aumento prezzi carburante benzina accise

SULLA POMPA NON SI SCHERZA - SUL PREZZO DELLA BENZINA, A GUADAGNARCI PIU’ DI TUTTI E’ LO STATO A CAUSA DEL PESO DI ACCISE E IVA. POI VENGONO I PRODUTTORI, RAFFINATORI E INTERMEDIARI NEL LORO COMPLESSO E SOLO IN FONDO ALLA CATENA ABBIAMO IL "GUADAGNO" DEI DISTRIBUTORI - IL PREZZO DI BENZINA E GASOLIO È COMPOSTO DA QUATTRO MACRO-VOCI: IL COSTO DELLA MATERIA PRIMA, LE COMMISSIONI PER BROKER, TRASPORTATORI, GROSSISTI E INTERMEDIARI VARI, IL PESO DELLA COMPONENTE FISCALE E IL MARGINE LORDO CHE FINISCE NELLA TASCHE DI CHI GESTISCE I DISTRIBUTORI (CHE VALE CIRCA L'8-10% DEL PREZZO PER IL GASOLIO E ARRIVA AL 12% PER LA BENZINA)

Luca Pagni per “la Repubblica”

BENZINA - LA CLASSIFICA EUROPEA DELLE ACCISE

 

Come si forma il prezzo della benzina, quanto ci guadagnano le società che estraggono petrolio, quanto incidono le commissioni di intermediari e grossisti, quanto pesano le tasse e, infine, qual è il guadagno dei gestori delle pompe di servizio? E dove potrebbe inserirsi la "speculazione" dei prezzi e da parte di chi?

 

La catena che parte dal giacimento di idrocarburi e arriva al serbatoio delle nostre automobili è lunga e oltre modo complessa. Ma a una domanda è facile rispondere: in Italia - ma anche in molto paesi europei - a guadagnarci più di tutti è lo Stato, a causa del peso di accise e Iva. Poi vengono i produttori, raffinatori e intermediari nel loro complesso e solo in fondo alla catena abbiamo il "guadagno" dei distributori. Vediamo nel dettaglio.

BENZINA IN ITALIA - LE ACCISE

 

LE COMPONENTI DEL PREZZO

Sostanzialmente, il prezzo di benzina e gasolio è composto da quattro macro-voci principali: il costo della materia prima, le commissioni per broker, trasportatori, grossisti e intermediari vari, il peso della componente fiscale, per arrivare al margine lordo che finisce nella tasche di chi gestisce i distributori.

 

IL MERCATO DEL GREGGIO

Partiamo dalla materia prima. I prezzi di gasolio e benzina seguono l'andamento delle quotazioni del greggio. Gli indici di riferimento sono il Brent per l'Europa e il Wti per gli Stati Uniti, oltre al Fateh per l'area del Golfo Persico. Al momento, il Brent è ai minimi dell'anno: quota attorno agli 80 dollari al barile, dopo un picco toccato a fine giugno a 122 dollari. A formare i prezzi è soprattutto l'Opec+, il cartello "storico" dei maggiori produttori guidato dall'Arabia Saudita, a cui negli ultimi anni si è aggiunta la Russia. Aumentando o diminuendo la quota di produzione complessiva dei paesi membri, riesce a indirizzare i prezzi.

BENZINA IN ITALIA - COME SI SONO FORMATE LE ACCISE - 1 DI 2

 

LA FILIERA INDUSTRIALE

Dal giacimento al serbatoio delle automobili agiscono una serie di intermediari che vanno dai broker dei prodotti raffinati a chi procura il carburante per i distributori, in particolare per quelli indipendenti e "no logo". Sulla componente raffinazione incide anche il Platts. Di cosa si tratta? Platts è il nome di un'agenzia specializzata che definisce il valore di benzina e gasolio nel momento in cui vengono vendute alle raffinerie. Si tratta quindi di una valutazione di "domanda e offerta industriale", quindi esprime i prezzi finale dei prodotti raffinati. Complessivamente, il peso della componente industriale vale il 30-35% del prezzo complessivo alla pompa.

 

BENZINA IN ITALIA - COME SI SONO FORMATE LE ACCISE - 2 DI 2

PERCHÈ IL GASOLIO È PIÙ COSTOSO

Per rispondere bisogna prima capire cosa è accaduto nel mercato della raffinazione. Il numero di impianti in Europa si è ridotto negli ultimi 10-15 anni, provocando un'aumento della domanda, in particolare dall'Asia (Corea e India soprattutto). La Russia ha garantito una parte delle forniture in calo per la chiusura e la ristrutturazione degli impianti europei, ma sono andate in calando a causa della guerra russo- ucraina. E dal 5 febbraio scatterà il nuovo embargo commerciale nei confronti di Mosca e che riguarda proprio i prodotti raffinati. Il timore è che - almeno in una prima fase - questo comporti un ulteriore aumento delle quotazioni del gasolio.

 

IL PESO DI IVA ED ACCISE

benzina

Come noto, l'Italia è sul podio dei Paesi europei dove maggiore è la componente fiscale: è al primo posto per il gasolio, al secondo per la benzina. Per la benzina la componente fiscale è pari al 58%, mentre il prezzo della componente industriale e commerciale si ferma al 42%. Se si prendono i prezzi del 9 gennaio scorso, con un prezzo della benzina di 1,812 euro al litro la componente fiscale risultava di 1,055 euro al litro mentre la componente industriale era pari a 0,757 euro al litro. Della componente fiscale 0,728 euro/litro sono accise mentre 0,327 euro/litro è Iva (al 22%).

pompe di benzina 4

 

LE TASSE PIÙ ALTE D'EUROPA

Leggermente diversi i numeri con cui si forma il prezzo del gasolio: nel prezzo medio di dicembre scorso (1,717) la componente industriale pesava per il 45% (0,777 euro/ litro) rispetto al 55% (0,940 euro/ litro) della componente fiscale, che porta l'Italia al primo posto in Europa per il peso complessivo delle tasse.

 

QUANTO INCASSANO I BENZINAI

Il margine dei gestori dei distributori, di conseguenza, vale circa l'8-10 % del prezzo per il gasolio e arriva fino al 12% per la benzina: ed è questo il margine sui cui l'operatore può agire per modificare il prezzo alla pompa.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…