![brigitte macron emmanuel](/img/patch/03-2019/brigitte-macron-emmanuel-1130607_600_q50.webp)
PERCHÉ NESSUNO SI INDIGNA PER LA STORIA DELL’INFERMIERA DI PRATO? – LA VICENDA DELLA RELAZIONE CON UN RAGAZZINO, SFOCIATA IN UNA GRAVIDANZA, VIENE TRATTATA COME UNA STORIELLA PRURIGINOSA, MA LA LEGGE PARLA CHIARO: L’ETÀ DEL CONSENSO È 14 ANNI – CHE SAREBBE ACCADUTO SE UN UOMO AVESSE AVUTO RAPPORTI CON LA SUA ALLIEVA TREDICENNE? SEMPLICE, SE LA VITTIMA È UN MASCHIO, NON È UNA VITTIMA
1 – IL DRAMMA DEL MARITO TRADITO DELL’INFERMIERA DI PRATO CHE HA AVUTO UNA STORIA CON UN 14ENNE A CUI DAVA RIPETIZIONI - IL FIGLIO, DI CINQUE MESI, POTREBBE NON ESSERE SUO MA DEL RAGAZZINO - COSA AVREBBERO SCRITTO SE A METTERE INCINTA UNA 14ENNE FOSSE STATO UN PROF?
2 – SE A VIOLENTARE È UNA DONNA NON È STUPRO
Francesco Borgonovo per “la Verità”
Può darsi che la questione sia vagamente brutale, ma provate a rifletterci un secondo: che cosa sarebbe successo se la professoressa di Prato fosse stata un professore? La vicenda di cronaca è nota. Una donna di 35 anni - sposata e con un figlio di 7 anni - dava ripetizioni a un minorenne. La signora era una «amica di famiglia», ma invece di aiutare il ragazzino a imparare l' inglese aveva rapporti sessuali con lui, lo tempestava di messaggi d' amore e di gelosia.
Di più: la relazione sessuale è sfociata in una gravidanza, e infatti la donna è diventata di nuovo mamma di un bambino che ora ha 5 mesi. Il padre, lo ha rivelato l' esame del Dna, è proprio lo studente a cui dava ripetizioni. Un adolescente che aveva 13 anni quando la tresca proibita è iniziata e ora ne ha compiuti 14.
I media italiani, da giorni, trattano tutta questa vicenda come una storiella pruriginosa, boccaccesca. Come una curiosità morbosetta tipica della provincia. Sulla trentacinquenne non abbiamo letto editoriali furenti, commenti indignati, tirate moralistiche. Eppure la legge italiana parla chiaro. L' età del consenso è fissata a 14 anni. E già è un limite sorprendente.
In altri Paesi, di solito considerati più «liberali», le soglie sono più alte: in Svezia l' età del consenso è 15, in Finlandia, Belgio, Olanda e Gran Bretagna è 16 anni.
In Italia, al di sotto dei 14 anni, c' è reato anche se il minorenne è consenziente.
Le pene vanno dai 5 ai 10 anni di reclusione. Certo, una eventuale condanna può essere ridotta di due terzi a seconda del rapporto che esiste tra il maggiorenne e il minorenne. Bisogna considerare se sia affettivo a meno, quali siano le condizioni fisiche e psicologiche del minore, quale sia il «grado di coartazione esercitato sulla vittima», eccetera. In ogni caso, parliamo di un reato, e anche piuttosto grave. Una forma di violenza che una donna di 35 anni ha esercitato su un minorenne, che per altro le era stato affidato da amici.
Come mai, allora, non siamo sommersi da una pioggia di indignazione? Ripetiamo la domanda: che sarebbe accaduto se un uomo di 35 anni avesse avuto rapporti con una sua allieva tredicenne? Di sicuro avremmo visto fior di trasmissioni televisive sul tema. Avremmo sentito parlare della violenza connaturata al maschio, si sarebbe discusso per l' ennesima volta delle molestie di cui le donne sono vittime.
Di sicuro, qualcuno sarebbe giunto a invocare la castrazione chimica. Però, nel caso di Prato, a commettere un reato è stata una donna. E allora tutto diventa meno grave, meno sgradevole, meno sconvolgente. La violenza non è più una violenza, ma una vicenda curiosa, che turba ma nemmeno troppo. Perché, si sa, l' uomo - a qualunque età - è comunque un assatanato, il rapporto gli fa piacere comunque, anche se è minorenne. Se la vittima è un maschio, non è una vittima.