IL PRESIDENTE DELLA FIGC, GABRIELE GRAVINA, È INDAGATO PER AUTORICICLAGGIO: L’IPOTESI È CHE ABBIA OTTENUTO DEI PAGAMENTI SOTTO FORMA DI OPZIONI DI ACQUISTO PER LA SUA COLLEZIONE DI LIBRI ANTICHI (E LI ABBIA USATI PER IL PAGAMENTO DELLA CASA ALLA FIGLIA DELLA SUA COMPAGNA) IN CAMBIO DELLA ASSEGNAZIONE DEL BANDO SULLO SVILUPPO DEL CANALE TEMATICO DELLA LEGA PRO DI CUI ERA PRESIDENTE NEL 2018 – I SOLDI, IL RUOLO DI BOGARELLI E IL MISTERIOSO ACQUIRENTE DAL “PROFILO INTERNAZIONALE”
1 - L’INDAGINE SU GRAVINA, TRA I DIRITTI TV E LA CASA ACQUISTATA I MESSAGGI IN MANO AI PM SUI SOLDI DA VERSARE ALLA FIGLIA
Estratto dell’articolo di Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”
gabriele gravina foto di bacco
Documenti ufficiali che raccontano le trattative intercorse, scritti informali sui quali sono in corso accertamenti ad ampio raggio. Sono una cinquantina i file sui quali la procura di Roma ha aperto il fascicolo nel quale il presidente della Figc Gabriele Gravina è indagato per autoriciclaggio e nel quale si ipotizza anche l’appropriazione indebita.
Il fascicolo è stato inviato dalla procura di Perugia a quella capitolina dopo le verifiche sul suo «confezionamento» nell’ambito dell’inchiesta sui falsi dossier del luogotenente della Finanza Pasquale Striano e del pm Antonio Laudati quando erano al Gruppo Sos della Direzione nazionale antimafia e spetta ora agli inquirenti di piazzale Clodio approfondire nel merito eventuali illeciti.
L’ipotesi è che Gravina abbia ottenuto dei pagamenti sotto forma di opzioni di acquisto per la sua collezione di libri antichi (e li abbia usati per il pagamento della casa alla figlia della sua compagna) in cambio della assegnazione del bando sullo sviluppo del canale tematico della Lega Pro di cui era presidente nel 2018. Da questo si deve partire per ricostruire la vicenda.
IL CONTRATTO TV
L’accordo con la Isg-Interregional sports group […] viene siglato sulla base di 250 mila euro annui per cinque stagioni, fino al 2023. Per la Figc firma Gravina, per la Isg il direttore esecutivo Simon Burgess. A spingere perché l’affare vada in porto è un prospetto presentato a giugno dal consulente della Lega, Marco Bogarelli (scomparso due anni fa), che — senza indicare una società specifica — prospetta a Gravina utili per 1,45 milioni di euro sviluppando la piattaforma tematica e il canale tv dedicato.
I LIBRI E LA CASA
Già nel 2017, intanto, Gravina aveva sottoscritto un mandato a vendere per la sua collezione di libri antichi valutata 1,2 milioni di euro. Circa 500 titoli: Tito Livio, Dionigi di Alicarnasso, enciclopedie, i primi saggi su equitazione, biliardo e sul «giuoco della palla» del 1500, cataloghi d’arte, affidandosi alla Mizar Art di Alessandro Giovannini.
Due anni dopo, giugno 2019, è proprio Bogarelli a scrivere a Gravina dicendogli di aver saputo della sua intenzione di disfarsi della collezione e prospettandogli un percorso di pagamenti per completarne l’acquisto dopo le valutazioni del caso: «Considerato l’interesse già dimostrato da terzi al medesimo acquisto, ti propongo di concedermi un’opzione a titolo oneroso per entrare in possesso di tutta o una parte della Collezione».
La cifra viene fissata in 350 mila euro e viene inserito un obbligo di riservatezza sulla trattativa che se venisse violato da Gravina prevederebbe la restituzione della cifra, maggiorata del 10%.
Agli atti c’è un appunto del 3 luglio attribuito a Gravina dove si accetta la proposta — riservandosi di indicare le modalità di pagamento in una lettera di accompagnamento — che gli investigatori stanno verificando: «In considerazione dell’imminente acquisto da parte di Lorenza di una casa a Milano, ti chiedo la cortesia di versare direttamente sul suo conto corrente il prezzo dell’opzione a titolo di prestito temporaneo per l’acquisto dell’immobile, di cui mi costituirò fideiussore».
GABRIELE GRAVINA E LA SUA COLLEZIONE DI LIBRI ANTICHI
La cifra viene effettivamente versata ma l’affare non si conclude e, secondo gli avvocati Leo Mercurio e Fabio Viglione, la cifra viene interamente restituita a Bogarelli.
