assenza di acqua in atmosfera. Sulla Terra le producono i batteri, ma su un pianeta con tanti vulcani e poca acqua… Resta straordinario il fatto che vediamo questi dettagli su un oggetto che sta a 120 anni luce dalla Terra. È quasi fantascienza».
Anni fa si cercava di captare segnali elettromagnetici inviati da eventuali civiltà aliene. Era la strada sbagliata?
«Guardiamo cosa è successo sulla Terra: la vita è comparsa quasi subito, tra i 3 e i 4 miliardi di anni fa. Ma noi esseri umani siamo stati in grado di controllare le onde elettromagnetiche solo nell’ultimo secolo della nostra storia: di vita ce ne può essere tantissima ma incapace di comunicare per miliardi di anni».