benito mussolini

SIAMO PRONTI PER UN MUSEO SUL FASCISMO? - GIORDANO BRUNO GUERRI E IL SINDACO DI SALÒ VOGLIONO CREARE, NEGLI SPAZI DEL MUSEO CITTADINO, UN’AREA DEDICATA AL VENTENNIO: “NIENTE DI APOLOGETICO O CELEBRATIVO: E’ PER GLI APPASSIONATI DI STORIA. E POI LA STORIA DEL FASCISMO HA UN APPEAL PER STIMOLARE IL TURISMO CULTURALE”

Gianluca Veneziani per “Libero Quotidiano”

 

giordano bruno guerri

Chissà, magari lo chiameranno con l'abbreviativo Muss, sezione speciale del MuSa, all'interno del quale sarà collocato. Di sicuro, l'idea di creare un'esposizione permanente dedicata al fascismo negli spazi del Museo di Salò pare una di quelle trovate necessarie da un punto di vista storiografico e geniali da un punto di vista turistico.

 

A 75 anni dalla nascita della Repubblica di Salò, e con la dovuta distanza sia cronologica che critica, è infatti giunto il tempo di fare i conti con quella storia, che ha indubbiamente segnato, nel bene o nel male, il destino di quel paese sulle rive del Garda; e anche di consegnare il fascismo, prima monarchico e poi repubblicano, all'approfondimento scientifico di studiosi in un luogo più che mai idoneo, Salò appunto, trasformando Mussolini in una sorta di Museo-lini. Senza con questo, beninteso, rendere il museo una sorta di mausoleo per il Duce. O una Mecca per i nostalgici.

 

Gianpiero Cipani

NIENTE CELEBRAZIONI

L'iniziativa è figlia di un' idea congiunta dello storico Giordano Bruno Guerri, presidente del MuSa, e del sindaco del Comune di Salò, Gianpiero Cipani, che intendono destinare un' intera area del museo oggi esistente al racconto del Ventennio. «Non sarebbe nulla di apologetico o celebrativo», tiene subito a precisare il sindaco.

 

«Il MuSa al momento ospita testimonianze riguardanti tutta la storia della città di Salò, ma sul fascismo ha solo una sezione relativa alla Rsi, troppo didattica e non abbastanza accattivante. Da qui la necessità di colmare quella lacuna e di approfondire quel periodo decisivo nella storia della nostra comunità da tutti i punti di vista, con l' approccio più laico e più documentato possibile».

MUSEO DI SALO

 

Quanto al materiale da raccogliere, il sindaco pensa alla possibilità di convogliare, all' interno del museo, non solo documenti di archivio e testimonianze scritte, ma anche «manifesti, cimeli, busti, la parte più iconografica del Ventennio», e forse quella di maggiore presa sui visitatori, «corredata naturalmente di schede informative, messe a punto da un comitato scientifico ad hoc di storici coordinati da Guerri».

benito mussolini

 

E per fare questo si attingerà sia al materiale archivistico del Centro Studi sulla Rsi, con sede a Salò, sia alle collezioni di privati, disposti a concedere a una fruizione pubblica le loro testimonianze relative a quell' epoca. In quest' ottica, confluirebbero nel museo sul fascismo anche le icone, i busti, le sculture e i quadri oggi esposti nella suggestiva mostra "Il culto del Duce", aperta all' interno del MuSa fino al prossimo 9 dicembre.

 

Quanto ai tempi per realizzare il museo, il sindaco non si sbilancia, anche se esprime un auspicio: «L' intenzione sarebbe inaugurarlo la prossima primavera, ma tutto dipende dalla disponibilità dei fondi. Per creare un'esposizione permanente di questo livello occorrono centinaia di migliaia di euro e, per recuperarli, bisognerà attivare un circuito di finanziamenti, coinvolgendo soprattutto fondazioni private».

 

FONDI

MUSEO DI SALO

Per un investimento così consistente, l' attesa di una ricaduta economica positiva è altrettanto alta. «È indubbio», riconosce il sindaco, «che la storia del fascismo abbia un appeal per stimolare il turismo culturale. Più che i fascisti, che d' altronde non esistono più, contiamo di coinvolgere gente interessata a conoscere il nostro passato e, in questo modo, anche il nostro territorio».

 

Il marchio «fascismo» non più come stigma per la città di Salò, insomma, ma come motivo di richiamo, brand vincente per attrarre sia chi disprezza quel periodo storico sia chi lo rimpiange, sia chi semplicemente vuole saperne di più.

Un' operazione che era già stata lanciata a Predappio, il paese natìo di Mussolini, lo scorso dicembre tra le polemiche. E che rischia di suscitare un aspro dibattito anche stavolta. Già li vediamo i democratici antifascisti protestare affinché il museo venga chiuso prima ancora che si apra. Ma è tipico di loro, che dicono di combattere il fascismo, impedire agli altri di conoscere ciò che essi combattono.

benito mussolini quando fu arrestato dalla polizia svizzera nel 1903

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…