IL NUOVO ANTICIPO
A settembre è il mediatore Giovannini a prospettare a Gravina una nuova possibilità di vendita della collezione a un acquirente — non specificato — di profilo internazionale: «Siamo riusciti a mantenere l’unitarietà della collezione, e ad arrivare ad un importo tra i gli 800 e i 900 mila euro, cifra che considero di tutto rilievo dato il ribasso pesantissimo avuto da questo mercato negli ultimi tre anni».
Anche in questo caso viene inserita una opzione onerosa di acquisto e pagamenti spalmati con rate annue da 200 mila euro. Gli atti non danno altri riscontri ma i legali del presidente della Figc assicurano di aver depositato, nel corso dell’interrogatorio da loro richiesto, i documenti che mostrano la buona riuscita dell’affare. Così come, con operazione separata, va in porto l’acquisto dell’appartamento di via Lambro a 650 mila euro.
gabriele gravina foto di bacco
2 - LA CAPARRA PER I LIBRI SUL CONTO DELLA FIGLIA LE CARTE E LE OMBRE DELL’AFFAIRE GRAVINA
Estratto dell’articolo di Andrea Ossino per “la Repubblica”
Ci sono i testi di Dionigi D’Alicarnasso del 1480. E anche l’ Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des Sciences et Arts et des Métiers , del 1780. E poi il Theatrum humanae vitae del 1604: nove volumi «rilegati in cinque tomi, in piena pergamena coeva con nervi al dorso», «una sorta di trattato sullo sport all’interno del Theatrum», sintetizza il catalogo finito al centro di un’inchiesta della procura di Roma. È da qui che occorre partire per capire come mai il presidente della Figc, Gabriele Gravina, si sia trovato al centro di un’indagine.
[…] Gravina […] ha prodotto la documentazione necessaria per rispondere a quel dossier e adesso pretende di «conoscere i mandanti». Tra quelle carte arrivate a Roma ci sono i contratti per i diritti televisivi della Lega Pro, i bonifici inviati dal presidente per acquistare un appartamento, le mail e anche le trattative su una compravendita di libri. Questa è una storia che inizia così, con i libri, nel 2017, il 3 gennaio.
Quel giorno Alessandro Giovannini, amministratore della Mizar, società specializzata nel trading di oggetti d’arte, invia a Gravina una mail: è un mandato a vendere la collezione di libri di cui il numero uno della Figc è cultore. Ci sono titoli importanti, enciclopedie, classici, testi sulla cavalleria, il nuoto, la ginnastica, feste, giostre, spettacoli, tradizioni, lotta e sport vari. «Prezzo minimo 500 mila euro», scrive Giovannini. L’esperto è convinto di riuscire a vendere le opere in 6 mesi ma le cose non vanno come pensava.
Nel frattempo accade altro. È il 2018 ed è un anno importante in questa vicenda. Perché la Lega Pro, di cui Gravina è presidente, conclude un accordo con la Isg per i diritti televisivi. E poi perché la figlia di Gravina cerca di acquistare una casa a Milano. In tutte e due le trattative spunta un nome: è quello di Marco Bogarelli, “il re dei diritti televisivi” scomparso nel 2021. Agli atti c’è la corrispondenza tra il manager e il presidente sui diritti tv. E anche sui libri, una trattativa che porterà Bogarelli a bonificare 350 mila euro sui conti della figlia di Gravina.
gabriele gravina foto di bacco (2)
«Sono di recente venuto a conoscenza della tua intenzione di mettere sul mercato la collezione», scrive Bogarelli il 28 giugno manifestando il suo interesse per i testi valutati «in euro 1,2 milioni» e proponendo di avere «un’opzione a titolo oneroso»: 350 mila euro. Gravina accetta. «Per quanto riguarda il pagamento dell’importo proposto, mi riservo di indicarti le modalità», risponde.
«Le modalità» le spiega in un altro atto in mano ai pm. Chiede «la cortesia di versare direttamente» i soldi sul conto corrente della figlia, visto che avrebbe dovuto darle una mano per l’acquisto della casa di Milano. L’affare però sfuma. E Gravina sostiene di avere dimostrato la restituzione dei soldi a Bogarelli.
L’affare dei libri continua. Perché Giovannini, il 9 settembre del 2019 spiega a Gravina che «la chiusura del deal dovrebbe essere vicina» e parla di un acquirente dal “profilo internazionale”, ventilando un importo «tra gli 850 mila e i 900 mila euro». Parte della collezione verrà poi venduta: soldi incassati e libri consegnati, secondo i documenti prodotti da Gravina. Atti che, per i suoi legali Leo Mercurio e Fabio Viglione, scriveranno un finale diverso dell’inchiesta.