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LA PROCURA DI ROMA CHIUDE L’INCHIESTA SULLA MORTE DI LUCA VARANI AVVENUTA NEL CORSO DI UN FESTINO A BASE DI SESSO E DROGA LA MATTINA DEL 4 MARZO - I PM CONTESTANO A MARC PRATO E MANUEL FOFFO IL CONCORSO IN OMICIDIO PREMEDITATO E PLURIAGGRAVATO
MARCO PRATO - LUCA VARANI - MANUEL FOFFO
Concorso in omicidio premeditato e pluriaggravato. È il reato che la Procura di Roma contesta a Manuel Foffo e Marco Prato nell'atto di chiusura inchiesta notificata oggi ai difensori per la morte di Luca Varani avvenuta nel corso di un festino a base di sesso e droga la mattina del 4 marzo nell'appartamento di Foffo nel quartiere Collatino a Roma. La chiusura inchiesta è l'atto che di norma precede la richiesta di rinvio a giudizio.
Oltre alla premeditazione i pm di Roma contestano le aggravanti della crudeltà e dei motivi abbietti e futili. Nel provvedimento il pm Francesco Scavo ricostruisce la vicenda scrivendo che i due trentenni «dopo aver fatto entrambi ripetuto uso di sostanze alcoliche e stupefacenti nei giorni antecedenti l'evento e dopo essere usciti di casa nella mattinata del 4 marzo ed aver 'giratò in macchina per la vie di Roma alla ricerca di un qualsiasi soggetto da uccidere o comunque da aggredire al solo fine di provocargli sofferenze fisiche e togliergli la vita facevano rientro nell'appartamento di Foffo in via Igino Giordani».
Il pm scrive che una volta rincasati i due hanno contattato tramite Whatsapp Varani invitandolo a recarsi nell'appartamento. Li incomincia un vero e proprio massacro: Foffo e Prato provano a soffocarlo con una corda di nylon per poi colpirlo alla testa e altre parti del corpo, per oltre 100 volte, con un martello e alcuni coltelli fino a procurargli la morte per dissanguamento.